di ALBERTO BRUZZONE
‘Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne infatti che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo: quello di inventare e gestire la pace’.
Lo diceva Rita Levi Montalcini, una delle più famose e apprezzate neurologhe e accademiche della storia, Premio Nobel per la Medicina nel 1986. Lo diceva nel teorico, lo portava avanti nel pratico, e altrettanto nel pratico lo porta avanti una delle persone che meglio l’ha conosciuta: si chiama Viviana Kasam, è una delle più attive e stimate giornaliste italiane (per trent’anni al ‘Corriere della Sera’ e per undici in Rai) e nel 2010 ha fondato l’Associazione BrainCircleItalia, che ha lo scopo di divulgare le nuove frontiere della ricerca sul cervello.
“La gestazione – ricorda – partì nel 2008, proprio su impulso di Rita Levi Montalcini, in un periodo in cui di neuroscienze si parlava poco e le donne erano delle perfette sconosciute. Lei, invece, ci teneva moltissimo a far sapere quale grande contributo stavano dando e continuano a dare le donne in questo campo, con l’alto livello scientifico del loro lavoro. BrainCircleItalia è nata per mantenere questo alto livello scientifico, ma senza dimenticare l’aspetto divulgativo”.
Sempre più spesso, la scienza ha bisogno di essere raccontata, di essere illustrata ai più: a Genova ne abbiamo un bellissimo esempio da parecchi anni, grazie al Festival della Scienza, ma come non citare anche un’altra importante vetrina tutta ligure, ovvero il Festival della Mente di Sarzana.
C’è lo spazio, insomma, e la scienza oltre che con i concetti propri, si divulga pure attraverso le emozioni. Emozioni è la parola chiave, perché proprio ‘Emotions’ è il titolo del nuovo progetto di BrainCircleItalia, dedicato a Rita Levi Montalcini e che coinvolgerà, tra ottobre 2021 e maggio 2022, quaranta eminenti scienziate, per otto tematiche e altrettante città.
Ci sono Gerusalemme, Roma, Lugano, Milano, Ginevra, Londra e Lisbona e, grazie al rapporto consolidato con il Festival della Scienza, c’è anche Genova, con l’appuntamento fissato per domenica 31 ottobre, dalle 18 alle 19, a Palazzo Ducale.
Ma che cosa contiene ‘Emotions’? Quali sono le tematiche? “Uno dei pregiudizi più radicati sulla presunta inferiorità femminile – osserva Viviana Kasam – è che le donne sarebbero schiave delle loro emozioni. Personaggi come Emma Bovary, Anna Karenina, la Dama delle Camelie, hanno plasmato la nostra cultura e la nostra visione del mondo. E anche la scienza ha contribuito a rafforzare l’idea che le donne sono uterine, viscerali, vulnerabili e quindi incapaci di intelligenza razionale, riservata, questa, al mondo maschile. Solo negli ultimi trent’anni si è cominciato a capire che le emozioni non sono un handicap, ma al contrario sono indispensabili all’acquisizione delle capacità cognitive, dei giudizi morali, delle decisioni, anche quelle in materia di economia”.
Secondo la fondatrice BrainCircleItalia, “pionieri come Antonio e Hannah Damasio e Daniel Goleman hanno aperto la strada a una rivalutazione dei processi emotivi, ma non sono riusciti a sconfiggere il pregiudizio negativo nei confronti delle donne. Un pregiudizio che appare lampante a chi partecipa ai convegni scientifici, soprattutto nel campo della ricerca sul cervello, dove la stragrande maggioranza dei relatori sono uomini. Eppure ci sono in tutto il mondo, anche nei paesi emergenti, scienziate di chiara fama e di comprovato valore accademico. Può darsi che, oltre al pregiudizio, valga in questo caso anche una forma di pigrizia mentale da parte degli organizzatori: si invitano i nomi più conosciuti, quelli che fanno colpo sui giornalisti e gli addetti ai lavori… e sono tutti uomini”.
Ed ecco che, per ribaltare questo dato di fatto, è stata organizzata dall’Associazione BrainCircleItalia – in collaborazione con ELSC (Edmond & Lily Safra Center for Brain Sciences), il centro di ricerca sul cervello dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ed EBRI (European Brain Research Institute), la fondazione creata da Rita Levi Montalcini – una serie di otto incontri internazionali, che hanno ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio, dipartimento delle Pari Opportunità e hanno attirato l’attenzione delle Nazioni Unite, interessate a portare questo modello nei Paesi emergenti.
