di ALBERTO BRUZZONE
Spaventano, stressano e in alcuni casi fanno morire gli animali domestici, come cani e gatti, provocano incidenti, uccidono i volatili, feriscono adulti e bambini e inquinano l’ambiente. Per questo motivo, da diversi anni a questa parte, i botti di Capodanno sono vietati, attraverso specifiche delibere, in parecchi comuni d’Italia, e quindi anche della Liguria. Ogni volta che si avvicina la notte di San Silvestro, ecco che torna d’attualità questo problema, che le associazioni animaliste si mobilitano, che i veterinari rivolgono appelli, che i cittadini chiedono l’intervento delle istituzioni, e in molti casi le richieste vengono accolte.
Quest’anno a fare da apripista è stata direttamente la Regione Liguria, con l’assessore alla tutela degli animali d’affezione, Simona Ferro: “Questo Capodanno pensiamo anche ai nostri amici a quattro zampe: pochi minuti di divertimento per noi, per loro sono fonte di angoscia e paura che può rivelarsi fatale. Ormai dovrebbe essere una cosa risaputa che i botti di fine anno sono una fonte di stress per molti animali, sia per quelli che vivono a casa protetti, ma soprattutto per quelli randagi. I nostri momenti di festa rappresentano per loro ore di terrore che proseguono ben oltre la fine dei botti e che possono portare a conseguenze estreme: alcuni possono rimanere scioccati per sempre, altri in preda al terrore possono fuggire diventando così pericolosi per sé stessi e per l’uomo”.
Sono molte le città che già hanno preso la decisione di applicare normative restringenti per impedire questa abitudine, anche a tutela degli animali: “A causa della pandemia, non vi saranno feste in piazza e i consueti fuochi artificiali organizzati solitamente dai comuni – continua l’assessore Ferro – potrebbero essere utilizzati nelle abitazioni e dai balconi con il rischio di vedere molte famiglie scegliere il ‘fai da te’, con serie conseguenze per la salute di tutti, ma senza dimenticare gli animali che vivono una notte di terrore. Inoltre i fuochi pirotecnici costituiscono una fonte di inquinamento ambientale a causa dell’emissione di polveri sottili che si disperdono nell’aria”.
Per questi motivi, ieri il Comune di Genova ha vietato, attraverso una specifica ordinanza a firma del sindaco Marco Bucci, i botti di Capodanno. E il Levante come si comporta? “Noi intendiamo ricalcare la stessa delibera dello scorso anno, quindi vieteremo”, afferma Gian Alberto Mangiante, sindaco di Lavagna. A Santa Margherita, scelta analoga da parte del sindaco Paolo Donadoni: “Anche quest’anno entrerà in vigore in città l’ordinanza sindacale del 2018 che vieta l’accensione e lo sparo dei botti di Capodanno. In tutto il territorio comunale sono vietati, in luoghi sia pubblici sia privati, nelle giornate del 31 dicembre e 1° gennaio, l’accensione e il lancio di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi e ogni altro artificio pirotecnico, anche se di libera vendita”. Gli fa eco Valentina Ghio, sindaco di Sestri Levante: “La nostra ordinanza – spiega – vieta i botti dallo scorso 24 dicembre e sino al 7 gennaio”.
E se la Bimare ha scelto una tolleranza ‘zero’, non c’è traccia di delibera, invece, presso i comuni di Rapallo e di Chiavari, quasi come se questo problema non fosse particolarmente sentito. Antonio Segalerba, presidente del Consiglio Comunale di Chiavari, osserva: “Ma non ci saranno feste di piazza, non ci saranno occasioni di assembramento. Quindi, manca la necessità di un’ordinanza di questo tipo, anche perché poi diventa molto difficile nelle abitazioni private effettuare i controlli ed elevare eventuali sanzioni”.
Sta di fatto che l’allarme c’è, e lo sanno benissimo i possessori di animali. Non importa se la festa è pubblica o meno, importa che i botti vengono sparati e se non ci sono almeno dei segnali ostativi, questo avviene a cuor ancor più leggero. E per i malcapitati cani e gatti non fa nessuna differenza se il botto è legale o meno.
Intanto, come ogni anno, parecchi comuni hanno diffuso le regole comportamentali per proteggere gli animali. La campagna, in collaborazione con le associazioni della Consulta degli animali, si aggiunge al divieto di utilizzo dei botti nella notte di Capodanno. Attraverso volantini e post sui social, vengono diffuse nove regole per tutelare i più indifesi: tra queste, tenerli il più possibile lontano dai festeggiamenti, non lasciarli soli, non lasciarli in giardino, tenere alto il volume di radio e televisione chiudendo le finestre e le persiane.
“Cani e gatti ma anche gli altri animali – ricordano gli esperti – non sono abituati ai petardi e non sopportano i rumori violenti che possono causare in loro ansia, sofferenza, cambiamenti del comportamento fino a spingere alla fuga. Per questo, oltre al divieto di uso dei petardi previsto dalle ordinanze, vanno invitati i cittadini anche a non utilizzare botti e petardi nelle aree private aperte, come pertinenze e giardini, per proteggere i nostri animali da un’usanza che causa loro molta sofferenza e inquina l’aria”. Tra i grandi capoluoghi, botti off limits a Milano, Firenze, Bari e Reggio Calabria. Evidentemente, pur senza feste di piazza, la necessità di deliberare in questo senso c’è, eccome.