
di DANILO SANGUINETI
Ecco le uniche bombe che piacciono. Non quelle fintamente intelligenti scaricate da jet supersonici, ancor meno quelle scaricate da nuvole impazzite, fatte di acqua e a volte altrettanto disastrose di quelle ripiene di esplosivi. Quelle dei bocciatori, ‘bombe’ che se la prendono solo con altre sfere di metallo. In più, se sono sganciate dai polsi esperti della Bocciofila Gandolfi hanno pure come effetto secondario di portare sollievo e aiuto a chi una tragedia l’ha subita. La società sportiva rapallese si è già attivata per una raccolta fondi a favore delle vittime del ponte Morandi. Uno slancio di generosità tanto più significativo in quanto proveniente da una società che non naviga nell’oro, anzi.
La Bocciofila Rapallese Gandolfi sta uscendo a piccoli passi da un periodo di crisi, dove ha dovuto prendere decisioni inevitabilmente dolorose. Un percorso di rinascita tracciato con mano ferma dalla attuale dirigenza, pronta a scendere dalle vette della serie A alla pianura della serie D senza chinare la testa, con dignità. Meritorio e vincente è stato l’atteggiamento dei dirigenti, compattatisi come fa un buon equipaggio quando vede arrivare la bufera.
“Ciò che conta è trattare i propri tesserati, oggi solo semplici appassionati, veri dilettanti, nello stesso modo nel quale seguivamo i professionisti un po’ di anni fa. Che tu sia il bocciatore della domenica o la stella delle stelle tra i puntatori, sei sempre e prima di tutto un atleta della Rapallese che porta in giro per l’Italia i suoi colori e per questo ha diritto alla massima attenzione e rispetto da parte del club”.
La professione di fede è del segretario Fabio Amantini, membro della nuova cabina di regia con il presidente Antonio Vicini, il vicepresidente Remigio Volante e l’economo Vittorio Bisacco. “Ad inizio di questa decade abbiamo visto che i conti non tornavano. La crisi generale, i costi saliti alle stelle, la perdita di sponsor ‘pesanti’, essenziali per mantenere il professionismo, le spese di gestione dell’impianto, per il quale paghiamo al Comune di Rapallo un affitto non certo leggero. Se avessimo continuato, avremmo sbattuto contro un muro e ci saremmo fatti molto male. La priorità era la sopravvivenza della nostra società”.
Dalla A alla B alla C e infine alla serie D. Semplici – non pochi perché la Rapallese ha 40 tesserati agonisti – amatori, tutt’altro che alle prime armi se arrivano titoli in serie. “In regione non abbiamo rivali, vinciamo campionati e coppe, ci eravamo anche guadagnati l’accesso alla categoria superiore, purtroppo qualche incomprensione nel calendario della Federazione ci ha impedito di giocare le finali di Coppa Italia. Niente di grave. Ci consoliamo sabato (15 settembre N.d.R.) partecipando alla finale a otto squadre della Coppa Italia di Terza Categoria al Palasport di Albenga”.
I dirigenti hanno ben altri grattacapi. “L’amministrazione cittadina è informata della nostra situazione. Abbiamo discusso molto sulla concessione in affitto del bocciodromo di piazza Cile. Una struttura gloriosa, in un posto invidiabile ma con delle inevitabili criticità. Il canone di locazione va ammortizzato con delle entrate supplementari, le sole rate di iscrizione non sono più sufficienti. Teniamo aperto tutto l’anno mentre il calendario delle gare è particolare. Ci sono mesi dove c’è un affollamento di appuntamenti e altri dove il bocciodromo è sottoutilizzato”.
Esternalizzazione e leasing sono (brutti) termini che la Bocciofola Gandolfi sarà costretta a imparare: “Abbiamo resistito finché abbiamo potuto, ora cambiamo: daremo in subaffitto per eventi privati i locali del bocciodromo. Ricorrenze, cerimonie, mostre artistiche. Penso che per un immenso spazio al centro della città le richieste per averlo a disposizione un pomeriggio o una sera non mancheranno di certo”.
La società aveva aperto il bar sociale agli esterni. “L’esperimento non ha funzionato, il giro di affari era troppo scarso. In questo caso torneremo all’antico, con una caffetteria bar riservata ai soci o, su richiesta, agli organizzatori degli eventi”. La rimodulazione degli impegni significa recuperare la tranquillità finanziaria, indispensabile per portare avanti nuovi progetti. “Infatti la politica del rigore non implica che la Rapallese Gandolfi abbia alzato bandiera bianca. Lo certifica il ‘Programma Giovani’ che abbiamo lanciato nella scorsa stagione. Siamo andati nelle scuole elementari cittadine a insegnare il nostro sport ai bambini. Un successo totale, tanto che, d’accordo con i dirigenti degli istituti, contiamo di proporlo anche nell’anno scolastico che sta per iniziare”.
Erano così in anticipo che hanno preceduto di qualche mese la stessa FederBocce, che ha lanciato un piano propaganda a livello nazionale, con incentivi finanziari per chi aderiva. “In effetti avere il contributo federale non è stato semplicissimo, per fortuna che a Roma si sono dimostrati comprensivi”.
Umili, tenaci, decisi a far valere il loro buon diritto, insomma dei liguri doc.