di ALESSANDRA FONTANA
Un viaggio nella memoria, tra borghi spopolati e boschi incantati, un percorso nel dolore per trovare la luce. ‘Vento alto’ dell’avvocato e scrittore Marco Bertolino è un libro impossibile da classificare, un volume che raccoglie informazioni sugli alberi monumentali della Liguria, sugli antichi mestieri delle donne, sul ruolo della natura nelle nostre vite e nel mondo.
“Due anni fa ho cominciato ad andare in giro per la Liguria a classificare, guardare, gli alberi monumentali – racconta Bertolino – e vedevo questi alberi nei loro aspetti botanici, facevo delle descrizioni tecniche, delle schede”. Poi qualcosa nel suo modo di vedere il mondo è cambiato: “A settembre dell’anno scorso ho perso i miei genitori a venti giorni di distanza l’una dall’altro e dopo una fase quieta a gennaio 2022 sono partito con la mia moto Guzzi e ho cominciato a girare per tutta la regione e non solo”.
Lucania, Langhe, Piemonte senza mai fermarsi. Ed è allora che Bertolino ha sentito un bisogno diverso, non raccoglieva più informazioni: “La narrazione è diventata spirituale, introspettiva. L’albero è diventato una metafora della vita. Incontravo le persone e parlavo di dolore, territorio… apprendevo fatti, conoscenze”.
Così è successo a Borzonasca, precisamente a Belpiano: “Sono stato al Mulino Ra Pria e ho preso spunto dal tema della conservazione, fondamentale per tramandare la memoria, individuale o collettiva”. Una giornata trascorsa in compagnia di Maria Grazia Sbarboro che da anni si adopera per far rivivere il mulino, simbolo di un passato recente e di un presente importantissimo per la piccola frazione. “Se conservi i beni mantieni la storia di un posto, di una persona”, continua lo scrittore ligure: “Io parlo di Ra Pria ma in realtà mi riferisco in generale all’importanza della memoria. I fatti se vengono raccontati oggettivamente diventano ricordo e storia per il futuro”.
Così Borzonasca è entrata a far parte di ‘Vento alto’: “Ero andato a Chiavari e da lì ad Acero e Borzone per ammirare gli alberi, ho incontrato due persone che mi hanno suggerito di passare a Belpiano e così ho potuto conoscere la storia del mulino”.
Impossibile definire con un genere preciso questo libro che a tratti sembra un diario di viaggio e a tratti un romanzo di ricerca di storica, Bertolino si è abbandonato alla narrazione giostrando dialoghi e descrizioni, giocando sul parallelismo tra alberi ed esseri umani. Quando un albero muore cosa resta? Spesso vicino al tronco secco si può scorgere il germoglio di una nuova vita, quando una persona cara muore continua a vivere nei gesti e nei ricordi di chi le ha voluto bene: “Mi sono reso conto che gli alberi monumentali che sono caduti, o comunque alberi storici sono rimasti nella memoria di un paese, di un borgo, di una collettività. E così di una persona rimangono i ricordi, gli insegnamenti”.
‘Vento alto’ parla anche, seppur indirettamente, del ruolo della donna: sono tanti i mestieri dimenticati che vengono citati. “Ho parlato delle sciascielline che andavano a fare la raccolta delle olive, le olivette che venivano dal Piemonte e facevano la stessa cosa”, e ancora le ragazze che dovevano raccogliere le nocciole, le bambine che sbrogliavano i bachi da seta e tanto altro.
Nel libro, che ha conquistato anche il diploma d’onore al premio letterario Milano international e il premio speciale della giuria al concorso internazionale locanda del doge di Rovigo, si alternano momenti di introspezione ad altri più divertenti.
Proprio nel 2022 l’elenco regionale ligure degli alberi monumentali si è arricchito di nuovi esemplari, a maggio scorso infatti l’elenco è stato aggiornato e oggi vi sono iscritti centotrenta esemplari. Ai tre esemplari di alberi monumentali che si trovano nel territorio del Parco dell’Aveto, il Cipresso di Borzone e il Castagno del Poggio di Acero, nel Comune di Borzonasca e la Sequoia gigante di Allegrezze, nel Comune di Santo Stefano d’Aveto si sono aggiunti tre esemplari di Faggio sul Monte Porcile, in Comune di Ne e altri tre esemplari di Faggio nella Foresta delle Lame a Rezzoaglio. E anche questa è la storia del nostro entroterra.