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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Si fa presto a dire entroterra: l’odissea di migliaia di persone per riuscire ad accedere a uno sportello bancomat, mentre i servizi sono sempre meno

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di ALBERTO BRUZZONE

Si fa presto a dire entroterra. Poi, tutti i discorsi legati alla vivibilità, all’aria pulita, al clima, agli spazi, al benessere e alla salute vanno a cozzare contro l’amara realtà. Quella che parla di mancanza di servizi e di infrastrutture. Quella che parla di cronica riduzione delle opportunità e di cronica ascesa delle persone che abbandonano.

Le valli del Levante non fanno eccezione, purtroppo, e scontano tutte quelle difficoltà che fanno di territori pur meravigliosi mete dove la vita quotidiana diventa assai difficile, tra autobus che non passano, linea internet lenta, segnale televisivo assente, uffici che non sono più aperti.

L’ultima frontiera è la progressiva sparizione delle filiali bancarie e, conseguentemente, anche degli sportelli bancomat. Ci sono comuni dell’entroterra, come Mezzanego e Castiglione Chiavarese, dove non esiste più un punto per prelevare e dove, per poterlo fare, occorre sconfinare in un altro comune. Non certo il massimo.

A lanciare l’allarme sul progressivo calo degli sportelli bancari sono stati nei giorni scorsi i sindacati. Il report firmato dalla First Cisl, aggiornato al 30 settembre 2022 attraverso una elaborazione interna del sindacato su dati di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, fotografa infatti una situazione preoccupante per famiglie e imprese, con 39 filiali per 100mila abitanti, ma una fetta sempre più grande di popolazione che ne è totalmente sprovvista nel suo comune di residenza.

Oltre la metà dei comuni liguri, spiega il report, non ha sportelli bancari sul suo territorio e spaventa proprio il dato della superficie del territorio per presenza di sportelli: oltre i due quinti sono stati colpiti dalla desertificazione bancaria (la superficie dei comuni privi di sportelli è del 42,27% della superficie totale della regione).

Oggi sono 114mila le persone che risiedono in comuni che non registrano la presenza di alcuna banca. Un dato che è cresciuto tantissimo in un arco di tempo ridotto, fra il 2015 e il 2022, quando il 40% di questa popolazione è stato privato dell’accesso agli sportelli bancari. Ci sono poi 104mila persone che risiedono in comuni che hanno un solo sportello. Analoga situazione per le imprese liguri: 6.472 hanno sede in comuni che non registrano la presenza di alcuna banca e anche per loro oltre il 40% ha visto le banche abbandonare il proprio comune negli ultimi sette anni. Sono invece 7.367 le imprese che hanno sede in comuni con un solo sportello bancario.

Ma quali sono i comuni depauperati? Il report ne fornisce il quadro. Quello più grande, senza sportelli, è Quiliano, in provincia di Savona, che ha una popolazione di 6.881 abitanti, seguito da Mignanego (3.475), Savignone (3.036), Stella (2.919) e Riva Ligure (2.812). Ne sono sprovvisti anche Toirano, Mele, Bargagli, Avegno, Boissano, Tovo San Giacomo e Pieve Ligure.

Con un solo sportello, invece, ci sono Castelnuovo Magra, in provincia della Spezia (8.331 abitanti), seguito da Luni (8.211), Cogorno (5.699), Sant’Olcese (5.569), Camporosso (5.516) e poi ancora Ceriale, Celle Ligure, Ronco Scrivia, Ceranesi, Riccò del Golfo, Spotorno, Casella.

A Levante, ecco il caso di Mezzanego, in Valle Sturla. Danilo Repetto, sindaco del Comune, racconta: “L’ultimo sportello bancario, con relativo servizio bancomat, ha chiuso un anno fa. Adesso non c’è più nulla. È rimasto un ufficio postale, ma senza il servizio Postamat, nonostante lo abbiamo più volte richiesto. Lo sportello si trovava in via Capitano Gandolfo, a pochi metri dalla sede del Comune, dentro una filiale del gruppo Intesa Sanpaolo. Lo scorso anno, la filiale è stata chiusa, il bancomat è stato eliminato nonostante i nostri ripetuti appelli e ora siamo in questa condizione”.

Se un cittadino di Mezzanego deve fare un prelievo in contanti, “è costretto ad andare a Borzonasca – prosegue Repetto – dove c’è la filiale di Intesa Sanpaolo, oppure a Carasco, dove ci sono Bpm e Carige. Qui a Mezzanego non c’è nulla: funziona un ufficio postale, ma solamente negli orari di apertura. Ci è stato promesso un Postamat nel piano di riorganizzazione dell’azienda, ma per il momento non è successo nulla”.

Il sindaco riferisce: “Siamo 1532 persone residenti, di cui moltissimi anziani. Quindi lascio immaginare cosa comporti doversi recare nei comuni vicini per effettuare le operazioni bancarie. Anche a Castiglione Chiavarese ha chiuso l’unica banca che c’era. Fa parte di una strategia di progressivo impoverimento delle vallate ed è un vero peccato che questo succeda. Se non s’inverte la rotta, qui finirà che quando ci lasceranno gli ultimi anziani, sarà tutto deserto. Non c’è ricambio generazionale: i giovani cosa ci vengono a fare qui… Ogni anno vediamo chiudere delle case che purtroppo non saranno mai più aperte, e dispiace moltissimo perché alla fine qui la qualità della vita è molto buona”.

Le banche si giustificano dicendo che “ormai la maggior parte delle procedure si possono tranquillamente fare online. Ma questo può valere per la filiale, non certo per il bancomat. E poi, qui a Mezzanego parliamo di una popolazione anziana, come dicevo. Non hanno abbastanza dimestichezza con la tecnologia”. Si è parlato tanto di Strategia nazionale delle aree interne, ma poi “sono state fatte tante chiacchiere, quello sì. Fatti ne abbiamo visto molto, molto pochi. Se qui non si attuano politiche concrete, tra qualche anno non ci sarà più nulla, niente di niente. Ci hanno detto che poseranno la fibra ottica ma per adesso siamo in questa condizione: senza bancomat, senza servizio completo delle poste, con la linea lenta e costretti a spostarci per ogni necessità”.

Poi valla a raccontare, che nelle vallate si vive bene. Certo, purché si riesca a sopravvivere. Ma se questi territori sono così preziosi, c’è bisogno che tutto questo venga dimostrato diversamente.

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