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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Borzonasca, il palazzetto dello sport intitolato ad Angelo Brignole, ciclista e gregario di Bartali

Ha partecipato cinque volte al Giro d’Italia, classificandosi sesto nell’edizione del 1948 davanti allo stesso Bartali
La cerimonia di intitolazione del palazzetto dello sport di Borzonasca ad Angelo Brignole
La cerimonia di intitolazione del palazzetto dello sport di Borzonasca ad Angelo Brignole
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di ALESSANDRA FONTANA

Un gesto per non dimenticare le imprese sportive di un concittadino: d’ora in poi il Palazzetto dello sport di Borzonasca si chiamerà Angelo Brignole. Nel centenario dalla sua nascita, l’Amministrazione comunale ha deciso di dedicare al ciclista di Borzonasca l’edificio di via Roma 1, fino ad oggi senza nome.

Una cerimonia emozionante quella che si è svolta il fine settimana scorso, come sottolinea il Consorzio Valli del Parco dell’Aveto: “Tanti gli aneddoti e le storie raccontate per ricordare la forza e la simpatia del campione, alla presenza del consigliere regionale Luca Garibaldi, delle autorità locali e della Società Sportiva Aurora di Chiavari, per la quale “correva” Brignole. Presenti anche la moglie Anna, la figlia Luana, e il nipote Angelo”.

Brignole ha vissuto a Borzonasca fino al 2006, anno della morte e ha partecipato cinque volte al Giro d’Italia, classificandosi sesto nell’edizione del 1948 davanti a Gino Bartali, di cui fu gregario. Brignole ha fatto anche parte della Nazionale italiana al Tour de France in due edizioni: “Era davvero una bella persona, lo ricordiamo tutti con nostalgia” sottolinea il primo cittadino Giuseppino Maschio. Brignole conduceva una vita semplice tra partite a carte con gli amici e la rievocazione di gare ed episodi storici. Una fonte preziosissima per tutti gli amanti del ciclismo a Borzonasca e dintorni. 

Quella di Brignole era passione nata presto e portata avanti con impegno e fatica: “Dopo aver ottenuto la seconda piazza al Campionato Italiano allievi ’42 e dopo l’interruzione per il Secondo Conflitto Mondiale, passa professionista nel ’46 con la Legnano di Bartali. Nella prima stagione con la maglia verde-oliva vince le sue due uniche corse: il Gran Premio Vigor a Torino e la Genova-La Spezia, ottenendo un prestigioso secondo posto nella Coppa Bernocchi – come ricorda l’associazione Museo del Ciclismo -.  Nel 1947 corre per la Arbos -Talbot e nel 1948, con i colori della Arbos, ottiene un lusinghiero sesto posto nella classifica finale del Giro d’Italia a 9’14” dal vincitore Fiorenzo Magni e si prende il lusso di arrivare davanti a Ginettaccio (ottavo a 11’52”)”.

Nel 1949 passa alla Bartali, squadra nella quale conclude la sua carriera nel 1951, ed sarà uno dei migliori gregari di Gino. Nel ’49 vince la cronosquadre al Giro di Romandia (con Bartali, Corrieri e Jomaux). Partecipa al Tour, nella squadra nazionale, nell’edizione del 1949 (53° nella generale, contribuendo al successo finale di Fausto Coppi, ed in quella del 1950 (ritirato). Ha disputato 5 Giri d’Italia, ritirandosi nel ’46 alla sua prima esperienza.

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