Corrono, saltano e tirano come dei satanassi. Per dieci mesi l’anno affrontano 45 match mettendoci un’intensità agonistica da paura. Come fanno i calciatori professionisti a reggere ritmi così elevati per periodi così lunghi? I soliti diffidenti mormorano che le frontiere della chimica si sono espanse oltre il pianeta del lecito; chi segue con un minimo di attenzione l’evoluzione del calcio contemporaneo sa che più che il doping potè la scienza, nella fattispecie la disciplina che si chiama appunto delle scienze motorie.
Ne è interprete capace e appassionato divulgatore Paolo Barbero che da diversi anni, collaborando con diversi staff tecnici, ha conservato, risanato e potenziato muscolature per diversi milioni di euro sotto la bandiera del Genoa CFC ma anche della Pro Recco pallanuoto, di diversi club pallavolistici e realtà professionistiche in diverse discipline. Il preparatore atletico è l’erede e l’eversore del masseur, quella figura tra il mitico e lo stregonesco che aiutava i calciatori quasi sempre prima, raramente dopo le partite. Il preparatore atletico contemporaneo è uno che ha studiato, tanto, anche più di alcuni laureati in scienze cosiddette serie, e che aderisce a una organizzazione retta da norme precise fino alla severità, con un percorso di apprendimento che conferisce certificazioni solo a patto di valutazioni rigorose.
Una ricca esperienza
In questo panorama spicca Paolo Barbero, lavagnese, che ha un curriculum di pluriennali esperienze da valerne tre normali (tra le altre cose è stato anche arbitro internazionale di volley). Nominato presidente della AIPAC Liguria (Associazione Italiana Preparatori Atletici di Calcio) non ha perso tempo, organizzando conferenze e convegni di altissimo livello. Imminente per esempio quello in collaborazione con il Genoa Cricket and Football Club e la Fondazione Genoa 1893: martedì prossimo, 10 aprile, alle ore 19,30 presso la Sala 1893 del Museo della Storia del Genoa al Porto Antico. Preparatori atletici, allenatori, preparatori dei portieri e studenti di scienze motorie potranno confrontarsi con il prof Carlo Buzzichelli, direttore dell’International Strength & Conditioning Institute, considerato uno degli esperti emergenti a livello mondiale nell’allenamento della forza per lo sport.
“E’ il quarto evento che organizziamo in questa stagione. La partecipazione è stata crescente, sorprendente nei numeri. A dicembre abbiamo avuto come relatori i preparatori di Entella e Spezia, a febbraio quello della Primavera del Milan e il curatore del settore giovanile del Genoa e l’incaricato del Ligorna per dare voce anche a chi lavora con i ragazzi o i dilettanti. A inizio del mese scorso hanno tenuto una lezione il mister del Genoa Ballardini e il suo staff tecnico”.
Da ‘girovaghi’ a professori
Il preparatore, anzi i preparatori atletici sono una componente imprescindibile nel calcio dei giorni nostri: ogni società professionistica che si rispetti ne ha diversi che si occupano della prima squadra, altri che collaborano, altri ancora che accompagnano la carriera dei giovani passo dopo passo, categoria dopo categoria. Da girovaghi che seguivano questo o quel capitano di ventura con tuta e fischietto al posto delle insegne a professori e esperti del metodo. “In Liguria la figura del preparatore è ormai istituzionalizzata. Ci sono società, anche tra i dilettanti, che investono su di loro in maniera massiccia”. Stiamo andando verso un clamoroso sorpasso, verso un calcio dove il mister e il manager saranno alle dipendenze del personal trainer? “La vedo in maniera più equilibrata. E’ esagerato sostenere che senza preparazione adeguata una squadra con undici Messi o undici CR7 fallirebbe, però sono convinto che neppure questi due supercampioni sarebbero diventati quello che sono senza un adeguato lavoro su forza, reattività, resistenza, ossia gli ingredienti per il pane che quotidianamente sforniamo e passiamo ai tecnici”.
Team working è la parola magica. “E’ essenziale mantenere le giuste proporzioni – ribatte Barbero – Lo staff tecnico ci chiede determinate cose, noi gliene suggeriamo altre, gli mettiamo a disposizione accurate valutazioni sulla forma generale e quella relativa a un particolare momento della stagione di ogni singolo calciatore. Sta poi al primo tecnico tirare le somme e decidere che uso fare dei nostri dati”.
Metamorfosi
Un’analisi collegiale, un verdetto sull’atleta che può cambiare. “Miracoli non se fanno, eppure in questi anni ho visto decine di calciatori progredire in maniera impressionante solo perché avevano ricevuto i giusti input per incrementare il rendimento, potenziare il fisico, migliorarsi sul piano nervoso, mentale, psicologico da fare”. Non più Cagliostro, non ancora Terminator. “Ci va benissimo preparatori o se preferite trainer, “istruttore”, quello che ti mostra la via”. Sta poi al singolo, alla sua intelligenza e volontà avanzare, salire, magari cadere per rialzarsi ancora più forti. Maradona si nasce, Gattuso si diventa.
(d.s.)