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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Asl 4, l’assessore Nicolò prova a spegnere le polemiche: “Nessuno ha mai parlato di accorpamento con la Asl 3”. Ma sindaci e sindacati rimangono in allerta

Il rappresentante della Giunta Regionale: “Vorrei tranquillizzare tutti quanti che non andiamo a chiudere aziende. Il nostro obiettivo è quello di potenziare il territorio”
L'ospedale di Lavagna, quartier generale della Asl 4
L'ospedale di Lavagna, quartier generale della Asl 4
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(r.p.l.) Non c’è nessuna ipotesi di fusione tra Asl 4 e Asl 3. Le due aziende sanitarie, quella Chiavarese e quella Genovese, continueranno a rimanere autonome e a lavorare in maniera distinta, senza prospettive né di tagli né di accorpamenti o riduzioni del servizio. 

A provare a mettere fine a uno dei temi più caldi dell’estate, che non ha mancato di allarmare i sindaci del territorio, è direttamente l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò, nei giorni scorsi a Lavagna per una visita all’ospedale. 

“Nessuno ha mai parlato di accorpamento, non ci sono piani d’azione su questo. Vorrei tranquillizzare tutti quanti che non andiamo a chiudere aziende. Il nostro obiettivo è quello di potenziare il territorio, aumentare i servizi, essere più capillari, in modo tale che i cittadini, anche quelli che non vivono necessariamente nelle zone costiere ma nelle aree interne, abbiano la possibilità di ricevere lo stesso livello di offerta sanitaria”. 

Sarà invece completata, sempre secondo l’assessore Nicolò, “la centralizzazione del servizio dell’emergenza, ossia l’accorpamento dei vari centralini del 112 in un’unica centrale a Genova. Ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma partiremo già a fine settembre con il numero unico europeo per l’assistenza sanitaria non urgente. Sarà il primo passo verso la trasformazione della centrale operativa”. 

La Asl 4, in ogni caso, rimarrà autonoma. Nicolò ha risposto così ai sindaci del territorio, che nelle scorse settimane si erano mobilitati: “Il comprensorio servito da Asl 4 ha caratteristiche geografiche e demografiche uniche, che richiedono una sanità di prossimità, radicata e capace di rispondere in modo diretto alle esigenze locali. Asl 4 è stata protagonista di progetti innovativi a livello regionale, telemedicina, digitalizzazione, recupero della produttività, riduzione delle fughe passive, dimostrando un livello di efficienza e qualità che va valorizzato, non disperso. Non esistono evidenze significative di risparmio derivante dall’unione tra aziende sanitarie, anzi opinioni qualificate rimarcano come l’aumento delle dimensioni organizzative comporti quasi sempre un incremento della complessità e con effetti potenzialmente opposti a quelli attesi. Nel panorama ligure, infine, la Asl 4 è connotata sostanzialmente da livelli di efficienza elevata rispetto alle altre Asl”. 

Rimangono però in allerta le organizzazioni sindacali riunite nelle sigle Anaao-AssomedAaroi-EmacCisl MediciCgil FpFassid Uil Fpl. Secondo i sindacati la chiusura della Asl 4 “comporterebbe gravi conseguenze: marginalizzazione dei servizi nel Tigullio, con il rischio concreto di riduzione delle prestazioni sanitarie locali; perdita di autonomia gestionale di una Asl che ha finora garantito risposte tempestive e mirate; disagi per l’utenza, soprattutto per anziani e persone fragili, costretti a spostamenti più lunghi e complessi (si sottolinea che l’Asl 4 ha il primato italiano di utenza anziana); svuotamento delle strutture pubbliche, con conseguente spinta verso la sanità privata; aumento della rinuncia alle cure, causato da difficoltà logistiche, tempi di attesa più lunghi e una crescente percezione di abbandono da parte del sistema sanitario”.

“Secondo i dati del Rapporto Censis 2023, già oggi oltre quattro milioni di italiani rinunciano a cure sanitarie per motivi economici o organizzativi – ricordano i sindacati – Un accorpamento che allontana i servizi dal territorio rischia di aggravare ulteriormente questo fenomeno, soprattutto nelle aree periferiche e nei contesti con un’elevata incidenza di popolazione anziana”.

A destare ulteriore preoccupazione è la proposta di riaprire il punto di primo intervento presso l’ospedale di Rapallo: “Una decisione che, se non accompagnata da un reale potenziamento dei servizi, rischia di trasformarsi in una illusione pericolosa per la popolazione. Riaprire un Ppi senza personale dedicato, diagnostica, strutture di supporto e capacità di gestione delle urgenze che si possono nascondere tra i codici bianchi e verdi significa creare un falso presidio, che genera aspettative ma non garantisce risposte. I cittadini, convinti di trovare assistenza, si troverebbero di fronte a un polo incapace di gestire anche i codici minori, con aumento del rischio clinico sia per l’utenza che per il personale”.

Ecco perché “la sanità non si fa con gli annunci, ma con pianificazione, investimenti e responsabilità. Riaprire un punto di primo intervento senza una reale capacità operativa significa mettere a rischio i pazienti, illudere il territorio e scaricare il peso su chi lavora ogni giorno per garantire assistenza. Chiediamo alla Regione di fare chiarezza e aprire un confronto pubblico e trasparente con i territori. La sanità non può essere governata con logiche contabili, né con operazioni di facciata. L’Asl 4 rappresenta un modello virtuoso, radicato nel territorio e capace di rispondere alle esigenze di una popolazione complessa e in crescita, soprattutto nei mesi estivi. Il Tigullio non può essere sacrificato sull’altare della semplificazione amministrativa. Difendere l’Asl 4 significa difendere la salute dei cittadini, la professionalità dei lavoratori, l’identità e la dignità del nostro territorio”.

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