di ALBERTO BRUZZONE
“La vera sfida sarà investire e spendere bene le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La sanità è uno degli aspetti principali, da questo punto di vista”. A parlare è Paolo Petralia, direttore generale dell’Asl 4. Lo scorso gennaio, dopo esser stato ai vertici dell’ospedale pediatrico ‘Giannina Gaslini’, Petralia prendeva il posto di Bruna Rebagliati alla guida dell’azienda sanitaria chiavarese, che copre un vasto territorio, tutto il Tigullio e il suo entroterra, e che è al centro di numerosi progetti della Regione Liguria: “È stato un anno intenso – commenta Petralia, che è pegliese di origini e quotidianamente fa la spola tra il Ponente e il Levante della Liguria – Ovviamente, caratterizzato soprattutto dall’emergenza sanitaria, ma anche da tantissima progettualità che è stata messa in campo. Mi sono trovato bene, credo di esser stato accolto positivamente, ho subito cercato d’incontrare i lavoratori sul campo, recandomi negli ospedali e continuando a farlo, ho cercato di ascoltare e di essere disponibile ed è con questo atteggiamento che mi propongo di lavorare tutti i giorni”.
L’esperienza della lotta al Covid ha insegnato, e pure molto: “Ha insegnato che le persone sono importanti, che senza il nostro staff non saremmo andati da nessuna parte, che i lavoratori di tutta l’Asl 4 vanno tutelati e valorizzati, che abbiamo un’altissima professionalità al nostro interno e che abbiamo fatto passi importanti nella gestione dell’emergenza. Adesso, con altrettanta professionalità, dovremo investire le risorse per ridisegnare l’Asl, anche in prospettiva post Covid”.
È un periodo molto complesso perché da una parte occorre gestire l’ennesimo colpo di coda della pandemia, dall’altra immaginare le strategie future e riorganizzare il sistema sanitario, cercando di non perdere il livello della performance e, soprattutto, di non far perdere qualità al servizio pubblico.
“Un anno fa – ricorda Petralia – arrivavo qui e facevo la prima dose di vaccino. Ora siamo alla terza, abbiamo vaccinato il 90% delle persone che erano state calcolate, la terza dose è andata al doppio della velocità rispetto alla prima e alla seconda: infatti, siamo già a un terzo dell’intera platea, in poco più di due mesi. È stato un grande sforzo collettivo per il quale mi sento di ringraziare tutti. Stesso discorso vale per i tamponi, e per il servizio reso alle scuole”.
Fronteggiare l’emergenza richiede tempo e sacrificio, ma non può far venir meno, né mandare in secondo piano, la programmazione: “È quello che ci chiede il Pnrr, e sono richieste ben precise. La sanità territoriale va rimodulata. Benissimo, anzitutto, l’arrivo dei finanziamenti per l’ampliamento dell’ospedale di Lavagna, che sarà sempre più il polo centrale per la medicina di alta intensità. Erano quarant’anni che si attendevano queste risorse. Ma certamente ci concentreremo anche su Rapallo e su Sestri Levante. Nessun ospedale rimarrà indietro, nessun ospedale sarà penalizzato né depotenziato, non ci saranno privatizzazioni, è un discorso non corretto”.
Secondo il direttore generale di Asl 4, “Sestri Levante si confermerà sempre più il polo d’eccellenza per la medicina specialistica e per la media intensità. Mi riferisco, in particolare, alla medicina onco, pneumo ed ematologica. Quanto a Rapallo, sono impiegati dall’Asl 4 sette dei nove moduli totali. Se qualche privato vorrà arrivare a utilizzare gli ultimi due, questo non è per forza un male: non ci vedo nulla di male in una stretta collaborazione tra pubblico e privato, se il servizio rimane alto, se viene ampliato e se rimane la gratuità per i pazienti”.
Scelte sul territorio, e questo significa anche andare avanti sul progetto delle case di comunità, che per il momento è stato molto osteggiato da alcune categorie di medici. Petralia riferisce un aspetto molto importante: “Si è parlato di casa della comunità a Sestri Levante, e infatti riqualificheremo completamente il complesso di Villa Laura. Ma questa non sarà la sola casa della comunità: ce ne sarà una anche presso l’ospedale di Rapallo e una presso l’ex ospedale di Chiavari. A Rapallo e a Sestri Levante, inoltre, verranno creati gli ospedali di comunità, e tutto questo consentirà di potenziare la struttura complessiva dell’Asl 4. La fase ospedaliera e la fase di comunità saranno complementari. Lo slogan è ‘Tigullio luogo di salute’, perché vogliamo pensare che le persone possano stare bene nel luogo dove vivono”.
Si potrà fare tutto? “Certo, dipenderà dalle persone, nel senso di risorse. In Italia mancano 65mila infermieri e 15mila specialisti e anche in Asl 4 risentiamo di questi problemi. Abbiamo assunto due primari, il livello qualitativo è salito. Vero è che anche da noi mancano i medici dell’emergenza: qui la questione va affrontata una volta per tutte, concedendo bonus a livello salariale, per il lavoro usurante, per gli orari, per le responsabilità che questi professionisti si assumono. Ci sono moltissimi nodi da risolvere, ma l’emergenza sanitaria ci ha insegnato molto, da questo punto di vista, e dobbiamo cercare di sfruttare l’esperienza per il meglio”.