di DANILO SANGUINETI
L’anno appena arrivato, ha trovato la sezione basket della Polisportiva Tigullio negli stessi posti nei quali l’aveva lasciata il 2022: al vertice malgrado una miriade di contrattempi e intoppi. La società che ha nel dottor Pio Macchiavello un rettore severo quanto avveduto mantiene una prima squadra che staziona nella parte alta della classifica della serie C Silver Maschile e diversi team giovanili che nelle rispettive categorie, al peggio si fanno rispettare e al meglio lottano per il titolo regionale. E sembrano, se si ha una visione del quadro generale dello sport nostrano e si è al corrente delle traversie della pallacanestro italica, mezzi miracoli che diventano prodigi tutti interi quando si tiene nella dovuta considerazione lo stato e le prospettive dell’impianto sportivo nel quale i sammargheritesi debbono operare.
Il dirigente di Tigullio Sport Team Basket ne fa un efficace riassunto: “Ci manca un tetto sicuro sulla testa. Il Palazzetto dello Sport di Santa Margherita continua a essere permeabile agli eventi atmosferici: piove sulle gradinate, siamo sempre a rischio che un temporale o peggio scarichi in ore nelle quali non siamo a guardia della struttura, leggi nelle sessioni di allenamento o prima, durante e dopo le partite ufficiali una tale quantità di acqua che dagli spalti tracimi sul parquet senza che ci sia qualcuno di noi in grado di tamponare… la falla”. Cose che accadono nell’Italia che a parole ha a cuore lo sport di base e che nella realtà si destreggia tra impianti da Terzo Mondo e dirigenti, federazioni ed enti ancora più bassi nella classifica della decenza.
Il nodo del Palazzetto tiene legate la mani della Tigullio Sport da tanto, troppo tempo. “A Santa Margherita non abbiamo alternative, in quella struttura si accentrano tante storie e tante esigenze. Aspettiamo sempre che inizi l’ultimo lotto dei lavori di ristrutturazione, quello appunto che dovrà sistemare la copertura una volta per tutte. Certo i due anni di pandemia hanno reso tutto più complicato. Una piccola speranza arriva dall’esecuzione di altri progetti: per esempio il mese scorso il Comune ha annunciato cosa intende fare per sistemare corso Rainusso: tra le altre operazioni è prevista la cancellazione di un bel po’ di parcheggi pubblici, l’intenzione è quella di recuperarli portando a termine i box che sono stati creati sotto il Palazzetto quando venne rifatto il piano terra e il piano di gioco. Si potrebbe pensare che con gli incassi del nuovo parking interrato si possa finanziare la copertura del tetto, sarebbe una ‘partita di giro’ che accoglieremmo come una liberazione”.
Nel frattempo i contatti tra dirigenza della Tigullio e amministrazione comunale si intensificano: “Abbiamo avuto assicurazione dall’assessore allo Sport, Marchesini, che l’impianto di illuminazione del Palazzetto sarà cambiato e potenziato mettendo al posto dei vecchi fari una serie di lampade Led più performanti e allo stesso tempo meno esose in termini di potenza erogata”. Un miglioramento che non si poteva procrastinare: “Vero, perché le capacità di illuminazione del precedente impianto erano obsolete e inadeguate a ospitare partite di livello nazionale. Eravamo non solo noi a essere preoccupati: gli amici della pallavolo erano stati informati dalla commissione federale che l’omologazione al terreno di gioco, concessa in deroga nel 2021 ancora per un anno, non sarebbe stata rinnovata nel 2023. Molti arbitri, di diverse discipline, si erano lamentati della scarsa visibilità”.
In tutto questo la prima squadra di Tigullio Basket ha chiuso il 2022 al secondo posto del suo girone di serie C Silver maschile. “Siamo a soli 2 punti dalla capolista. Nel girone di andata abbiamo perso solo 2 volte in dieci giornate. Una volta con la capolista meritatamente, un’altra disputando una gara pessima. Nel complesso ci sarebbe da essere più che soddisfatti considerato che abbiamo giocato per la prima volta senza stranieri Senior e abbiamo una squadra molto rinnovata, penalizzata da tre lunghi infortuni a pedine fondamentali e con tanti giovani e giovanissimi che hanno bisogno di tempo per crescere. Però”.
C’è un ‘però’ gigantesco. “La Federazione Italiana Basket non lo ha ancora proclamato ufficialmente ma sappiamo in via ufficiosa che a causa della ristrutturazione dei campionati maggiori non ci saranno promozioni in C Gold e che ci sarà un’unica retrocessione nel nostro girone da 11. Una retrocessione fittizia perché dato che siamo sotto organico (i gironi Silver dovrebbero essere di 14 squadre) è matematico che la squadra ultima in classifica sarà, se ne farà richiesta, ripescata”. Giocare in un campionato dove che si vinca o che si perda non si rischia niente è deleterio. “Esatto, per fortuna che il nostro gruppo ha saputo trovare delle motivazioni e sta facendo il suo dovere, tuttavia così non si potrà andare avanti a lungo. Abbiamo deciso, viste le premesse, di allestire una rosa proiettata verso il futuro, puntando sui nostri ragazzi e risparmiando sull’ingaggio di giocatori ‘foresti’. Abbiamo comunque scovato un ragazzo del 2003, anglo-olandese, Max Matthews che ha fatto molto bene in questa prima parte di stagione”.
Insomma la Tigullio sa cavarsela anche in questo periodo di incertezza. “Navigare a vista per sempre è impossibile – è la replica del dottor Macchiavello. Io mi auguro che Federbasket ci dia presto delle linee guida. Siamo anche alla vigilia di una riforma dello sport italiano in generale, come annunciato dal Governo e dal Ministro dello Sport, tra pochi mesi verranno riscritte le norme su svincoli, parametri, bilanci. Abbiamo bisogno di sapere come regolarci con i tesseramenti dei ragazzi, soprattutto da questo dipende il nostro futuro”. Non è certo un nostalgico Pio Macchiavello, solamente si augura che per il basket del Tigullio e ‘della’ Tigullio si creino le condizioni per tornare a organizzare, per esempio, un torneo di respiro internazionale come il Trofeo Armani che per tanti anni fu il fiore all’occhiello della società di Santa Margherita. “Come dimenticare l’edizione 2015 vinta dal Real Madrid che schierò un ragazzino ‘sotto leva’, capace di realizzare nella finale 42 punti. Veniva dalla Slovenia, si chiamava Luka. Oggi è uno dei più forti giocatori del mondo, indossa la maglia dei Dallas Mavericks e in questa stagione ha infranto una serie impressionante di record nel campionato NBA. Parlo naturalmente del fenomenale Doncic”.