(r.p.l.) Il tema è molto delicato e da finanziario è prontamente diventato politico, perché il dibattito è tra il consigliere regionale di maggioranza Claudio Muzio, esponente di Forza Italia e membro della Commissione Sanità della Regione Liguria, e il direttore generale dell’Asl 4, Paolo Petralia, nominato a inizio del 2021 proprio dalla Giunta Regionale di centrodestra. Argomento: i fondi destinati ai posti in convenzione nelle residenze sanitarie assistite, le cosiddette Rsa.
Secondo Muzio sarebbero stati tagliati dal bilancio di Asl 4 e sarebbero insufficienti, mentre secondo l’azienda sanitaria non è stata prevista alcuna riduzione. Il bilancio di Asl 4 ha suscitato notevoli perplessità nelle ultime settimane, anche perché sono emersi “dati impietosi: nel bilancio 2022 dell’azienda sanitaria ci sono 46 milioni di euro di mobilità passiva e solo 11 di mobilità attiva, numeri che dimostrano l’altissima fuga di pazienti che si curano altrove, con molti che preferiscono il privato al pubblico o che scelgono altre regioni per curarsi”: a parlare è anche il consigliere regionale del Partito Democratico, Luca Garibaldi.
Secondo l’esponente dem, “questa emorragia va fermata con investimenti e assunzioni, cosa che in Asl 4 la Regione non sta prevedendo, visto che si moltiplicano i tagli sul territorio, con minori investimenti per le Rsa e la salute mentale. Il ‘Restart Liguria’, tanto sbandierato dalla Giunta Toti, ha dimostrato ancora una volta di funzionare solo a parole, mentre viene puntualmente smentito dai fatti: come è successo per le liste d’attesa, dove i tempi della cura per un cittadino, nella maggior parte dei casi, si contano in mesi e non in giorni”.
Ma mentre ci si può aspettare un attacco da parte di un esponente di centrosinistra, fa molto più ‘rumore’ quello di un esponente del centrodestra, Muzio nella fattispecie: “Ho appreso che nel bilancio di previsione 2022 dell’Asl 4 Chiavarese è previsto un taglio di oltre seicentomila euro al budget destinato ai posti convenzionati nelle Rsa del nostro territorio. Ritengo tale decisione inaccettabile, perché a farne le spese saranno tante famiglie che dovranno sopportare un peso economico enorme per la permanenza di un anziano nelle residenze assistite. Ricordo infatti che i posti convenzionati consentono l’importante sgravio della cosiddetta quota sanitaria dalla retta dovuta per la presenza in struttura, mentre rimane a carico della famiglia la quota definita alberghiera”.
Secondo Muzio, “la scelta della Asl risulta ancor più incomprensibile se si pensa che nel Tigullio il numero di persone anziane è tra i più alti dell’intera Liguria, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di assistenza socio-sanitaria. Per tutti questi motivi, ho presentato un’interrogazione alla Giunta Regionale sulla decisione della Asl 4. I posti convenzionati non andrebbero ridotti ma aumentati, e negli anni scorsi mi sono impegnato in Consiglio Regionale affinché ciò avvenisse. Ricordo che nella precedente legislatura regionale, anche in esito alle mie iniziative, la Giunta aveva destinato ulteriori quattro milioni di euro a tal fine, con un bando che ha consentito di attivare 240 posti in convenzione presso le residenze sanitarie assistenziali, le residenze e i centri diurni per malati di Alzheimer, di cui 25 in Asl 4. È chiaro che la scelta di Asl 4 va in direzione diametralmente opposta. Se per far quadrare il bilancio si taglia sull’essenziale, non ci siamo proprio. Attendo risposte e invito la Giunta Regionale ad assumere iniziative per porre rimedio a questa scelta dell’azienda che, ripeto, ritengo inaccettabile, anche perché impedirà di fatto lo scorrimento della graduatoria per l’accesso ai posti convenzionati”.
Nel mirino, quindi, la gestione da parte del direttore generale. Che si difende: “Nell’ambito della programmazione sanitaria posta alla base della stesura del bilancio di previsione 2022, non è mai stata prevista alcuna riduzione del numero di posti convenzionati in regime residenziale o semiresidenziale per gli anziani. Inoltre, nessuna riduzione economica risulta applicata. È prevista una riallocazione generale delle risorse, per l’ambito sociosanitario come per tutti i comparti assistenziali, volta a razionalizzare l’impatto dei diversi servizi sul bilancio d’esercizio. Sono allo studio diversi scenari, tuttora in corso di elaborazione, da realizzare nel prosieguo dell’anno, attraverso principalmente un efficientamento interno. Peraltro, l’effetto economico derivante da tali scenari è da considerarsi limitato in relazione al complessivo budget stanziato per i servizi sociosanitari, pari a diciassette milioni di euro. In base a tali simulazioni non si realizza in nessun caso un aumento del peso economico per le famiglie, poiché resta a carico del cittadino l’attuale quota alberghiera, così come resta a carico dell’Asl la quota sanitaria”.
E sulle fughe la versione di Asl 4 è altrettanto rassicurante: “Il dato è in miglioramento, perché nel 2020 erano oltre 50 milioni, e non si tratta solo di fughe verso altre regioni, ma anche verso le altre Asl”. Eppure, secondo Garibaldi, i dubbi rimangono: “Se i conti sono in miglioramento, perché rispetto al 2020 ci sono più tagli ai servizi, meno assunzioni, meno soldi per la salute mentale e la residenzialità? Dovrebbe essere il contrario. La seconda domanda: è normale che una Asl che ha un bilancio da 300 milioni di euro abbia circa 50 milioni di euro di fughe da parte dei cittadini del Tigullio? Oppure c’è un problema, evidente di risposta ai bisogni essenziali di salute, che viene sempre più cercata altrove?”. Il bilancio di Asl 4, insomma, mette d’accordo la politica. Nel senso che non la convince, in maniera trasversale.