di DANILO SANGUINETI
I magnifici sette, anzi i magnifici dieci, dato che una squadra di basket non ha titolari o riserve, puntano su una rotazione costante e una sinergia totale dei giocatori in lista, che stanno facendo sognare Santa Margherita e tenendo alto la bandiera del Levante, sono un mezzo prodigio.
La Tigullio Basket Santa Margherita aveva come target stagionale per la prima squadra, impegnata in serie C Silver maschile per il terzo anno consecutivo, la salvezza. L’idea di difendere le posizioni a ogni costo era sensata, considerate le tensioni e i contrattempi generali (pandemia, crisi energetica ecc) e individuali (l’antica spina della struttura sportiva, il Palazzetto dello Sport in via S. Maria del Campo, non del tutto risolta).
Del tutto a sorpresa invece sta compiendo un’impresa che sottolinea, se ce ne fosse bisogno, la resilienza del club gestito dal dottor Pio Macchiavello (dirigente responsabile della sezione pallacanestro della Polisportiva) e che fa capo per quanto riguarda il settore tecnico a Luca Macchiavello.
La serie C Silver in Liguria prevede un girone di qualificazione per scremare le dieci partecipanti in due gironi di play off ed uno di play out al quale vengono spedite le ultime due classificate. Nel raggruppamento A dei play off ci sono oltre alla Tigullio l’ottava, sesta e terza classificata del torneo di qualificazione. La Tigullio che l’ha vinto con 32 punti su 18 gare, se la vede con My Basket Genova (p. 14), Basket Pegli (p. 14) e Cus Genova (p. 22). Nel match di esordio domenica 2 aprile in casa contro il My Basket un team arancione ha vinto 76-67 nonostante dovesse fare i conti con diverse assenze. In questa fase contano i risultati già ottenuti negli scontri diretti di quella precedente. Al termine delle sei giornate, la prima e seconda in classifica, disputeranno le semifinali incrociate con le pari grado del gruppo B, al meglio delle tre gare. Le vincenti se la vedranno nella finalissima al meglio delle 5 partite.
In fondo alla corsa la speranza di salire in C Gold, campionato a carattere interregionale, riservata alla squadra che prevale al termine di una maratona lunga sei mesi. Che la Tigullio sia una candidata al trono lo dicono i numeri ma non solo. C’è una determinazione e una lucidità nel progetto di coach Luca Macchiavello che fanno ben sperare.
Ecco come riassume la situazione quando il suo team è a un passo dalla qualificazione alla terza fase. “Ci basterà vincere ancora un solo incontro per essere aritmeticamente nelle prime quattro. Ma questo non ci deve bastare”.
Ecco perché: “Abbiamo terminato al primo posto la stagione regolare, nonostante l’obiettivo iniziale fosse la salvezza, data la giovanissima età della squadra (tutti i ragazzi nati dal 2001 al 2004 e un solo Senior, da gennaio ne abbiamo avuti tre) e il forte rinnovamento del roster. In questa seconda fase l’obiettivo è quello di mantenere il primo posto e arrivare nelle migliori condizioni fisiche e mentali ai veri play off, consapevoli che ci sono squadre molto più attrezzate (penso soprattutto alla Next Step Rapallo). Rispetto alla stagione regolare non cambia nulla: occorrerà giocare ogni partita come fosse una finale. Bisognerà inoltre migliorare ogni giorno in allenamento, curando tutti i dettagli”.
Alla Tigullio guai a chi tira indietro la gamba o la mano. “Anche chi è acciaccato deve rispondere presente, se tiene alla squadra. Non siamo quasi mai al cento per cento, tra infortuni e assenze causa Covid, quindi occorre stringere i denti e dare il proprio contributo. Voglio citare come esempio Luca Gnocchi che ha sempre giocato, pure in condizioni fisiche precarie”.
A fare la differenza contribuisce il sostegno del ritrovato pubblico di casa. “La vittoria sofferta con il My Basket ne è la riprova. Siamo venuti fuori alla distanza, dopo essere stati in grande difficoltà per 15 minuti. Il nostro pubblico ci ha sostenuto a gran voce per tutta la partita (stessa cosa alla mattina quando giocava l’Under 16). Un ringraziamento speciale ai ragazzi delle nostre giovanili e a quelli della Sammargheritese Calcio con la quale abbiamo una proficua sinergia di solidarietà”.
E che bello poter vedere il Palazzetto dello Sport di nuovo con il pubblico, sia pure con diverse limitazioni. A questo proposito il dirigente responsabile Pio Macchiavello non può fare a meno di sospirare, ricordando il tormentato percorso che ha portato alla riapertura della struttura: “La scorsa estate dopo due anni di lavori la ditta incaricata lo ha riconsegnato al proprietario, il Comune. Che il primo settembre lo ha dato in gestione alla nostra società, dopo regolare gara di appalto”.
Tutto bene? Non proprio. “Il Palazzetto, datato 1973, andava messo in sicurezza, adeguandolo alle norme antincendio e le altre relative alla sicurezza di chi vi viene a giocare o ad assistere alle gare. I lavori sono stati fatti ma non è arrivata la omologazione da parte della commissione di vigilanza. L’esame doveva essere fatto ad ottobre, non si è potuto procedere per la mancanza della necessaria documentazione (che deve essere prodotta dall’ente proprietario). Ci siamo informati e pare che il ritardo nel produrre le carte sia dovuto alla rottura del plotter (in sostanza una stampante per riprodurre disegni industriali, architettonici, ecc di grande formato ndr) in dotazione al Comune e a una sua ‘laboriosa’ sostituzione”.
Quindi oggi – tra normativa Covid e precauzioni per un’agibilità ottenuta solo in via provvisoria previa firma settimanalmente rinnovata del sindaco – il Palazzetto può ospitare al massimo 100 persone, contro le oltre 350 della capienza certificata. “È una restrizione dolorosa ma inevitabile – conclude il dottor Macchiavello – Ci accontentiamo di questo. Rispetto alle porte chiuse delle ultime due stagioni è un passo in avanti. Speriamo che questa benedetta certificazione arrivi, prima o poi”.
Un pensiero al fatto che l’edificio ha avuto qualche beneficio dai lunghi lavori ma non si può certo dirsi purificato da tutti i difetti. “Beh il tetto, che non è stato toccato, è ancora malmesso, tanto che quando piove dentro alcuni settori degli spalti vanno… in ammollo. E poi c’è il problema dei vetri della zona superiore. Sono ancora quelli di 50 anni fa, ce ne sono di rotti, per cui c’è un ricambio di aria anche quando la stagione e le temperature non lo richiederebbero. Vi lascio immaginare come questo si ripercuota sulle bollette di luce e gas. È vero che sono per l’80% a carico del Comune, a noi resta il 20% ma è sempre tanto. In un biennio nel quale abbiamo perso praticamente tutti gli sponsor per mancanza di palazzetto e di pubblico questa ulteriore batosta è dura da sopportare”.
In queste condizioni vincere la C Silver e salire in C Gold, con costi più che raddoppiati, appare una mossa temeraria. Il dottor Macchiavello non fa una piega. “Intanto vediamo dove arriviamo in questi play off. Io credo che sia molto difficile vincerli ma i ragazzi mi hanno più volte fatto ricredere in questa stagione. E sarei felicissimo di essere smentito per l’ennesima volta”.