di ALBERTO BRUZZONE
Ogni anno vengono scaricate in mare otto milioni di tonnellate di plastica. In pochi minuti, è stato calcolato come ve ne finisca la quantità corrispondente a due camion. Se si andrà avanti di questo passo, nel 2050, a parità di peso, gli oceani conterranno più plastica che pesci.
Ma cambiare rotta è possibile: attraverso l’educazione dei bambini e una maggiore consapevolezza da parte di tutti, oltre a misure estremamente concrete, come la riduzione della plastica monouso.
Su questi e su molti altri fronti è impegnata l’associazione onlus Worldrise, nata nel 2013 su impulso di giovani professionisti e mirata a sviluppare progetti di conservazione e di valorizzazione dell’ambiente marino, attraverso un percorso incentrato sulla sensibilizzazione, la creatività e l’educazione.
A fondare il gruppo, Mariasole Bianco, divulgatrice scientifica ed esperta di gestione di aree marine protette, e Virginia Tardella, laureata in Product Design al Politecnico di Milano e da sempre impegnata in progettazione e sviluppo dei prodotti, con la sostenibilità come priorità. A completare la ‘squadra’, che opera attivamente in Liguria ma non solo, sono: Cristina Fiori, Cecilia Pinto, Valentina Lovat, Silvia Olivieri, Paolo Pisano, Federico Girotto, Arianna Liconti e Federica Tesoriero, oltre a una rete di sostenitori e volontari.
Di Worldrise e di tutta la sua fitta attività Mariasole Bianco ha parlato qualche sera fa a Santa Margherita Ligure, in piazza Caprera, intervistata dal sindaco Paolo Donadoni (nella foto in alto) nell’ambito di uno degli appuntamenti del ciclo ‘Aspettando il G20’, di cui il nostro settimanale ‘Piazza Levante’ è media partner.
I temi ambientali sono sempre più attuali e sempre più centrali, sia nell’agenda politica che in quella delle riforme e delle buone pratiche. In particolare, l’inquinamento del mare è uno dei focus: “È fondamentale – secondo Mariasole Bianco – che un concetto come quello dell’educazione ambientale venga trasmesso sin dalle giovani generazioni. Ad esempio, va in questa direzione uno dei progetti che proponiamo come Worldrise, e che si chiama ‘Batti 5’. Consiste nell’andare presso le varie classi, di solito quarta e quinta elementare e prima media, parlare della plastica in mare e poi portare gli alunni sulle spiagge a raccogliere gli oggetti e i rifiuti che vengono portati dal mare. È anche una sorta di sfida tra le varie classi, e le ragazze e i ragazzi vengono molto coinvolti. Alla fine, tornano a casa e i genitori ci ‘odiano’ un po’: nel senso, scherzando, che riescono a sensibilizzare pure gli adulti su quello che hanno appena imparato”.
La fondatrice di Worldrise ha parlato con il sindaco Donadoni del suo libro ‘Pianeta oceano’, che è uscito lo scorso anno per Rizzoli e dove si racconta come “il mare sia la culla stessa della vita. La nostra esistenza dipende da un mare sano e da un oceano sano. Il 50% dell’ossigeno che respiriamo, infatti, proviene dal mare, così come lo stesso mare assorbe il 25% dell’anidride carbonica. Inoltre, il mare è fonte di lavoro e di sostentamento per milioni di persone. Noi di Worldrise abbiamo la responsabilità di raccontare, sempre su basi scientifiche ma in modo accessibile a tutti, quello che sta accadendo nel nostro ambiente marino, soprattutto laddove gli occhi non arrivano”.
Durante la sua intervista, Mariasole Bianco ha ricordato come “l’80% delle specie abitino nel mare e molte di queste sono ancora sconosciute in quanto gran parte dei mari sono inesplorati. Ne conosciamo appena il 20% e, solo nel 2020, ne conoscevamo appena il 5%. Facendo un paragone, abbiamo mappe più dettagliate della Luna e di Marte di quanto non siano dettagliate quelle dei mari. Se la Noa, ovvero l’agenzia americana che studia gli oceani, avesse il budget che ha in un anno la Nasa, ovvero l’agenzia americana per lo spazio, potrebbe andare avanti per mille e seicento anni. Dispiace che ci sia così poca attenzione verso ciò che è vicino a noi ma da cui dipende la nostra stessa vita e il mantenimento della biodiversità”.
Ci sono varie minacce per gli oceani: “Anzitutto i cambiamenti climatici, ma poi anche la pesca di tipo intensivo e l’inquinamento dalle plastiche, oltre che l’inquinamento in generale. Come porre rimedio? I sistemi e i metodi ancora ci sono, a cominciare da uno: creare sempre più delle aree marine protette”.
Ed è esattamente questo l’argomento sul quale si è soffermata a lungo, ieri sera, sempre in piazza Caprera e sempre per il ciclo ‘Aspettando il G20’, la giornalista della Rai e presidente di WWF Italia, nonché presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Donatella Bianchi.
Mentre impazza il dibattito sull’ampliamento del Parco di Portofino e sulla sua ‘promozione’ da regionale a nazionale, la giornalista, nota soprattutto per la conduzione del programma ‘Linea Blu’ su Rai 1, ha ribadito la posizione del WWF, che è anche una concreta proposta: “L’idea, che abbiamo esposto in una lettera inviata sia al ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, sia al presidente della Regione Liguria,Giovanni Toti, è quella di affidare al costituendo Parco Nazionale le competenze dell’Area Marina Protetta, dando così vita a un parco nazionale marino e terrestre che risulti dalla sommatoria dei perimetri del Parco Regionale e dell’Area Marina Protetta. I confini minimi inderogabili del nuovo parco dovrebbero essere estesi entro 180 giorni da un accordo tra lo Stato e la Regione Liguria, trovato partendo dalla proposta elaborata da Ispra”.
Secondo Donatella Bianchi, “in questo modo si adempirebbe nei termini a quanto prescritto dal Tar e si lascerebbe impregiudicata la possibilità di estendere la tutela e la valorizzazione del territorio a nuove aree. Il dibattito sulla perimetrazione del Parco Nazionale di Portofino ha presentato infatti una serie di criticità. Ispra riconsidera in termini estensivi l’attuale perimetro del Parco, che ricomprenda il Golfo del Tigullio fino a Chiavari e due aree di Rete Natura 2000; sempre Ispra sta poi elaborando una proposta di estendere la Zona B dell’Area Marina Protetta sino a Punta Faro e ad altre zone meritevoli di tutela allargando tutto il perimetro a sud. Questo approccio estensivo rispetto alle attuali perimetrazioni è condivisibile e importante soprattutto per l’inglobamento del Parco delle aree di Rete Natura 2000”.
La giornalista ha parlato anche di ‘Linea Blu’, che conduce sin dal 1994, un record di longevità: “Io e ‘Linea Blu’ siamo diventati una cosa sola. Non faccio il mio lavoro perché sono un personaggio televisivo. Conduco questo programma perché il mare e l’ambiente sono la mia vita”.
A intervistarla, Giovanna Tiscornia, amministratore delegato del Villaggio del Ragazzo. ‘Aspettando il G20’ torna il 12 agosto con Fernanda Gallo Tedeschi, ingegnere civile e international director dello Zonta International: dialogherà con Patricia Mayorga, giornalista e presidente dell’Associazione Mondiale Giornaliste Scrittrici.
L’INTERVISTA INTEGRALE A MARIASOLE BIANCO
L’INTERVISTA INTEGRALE A DONATELLA BIANCHI