di ALBERTO BRUZZONE
Il suo nome di battaglia era Bisagno, il suo vero nome era Aldo Gastaldi. Quello che ha fatto, rimarrà per sempre scolpito nella Storia: è stato il maggior esponente del movimento della Resistenza italiana operante a Genova e una delle figure più fulgide della lotta di liberazione. Il primo partigiano d’Italia, come più volte e da più parti viene definito.
Era nato a Granarolo, sulle alture di Genova, ma fu legatissimo anche al Tigullio, a Chiavari e al suo entroterra in particolare, ed è proprio l’Anpi di Chiavari, grazie al lavoro e all’appassionata ricerca dei suoi associati, che ha organizzato una serie d’iniziative in occasione del centenario dalla nascita di Aldo Gastaldi.
Il clou sarà il 17 settembre, perché Bisagno era nato proprio il 17 settembre del 1921, ma altri appuntamenti sono previsti tra luglio e agosto, secondo un calendario che è stato presentato nei giorni scorsi dalla presidente di Anpi Chiavari, Maria Grazia Daniele, e da Giorgio ‘Getto’ Viarengo, studioso di tradizioni locali e da sempre molto concentrato sulla storia dei partigiani e della Resistenza nel Levante genovese.
Gran parte delle iniziative ruoterà intorno alla proiezione del film ‘Marzo. Cronache di una vita’, che è stato girato da Diego Venezia e che è stato proposto per la prima volta nei giorni scorsi presso l’ex Convento dell’Annunziata di Sestri Levante. Ora si proseguirà così: Villa Sottanis a Casarza (22 luglio alle ore 21,30); Torre del Borgo a Lavagna (25 luglio alle ore 21,30); Sede Anpi di Recco (28 luglio alle ore 21); Spazio Aperto via dell’Arco di Santa Margherita (30 luglio alle ore 18).
Il film ‘Marzo. Cronache di una vita’ è prodotto da Aicvas – Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna, e da Anppia – Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, con il patrocinio dell’ILSREC, Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.
A firmare il lavoro, è il giovane regista di origini genovesi Diego Venezia. Si racconta, secondo il genere del ‘docufilm’, la storia di Giovanni Battista ‘Marzo’ Canepa, protagonista della lotta antifascista ligure e internazionale. Nato a Chiavari nel 1896, è stato protagonista, nella sua avventurosa esistenza, di tutti gli avvenimenti più importanti della prima metà del Novecento: dalla partecipazione alla Prima Guerra Mondiale alle lotte del biennio rosso; dall’opposizione al fascismo e la condanna al confino, prima a Lipari e in seguito a Ponza, alla partecipazione alla Guerra civile spagnola e il successivo esilio in Francia; infine la Resistenza, come commissario politico della Divisione Cichero di cui era comandante proprio Aldo Gastaldi ‘Bisagno’.
La particolarità di ‘Marzo’ non sta però soltanto nell’aver attraversato da protagonista il secolo passato: Canepa era infatti una personalità poliedrica, capace di reinventarsi in situazioni e paesi differenti, con interessi artistici e culturali oltre che strettamente politici. Figura di comunista anomalo, sempre pronto a dialogare sia con i vecchi compagni del partito socialista, nel quale ha iniziato la sua militanza, sia con gli anarchici, fino alla grande stima e amicizia con il cattolico ‘Bisagno’, per ‘Marzo’ quasi un figlio.
Il documentario si propone non solo di raccontare questa straordinaria figura di combattente e la sua grande umanità, ma anche di delineare, attraverso la vita di ‘Marzo’, un affresco del Novecento, ripercorrendone gli avvenimenti sia nella loro portata internazionale che nella particolarità del contesto ligure.
“E proprio ‘Marzo. Cronache di una vita’ – sostiene Giorgio ‘Getto’ Viarengo – è anche una bellissima occasione per parlare di Aldo Gastaldi, nel centenario della sua nascita. È stato il primo partigiano d’Italia ed era radicatissimo nel nostro territorio, dove ha dato un enorme contributo alla Resistenza”.
La storia, infatti, ricorda che Gastaldi durante la guerra venne chiamato alle armi: a vent’anni, come sottotenente del Genio, addetto a funzioni di marconista a Chiavari, con il 15º Reggimento Genio. Poi, il 25 luglio 1943, mentre era in servizio di ordine pubblico, con il suo plotone distrusse i simboli della Casa del Fascio di Chiavari. “Dopo l’armistizio dell’8 settembre – ricorda Viarengo – nascose le armi ai tedeschi nei pressi del Castello di Chiavari e nelle settimane successive venne contattato dal Partito Comunista tramite Giovanni Serbandini ‘Bini’ per dar vita a una formazione partigiana. Nacque così, presso un casone di contadini sulle alture di Cichero, una frazione di San Colombano Certenoli sulle pendici del Monte Ramaceto, nell’inverno del 1943, il primo nucleo di quella che da lì a qualche mese sarebbe diventata la Divisione Cichero, la più famosa e temuta operante nella zona”.
Dotato di forte personalità, Aldo Gastaldi, fervente cattolico e fermamente apartitico, insieme al comunista Serbandini stabilì per gli uomini della Divisione severe regole di comportamento, il famoso ‘Codice di Cichero’ che tutti i partigiani si impegnarono a rispettare nonostante le condizioni al limite della sopravvivenza.
“Il 17 settembre ripercorreremo il tragitto dei primi partigiani, da Chiavari, nella zona di piazza Fenice, sino alle pendici del Monte Ramaceto. Sarà questo un modo per celebrare i cento anni dalla nascita di quello che, successivamente al 1943, sarebbe diventato ‘Bisagno’”, conclude Viarengo.
A volte i monumenti si rianimano e le storie riprendono corpo. Perché è giusto, perché non dobbiamo dimenticare come siamo diventati uomini liberi.