‘Emotions’ ha una formula originale: “Sono due anni che ci lavoriamo – racconta Viviana Kasam – Di mezzo c’è stato il Covid, con la conseguente difficoltà di spostarsi. Così abbiamo pensato a singole tappe nei vari Paesi, invece che a un unico grande evento”.
Ed ecco questo forum itinerante, che parte domenica prossima, 24 ottobre, da Gerusalemme e si conclude nel maggio 2022 a Lisbona, passando per Genova, Roma, Lugano, Ginevra, Londra, in cui le relatrici sono esclusivamente donne: “Neuroscienziate, psicologhe, storiche, filosofe, evoluzioniste. E in cui le emozioni sono protagoniste non solo a livello razionale, ma vengono ricreate da interventi musicali, perché per descrivere le emozioni è necessario suscitarle. Un inedito connubio di scienza a e arte, al quale hanno aderito con entusiasmo le più brillanti accademiche da tutto il mondo, provenienti da Harvard, Cambridge, University of London, Yale, Columbia, solo per citare i centri più noti, e dalle principali Università israeliane, europee e italiane. In ogni città, grazie alla collaborazione con un prestigioso centro di ricerca locale, le emozioni saranno affrontate da un punto di vista diverso: partendo da un’analisi di come sono state considerate da pensatori e società civile nel corso dei secoli, si parlerà di come nascono e si sviluppano nel cervello, del loro ruolo nelle manifestazioni artistiche e nelle connotazioni di genere, di come abbiano influenzato l’evoluzione biologica e sociale dell’uomo, fino a comprendere come contribuiscano a definire il rapporto dell’essere umano con i più recenti sviluppi tecnologici: dalla realtà virtuale e immersiva, alla robotica e allo studio delle relazioni sociali di stampo virtuale. Protagoniste le donne, ma invitati anche gli uomini: l’intelligenza emotiva non è certo considerata appannaggio del genere femminile, ma al contrario dovrebbe supportare indistintamente uomini e donne nella gestione delle problematiche e dei conflitti che caratterizzano la società, ma anche il mondo scientifico odierno”.
A Genova, in particolare, domenica 31 ottobre si parlerà di ‘Le mappe dell’amore nel cervello’. Modera Viviana Kasam, mentre le relatrici saranno Ruth Feldman, ricercatrice presso l’Interdisciplinary Center di Herzliya, in Israele, e presso lo Yale Child Study Center, dell’Università di Yale (con ‘Il fondamento dell’amore nel cervello è determinato dalle cure genitoriali’); e Donatella Marazziti dell’Università di Pisa, Università Unicamillus di Rma e BrF di Lucca (con ‘Quando l’amore si fa amaro’).
‘Mappare l’amore’ significa operare sia dal punto di vista spaziale – illustrando le strutture cerebrali coinvolte – sia da quello temporale – spiegando l’importanza dei primi mesi della vita e delle esperienze che vengono vissute in questo periodo per la corretta formazione di questo sentimento nel nostro cervello e nella nostra psiche.
“Si farà poi luce sui processi cerebrali e psicologici sottostanti a quelle situazioni, purtroppo drammaticamente attuali, nelle quali l’amore, da sentimento fantastico, si trasforma in qualcosa di nocivo e pericoloso, degenerando nella gelosia e nel possesso, o addirittura nello stalking e in atti di violenza: un viaggio affascinante tra neuroscienze e psicologia, per rivelare ciò che sappiamo dell’amore e capire cosa, invece, rimane ancora un mistero”.
A Palazzo Ducale l’intrattenimento musicale sarà curato dal violinista Roberto Izzo, che eseguirà due brani ispirati ad amore e gelosia, composti appositamente per ‘Emotions’.
La rassegna gode del patrocinio da parte del Ministero per le Pari Opportunità: “A noi tutti non sfugge come le scelte di carattere culturale e politico riguardanti la donna e le conseguenze che da esse derivano, coinvolgano la vita di una società e di un Paese, cioè la sua Storia – dichiara la ministra Elena Bonetti – Non posso quindi che apprezzare questa iniziativa e tutte le donne, che con i loro studi quotidiani, si spendono per un avanzamento dell’umanità, ma anche per scrivere, nell’ambito delle proprie materie, delle pagine finalmente anche al femminile. Voi donne, scienziate di ‘Emotions’, siete l’avanguardia di una scienza che mi auguro veda sempre più pervasiva la presenza di noi donne, per troppo tempo destinate agli studi umanistici e a cui le discipline Stem devono invece necessariamente aprirsi. Donne che al rigore della ragione uniscono la capacità nel percepire e comprendere le emozioni”.
Il programma completo di ‘Emotions’ a questo link: Programma Emotions.