di ALBERTO BRUZZONE
Le tecnologie digitali possono essere un vantaggio per tutti, a patto che siano sempre più inclusive. E questo significa che è importante non tagliare fuori l’importante fetta rappresentata dalla popolazione anziana. Lo abbiamo visto durante la pandemia, al culmine dei vari lockdown: quanto le piattaforme digitali si sono rivelate utili, perché molto spesso sono state l’unico modo per vedere i nostri cari, l’unico modo utilizzato da chi si trovava a casa da solo o, ancor peggio, presso una casa di riposo o presso un ospedale.
Solo che il tema di utilizzare bene le tecnologie è sempre attuale e fondamentale e, su questo fronte, un validissimo contributo continua a essere dato dal Forum delle Associazioni Familiari del Tigullio, che ha di recente concluso uno dei suoi progetti di punta.
Lo racconta l’instancabile e attivissimo presidente, Raffaele Loiacono: “Nei giorni scorsi – afferma – è terminato con successo il percorso ‘Progetto pilota anziani digitali’, che è stato realizzato grazie alla collaborazione e all’aiuto economico da parte del Comune di Chiavari. Si tratta di un aiuto agli anziani, con l’obiettivo di farli accedere alle tecnologie digitali, che abbiamo deciso di rendere ‘permanente e gratuito’, per rispondere, anche negli anni a venire, ai bisogni che via via loro andranno a esprimere”.
Al riguardo, il Forum delle Famiglie ha redatto una relazione della fase ‘pilota’, e contestualmente ha annunciato la fase 2022 del progetto. Loiacono ricorda: “Le finalità del progetto pilota sono state quelle di rendere capaci gli anziani ‘over 70’ a mettersi facilmente in relazione con persone, enti e servizi tramite pc e tablet e di saper utilizzare i dispositivi digitali per accedere, in modo sicuro, a tutte le risorse di Internet. A fronte del perdurare della pandemia da Covid 19 e, conseguentemente, all’obbligo di osservare le norme che hanno impedito l’attuazione del progetto interamente ‘in presenza’, sono state messe a punto due diverse modalità per realizzare tale progetto”.
In pratica, la prima modalità ha consentito agli anziani con scarse conoscenze digitali di partecipare al corso di formazione da casa utilizzando la piattaforma Zoom, che ha reso loro possibile di essere seguiti personalmente, usufruendo del bagaglio di esperienze del corpo docente dell’Istituto G. Caboto e delle sue studentesse. La seconda modalità, invece, ha consentito agli anziani con discrete conoscenze digitali di accedere a una ‘sala didattica’ messa a disposizione dalla parrocchia di San Giacomo di Rupinaro, opportunamente attrezzata in modo da seguire personalmente e in tempo reale il gruppo di anziani da parte dell’istruttore, mantenendo le distanze previste dalle norme governative per i locali chiusi.
Dopo la promozione del progetto e dopo la raccolta delle iscrizioni, con relativo esame delle domande, sono state acquistate attrezzature per un valore complessivo di 3700 euro e sono stati creati dei gruppi omogenei. “Le richieste di partecipazione pervenute sono state una sessantina – riassume Loiacono – ma i moduli di iscrizione che ci hanno consentito di formare corsi di anziani omogenei, ovvero con scarse, basse, medie e buone conoscenze, sono stati venticinque. Per questi anziani, nel periodo da metà giugno a fine luglio, sono state organizzate complessivamente tredici lezioni, che li hanno impegnati per un totale di circa trenta ore”.
Quindi, “al termine dei rispettivi corsi, il corpo docente dell’Istituto Caboto e gli istruttori del Forum hanno stilato una relazione che documenta, mediante una ‘Scheda di valutazione e monitoraggio’, lo svolgimento del programma previsto dal ‘Progetto pilota’ e il grado di soddisfazione sia degli anziani sia dei docenti”.
Agli organizzatori piace sottolineare due significative caratteristiche del progetto: “Anzitutto, il valore del ‘tutoring a distanza’, sia online su piattaforma Zoom, sia nella sala didattica attrezzata in modo originale dal Forum. Poi, il modello di apprendimento realizzato con l’aiuto delle studentesse del Caboto, che ha creato rapporti intergenerazionali di grande valore per loro e per gli anziani. Al termine dei corsi tenuti nella sala didattica, abbiamo anche avuto la bella sorpresa di un’anziana che, dato l’alto livello da lei raggiunto e da noi riconosciuto, si è offerta di affiancare gli istruttori nel progetto che andremo a realizzare nel 2022”. Per l’anno a venire, “si tratterà di un progetto in itinere, in quanto dovrà rispondere al continuo evolversi del sistema digitale e ai bisogni che via via andranno a esprimere gli anziani. Si tratterà quindi di un servizio ‘permanente’ e, come quello appena conclusosi, sarà completamente gratuito”.
Nel frattempo, a livello nazionale, il Servizio Civile Digitale, avviato quest’anno in forma sperimentale, è stato incluso anche nel Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (il cosiddetto ‘Recovery Plan’), come una delle azioni del Piano Operativo della Strategia nazionale per le competenze digitali e del programma flagship NextGenerationEU ‘Reskill and Upskill’, prevedendone l’estensione e l’ampliamento nel triennio 2021-2023.
È stato pubblicato l’avviso che consentirà agli enti iscritti all’Albo del Servizio Civile Universale di presentare programmi di intervento che permetteranno a migliaia di cittadini di ricevere supporto e formazione nell’utilizzo delle tecnologie, con il coinvolgimento dei giovani operatori volontari. “Le ragazze e i ragazzi non saranno solo i destinatari delle grandi innovazioni che il PNRR porterà con sé ma potranno essere anche vettori del cambiamento digitale supportando la transazione del paese verso il cloud, verso l’interoperabilità, verso una cultura di approccio digitale ai servizi pubblici”, sottolinea il ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone. Il progetto ha l’obiettivo di far crescere le competenze digitali della popolazione e favorire l’uso dei servizi pubblici online per diffondere un approccio consapevole all’attuale realtà digitale. Saranno mille gli operatori volontari che verranno formati e opereranno con il ruolo di ‘facilitatori digitali’ nell’ambito dei progetti, presentati dagli Enti di Servizio Civile Universale, agendo sul territorio e negli spazi organizzati per assistere i cittadini che hanno bisogno di supporto nell’utilizzo delle tecnologie. Al termine del servizio, potranno veder riconosciute le competenze digitali acquisite, tramite una specifica certificazione. L’iniziativa è una delle azioni per lo sviluppo delle competenze digitali di base previste dai ministri per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, e dell’Innovazione tecnologica e della Transizione Digitale, Vittorio Colao, nell’ambito della strategia Italia digitale 2026 e del Servizio Civile Universale, con l’obiettivo di investire sui giovani, sulla loro formazione e sul loro ruolo di cittadini attivi.