di ALBERTO BRUZZONE
Centotrenta anni di rilevazioni, diciassettemila documenti, quattro milioni e mezzo di dati, quattrocento studenti coinvolti. Sono solamente alcuni dei numeri della grandiosa e importantissima operazione che ha portato alla completa digitalizzazione dell’archivio dell’Osservatorio Meteorologico del Comune di Chiavari, ospitato nei locali del Seminario vescovile grazie a un accordo tra l’amministrazione e la Diocesi.
Per cinque anni ragazze e ragazzi delle scuole chiavaresi sono stati coinvolti in questo lungo e complesso progetto all’interno dei cosiddetti Pcto, ovvero i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (in sostanza l’alternanza scuola-lavoro): hanno raccolto tutti i dati dal 1883 al 2014, hanno creato ventimila fogli Excel, hanno raggruppato mille e settecento file definitivi, il tutto in settemila ore di attività complessiva.
Un lavoro maestoso, portato avanti dalle scuole superiori, anche grazie alla disponibilità e al pieno coinvolgimento dei dirigenti scolastici: gli istituti interessati sono stati il liceo ‘Da Vigo Nicoloso’, il liceo ‘Marconi-Delpino’, l’istituto ‘Caboto’, l’istituto ‘Natta Deambrosis’ e il liceo scientifico sportivo ‘Gianelli’. Per anni, i dati sono stati elaborati, convertiti, immagazzinati, confrontati e questa raccolta merita di essere raccontata, non solo a livello locale, ma pure a livello nazionale.
Infatti, dopo l’anteprima delle scorse settimane a Milano, l’esperienza di ricostruzione dell’archivio dell’Osservatorio Meteorologico sarà presentata all’interno del Festival della Meteorologia di Rovereto, in provincia di Trento. La squadra chiavarese sarà in collegamento dal Teatro Casa Caritas, venerdì 11 novembre dalle 10 in poi: all’evento ‘Citizen Science Dati Meteo’ parteciperanno Alberto Ansaloni dell’associazione Amici del Museo scientifico, i rappresentanti della Diocesi e i dirigenti degli istituti scolastici. Seguirà, alle 11 sempre all’interno del teatro, un momento di discussione aperto al pubblico e, a conclusione della mattinata, una visita guidata al Museo dell’Osservatorio (all’interno dei locali del Seminario di Chiavari, gestiti dal Comune e dall’associazione Amici del Museo Scientifico). Il pubblico potrà accedere alla sala a partire dalle 10, fino ad esaurimento posti.
“Quella compiuta dagli studenti di Chiavari è stata un’impresa – racconta Alberto Ansaloni, che l’ha coordinata passo dopo passo – Un progetto di cinque anni nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro nel quale sono stati coinvolti più di quattrocento alunni di sei istituti diversi. I ragazzi, oltre a una crescita personale in ambito informatico, hanno creato una banca dati informativa comprensiva di diciassettemila documenti. Il patrimonio di dati che Chiavari ha recuperato grazie all’opera di digitalizzazione è una risorsa straordinaria, poco conosciuta, che sarà messa a disposizione di enti e istituti anche internazionali per fini scientifici”.
Secondo Silvia Stanig, assessore alla Cultura del Comune di Chiavari, “la digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio della banca dati meteo dell’Osservatorio ha riscosso ampio apprezzamento in ambito scientifico, infatti già lo scorso febbraio a Milano è stata illustrata al Congresso nazionale dell’associazione italiana di scienze dell’atmosfera e meteorologia. Un modus operandi che verrà applicato su scala nazionale, coordinato da organi competenti. La quantità e la disponibilità dei dati resi accessibili a tutti gli studiosi del settore rappresentano, per il Seminario diocesano e per la città di Chiavari, una risorsa straordinaria e motivo di orgoglio”.
Aperto nel 2001 a seguito di una convenzione tra il Seminario Diocesano e il Comune di Chiavari, il Museo scientifico ‘Sanguineti-Leonardini’ raccoglie l’eredità del Gabinetto di Fisica istituito nel 1828 dal padre Giovanni Maria Pittaluga. Nel 1884 si aggiunse l’Osservatorio meteo-sismico per iniziativa del sacerdote Andrea Bianchi con la collaborazione di padre Francesco Denza (il fondatore della Società Meteorologica Italiana e della Rete Meteorologica Nazionale).
L’attuale intitolazione ricorda due sacerdoti che a lungo hanno prestato il loro insegnamento ed effettuato rilevazioni scientifiche nell’Osservatorio. L’importanza dell’Osservatorio superò di gran lunga quella del gabinetto di fisica, peraltro subito assorbito dall’Osservatorio stesso. Questo infatti, fin dall’epoca della sua fondazione, era tra i più modernamente e riccamente attrezzati d’Italia, tanto che ben presto fu invitato a far parte della Rete Meteorologica Italiana da poco istituita.
Con la nascita della navigazione aerea, l’Osservatorio di Chiavari ha svolto la sua insostituibile funzione di stazione per il monitoraggio dell’atmosfera finalizzato all’assistenza al volo e ha assolto al suo importante e delicato compito fino al giorno in cui l’Aeronautica Italiana ha istituito un’apposita stazione meteo in occasione della costruzione del primo aeroporto di Genova. L’Osservatorio di Chiavari, inoltre, ha sempre fornito i dati meteo a radio, televisioni e quotidiani locali, al Ministero dei Lavori Pubblici, al Ministero dell’Agricoltura e Foreste, all’Ufficio Idrografico del Genio Civile di Genova.
Il Museo si articola in tre sezioni: Gabinetto di fisica dotato di circa 300 apparecchi datati dalla fine del XVIII secolo ai primi anni dell’Ottocento. Sismologia, con tre sismografi d’epoca funzionanti. Meteorologia classica (con antichi apparecchi di rilevazione) e moderna, con vetrina interattiva e laboratorio che simula un ufficio meteo collegato con una stazione di acquisizione dati realmente funzionante.