di ALBERTO BRUZZONE
‘Anziani digitali’, si replica. Il progetto ideato e promosso dal Forum delle Associazioni Familiari del Tigullio, che ha avuto un ottimo successo nella sua edizione ‘pilota’ nel 2021, sarà adesso replicato anche nel 2022. Si tratta di un percorso che ha per obiettivo quello di aiutare gli anziani a utilizzare le tecnologie digitali ed evitare così un progressivo isolamento sociale, oltre che rimuovere gli ostacoli per l’accesso ai servizi (amministrativi, bancari ecc.).
Realizzato in collaborazione con il Comune di Chiavari e con i docenti e gli studenti dell’Istituto scolastico ‘Caboto’, il progetto ha permesso a un gruppo di persone over 70, selezionate secondo il proprio grado di competenza, di seguire lezioni a distanza via Zoom e anche in presenza in una sala didattica appositamente allestita.
L’esperienza ha consentito agli anziani di superare molte delle loro difficoltà nell’uso degli strumenti digitali e di vivere una positiva esperienza intergenerazionale con gli studenti coinvolti.
“Per il 2022 – racconta Raffaele Loiacono, l’instancabile e attivissimo presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Tigullio – è confermata la prosecuzione del progetto, necessariamente ‘in itinere’ in quanto dovrà rispondere al continuo evolversi del sistema digitale e ai bisogni che via via andranno a esprimere gli anziani. Sarà comunque un servizio permanente e, come quello appena concluso, gratuito. Per informazioni scrivere a: comitatoforumtigullio@gmail.com”.
Intanto, il Forum delle Famiglie ha redatto una relazione della fase ‘pilota’, e contestualmente ha annunciato la fase 2022 del progetto. Loiacono ricorda: “Le finalità del progetto pilota sono state quelle di rendere capaci gli anziani ‘over 70’ a mettersi facilmente in relazione con persone, enti e servizi tramite pc e tablet e di saper utilizzare i dispositivi digitali per accedere, in modo sicuro, a tutte le risorse di Internet. A fronte del perdurare della pandemia da Covid 19 e, conseguentemente, all’obbligo di osservare le norme che hanno impedito l’attuazione del progetto interamente ‘in presenza’, sono state messe a punto due diverse modalità per realizzare tale progetto”.
In pratica, la prima modalità ha consentito agli anziani con scarse conoscenze digitali di partecipare al corso di formazione da casa utilizzando la piattaforma Zoom, che ha reso loro possibile di essere seguiti personalmente, usufruendo del bagaglio di esperienze del corpo docente dell’Istituto ‘Caboto’ e delle sue studentesse. La seconda modalità, invece, ha consentito agli anziani con discrete conoscenze digitali di accedere a una ‘sala didattica’ messa a disposizione dalla parrocchia di San Giacomo di Rupinaro, opportunamente attrezzata in modo da seguire personalmente e in tempo reale il gruppo di anziani da parte dell’istruttore, mantenendo le distanze previste dalle norme governative per i locali chiusi.
Dopo la promozione del progetto e dopo la raccolta delle iscrizioni, con relativo esame delle domande, sono state acquistate attrezzature per un valore complessivo di 3700 euro e sono stati creati dei gruppi omogenei. “Le richieste di partecipazione pervenute sono state una sessantina – riassume Loiacono – ma i moduli di iscrizione che ci hanno consentito di formare corsi di anziani omogenei, ovvero con scarse, basse, medie e buone conoscenze, sono stati venticinque. Per questi anziani, nel periodo da metà giugno a fine luglio, sono state organizzate complessivamente tredici lezioni, che li hanno impegnati per un totale di circa trenta ore”.
Quindi, “al termine dei rispettivi corsi, il corpo docente dell’Istituto ‘Caboto’ e gli istruttori del Forum hanno stilato una relazione che documenta, mediante una ‘Scheda di valutazione e monitoraggio’, lo svolgimento del programma previsto dal ‘Progetto pilota’ e il grado di soddisfazione sia degli anziani sia dei docenti”.
Agli organizzatori piace sottolineare due significative caratteristiche del progetto: “Anzitutto, il valore del ‘tutoring a distanza’, sia online su piattaforma Zoom, sia nella sala didattica attrezzata in modo originale dal Forum. Poi, il modello di apprendimento realizzato con l’aiuto delle studentesse del ‘Caboto’, che ha creato rapporti intergenerazionali di grande valore per loro e per gli anziani. Al termine dei corsi tenuti nella sala didattica, abbiamo anche avuto la bella sorpresa di un’anziana che, dato l’alto livello da lei raggiunto e da noi riconosciuto, si è offerta di affiancare gli istruttori nel progetto che andremo a realizzare nel 2022”.
Il nuovo percorso partirà in realtà il prossimo mese di novembre, per poi entrare nel vivo l’anno prossimo. Raffaele Loiacono ringrazia don Fausto Brioni, parroco di San Giacomo di Rupinaro, per aver messo a disposizione uno dei locali parrocchiali, ma contestualmente si rammarica perché il solo a credere in ‘Anziani digitali’ è il Comune di Chiavari, mentre “la mancata risposta di altri comuni non ci permette di dare vita al progetto in altre città o paesi del Tigullio”.
Eppure, ‘Anziani digitali’ diventa un progetto assai importante, anche sulla scorta di quella statistica secondo cui due anziani su dieci vivono in una condizione di isolamento sociale e soltanto uno su quattro nel 2020 è riuscito a dare un contributo in famiglia o nella società. Sono questi i dati raccolti dalla sorveglianza ‘Passi d’Argento’, dedicata alla popolazione generale con più di 65 anni e diffusi in occasione della Giornata Internazionale delle persone anziane, l’1 ottobre scorso. dedicata quest’anno proprio all’isolamento sociale e all’anziano risorsa. L’aggiornamento dei dati al 2020 offre anche l’opportunità di valutare l’impatto che l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 può aver avuto proprio su queste dimensioni, ovvero sul rischio di isolamento, sulla partecipazione alla vita sociale, sulla possibilità di continuare a essere una risorsa per la famiglia e la collettività, e più in generale sulla salute e qualità di vita di questa fascia della popolazione e suoi bisogni di cura e assistenza.
I dati del quadriennio 2017-2020 mostrano che circa due ultra 65enni su dieci vivono in una condizione di isolamento sociale; in particolare, il 20% dichiara che, nel corso di una settimana ‘normale’, non ha avuto contatti, neppure telefonici, con altre persone e il 71% di non aver frequentato nessun punto di aggregazione o incontro.
Questa condizione di isolamento sociale è più frequente con l’avanzare dell’età (40% fra gli ultra 85 enni) fra chi ha maggiori difficoltà economiche (30%) o un basso livello di istruzione (26%) ed è più frequente nel Centro-Sud del Paese; sale al 56% fra le persone con disabilità. L’analisi temporale mostra dal 2016 una lenta ma costante riduzione di questa condizione, che però sembra arrestarsi proprio nel 2020: la quota di persone a rischio di isolamento sociale passa dal 22% del 2016 al 17% nel 2019 ma non si riduce ulteriormente nel 2020.
“È chiaro – evidenzia l’Istituto Superiore di Sanità- che le restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19 con la chiusura dei locali e dei punti di ritrovo e aggregazione, e presumibilmente anche il timore del contagio, hanno ridotto significativamente le occasioni di socializzazione (così importanti in questa fascia della popolazione) e se il rischio di isolamento sociale non è aumentato, perché le persone hanno continuato a mantenere un contatto a distanza con gli altri, non ha continuato a ridursi, come invece si andava osservando negli anni precedenti”.