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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Beatrice Petrella: “Podcast e contenuti video: con questo giornalismo raggiungiamo le nuove generazioni”

“Noi operatori della comunicazione dobbiamo sempre essere consapevoli della responsabilità che abbiamo, nel momento in cui abbiamo i nostri follower. E questo vale sia per i contenuti brevi che per gli approfondimenti”
Beatrice Petrella, giornalista romana, ha vinto il Premio Roberto Morrione con il suo podcast 'Oltre'
Beatrice Petrella, giornalista romana, ha vinto il Premio Roberto Morrione con il suo podcast 'Oltre'
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di ALBERTO BRUZZONE

Fare giornalismo di qualità e, al tempo stesso, riuscire a parlare alle nuove generazioni. È il compito, decisamente non semplice, delle nuove generazioni di comunicatori, che hanno certamente l’abilità di sapersi destreggiare tra i nuovi strumenti: social network (in particolare Instagram e TikTok), podcast, piattaforme.

La carta stampata appartiene sempre più al passato, la televisione la sta seguendo, persino Facebook, ormai, è ‘roba’ da vecchi, e allora come fare a portare l’informazione tra le generazioni del domani? Tra le promesse del giornalismo moderno, capace di dare una risposta a queste domande, c’è Beatrice Petrella, romana, ventotto anni, recente vincitrice con il suo podcast ‘Oltre’ del prestigioso Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo.

Prossima a pubblicare un libro e con tantissimi altri progetti all’orizzonte, Beatrice Petrella fa il punto con ‘Piazza Levante’ su dove sta andando il mondo dell’informazione, dopo esser stata ospite a Chiavari, nei mesi scorsi, nell’ambito dello Zueni Festival organizzato dalla Società Economica.

‘Oltre’ è un viaggio nell’universo ‘incel’ italiano, ovvero i ‘celibi involontari’: “Sarà disponibile a partire dal prossimo 11 novembre su Rai Play Sound, mentre il 19 novembre, per i tipi di Piemme, uscirà il mio libro ‘Still Online. Connessi oltre la morte: la nostra eredità digitale’. Questo lavoro prende spunto dal mio precedente podcast e rappresenta un approfondimento sul futuro della tecnologia dopo di noi”.

La giornalista romana, che si è laureata alla Luiss Guido Carli di Roma e poi ha continuato a studiare anche all’estero, indaga il fenomeno del ‘dopo di noi’ tra tech, diritto e immaginazione, provando a rispondere a domande su cui anche la giurisprudenza ha iniziato a interrogarsi da poco: cosa succede online quando il corpo non c’è più? Quale sarà il destino dei nostri dati, password, immagini e alter ego virtuali? Diventeremo tutti degli ologrammi? Ma soprattutto, siamo sicuri di volerlo?

“Faccio la professione di giornalista da free lance e l’ho sempre svolta solo e soltanto così. Da una parte ci sono i limiti di dover stare su mille fronti, in maniera anche piuttosto frenetica, ma dall’altra c’è sempre la libertà di poter scegliere quello che si vuole fare. Così ho scelto i temi dei miei podcast, così come di tutti gli altri argomenti di cui ho trattato”.

Inizio di carriera nel 2009, su un tema pesante come la libertà di stampa: “La situazione in Italia è peggiorata negli ultimi anni e stiamo andando sempre peggio. Siamo finiti sotto persino a Malta, dove una giornalista, Daphne Caruana Galizia, è stata uccisa nel 2017. Si continua a non capire che la libertà di stampa è alla base di ogni democrazia. E il problema è molto più ampio di questo o quel politico che non hanno in simpatia i giornalisti. Perché qui è entrata in crisi la relazione tra il pubblico e la stampa e questo rapporto è assolutamente da recuperare”.

Beatrice Petrella sa perfettamente, come ogni giornalista, quanto sia difficile parlare ai giovani, suscitare il loro interesse: “È complicato farlo, ed è ancor più complicato farlo in maniera seria e responsabile. Io penso che tutto si basi, anche in questo caso, sulla fiducia. I social network, di per sé, non sono strumenti negativi: pure lì si possono instaurare rapporti di fiducia con questo o quel comunicatore. Noi operatori dobbiamo sempre essere consapevoli della responsabilità che abbiamo, nel momento in cui abbiamo i nostri follower. E questo vale sia per i contenuti brevi che per gli approfondimenti. Un approfondimento, se fatto bene, ha un suo seguito. Provo a dimostrarlo quotidianamente con quello che faccio”. 

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