di DANILO SANGUINETI
Anteas, un nome che sa di antico, che richiama epopee che si perdono nel tempo: regine dalla storia tragica che si intreccia con l’eroe Bellerofonte, giganti che si scontrano con il superfusto della mitologia greca. Pensando a quest’ultimo si può tracciare una analogia con l’operato di una Associazione, anzi una rete di associazioni che si dipana sull’intera Penisola con 511 sedi territoriali e 80972 soci: come l’antagonista di Ercole, obbligato a tenere i piedi per terra se non voleva perdere la fonte della propria forza, icastica illustrazione del restare in contatto con le proprie radici, anche l’Associazione Nazionale Tutte le Età attive per la Solidarietà è attenta a non perdere di vista la sua mission, raccogliendo fondi e lanciando iniziative che mirano al benessere, della terza età ma non solo.
Una terza età che si avvia a essere la maggioranza in questo Tigullio dove le pantere grigie, gli over 65, rappresentano un quarto della fauna stanziale. C’è quindi un potenziale di crescita per organizzazioni tipo Anteas quasi illimitato. La sezione del Tigullio, che ha nel vicepresidente Rodolfo Capuccini una delle figure di riferimento e che ha sede a Chiavari in via Vinelli 25a, di recente è tornata a collaborare con il Centro Acquarone. Lo scopo? Aprire un locale ricreativo, con bar e sala da ballo inclusi. Un progetto che risponde perfettamente agli scopi di Anteas come recita l’introduzione al suo statuto: “Vogliamo generare traiettorie di fiducia per promuovere relazioni autentiche, intergenerazionalità e partecipazione. Crediamo che andare verso sia una modalità privilegiata per incontrare i diversi bisogni sociali e affrontarli poi efficacemente. Ci impegniamo per avere comunità più accoglienti e più inclusive che mettano al centro la persona e dove avvenga il passaggio da soli a solidali”.
Vincere l’isolamento è il primo degli obiettivi, conferma il responsabile del Tigullio: “Ascolto, solidarietà, disponibilità, creatività, passione. Uno stile, quello di Anteas, dove prevalgono le relazioni reciproche, il costruire insieme. Uno stile dove il ‘centro’ è là e solo là dove si svolgono le attività”.
Importante precisazione perché i campi di intervento, volendo, sono infiniti. “Vero, questo accordo con l’Acquarone era in essere da diversi anni prima che la ‘Bufera Covid’ arrivasse e colpisse duro proprio tra le persone di una certa età. Ovviamente ci siamo subito preoccupati e chiuso senza attendere il lockdown, non si poteva fare altrimenti. Ed abbiamo atteso, con pazienza, che la buriana passasse. Due mesi fa la situazione sanitaria avviata alla normalizzazione ci ha detto che erano tornate le condizioni per incontrarsi in piena sicurezza. Ed abbiamo rinnovato la convenzione con il centro che ci ospita. Abbiamo messo a disposizione una sala con annesso un baretto dove i nostri soci possono stare in compagnia. Ogni tanto organizziamo delle feste”.
Niente di eclatante, conviviali per conoscere, comunicare. E non è che la punta dell’iceberg perché Anteas ha tante altre frecce nella sua faretra: “Quattro motivi principali. Prima di tutto incentivare il volontariato: vogliamo accrescere la disponibilità delle persone a dedicarsi all’altro, intervenendo positivamente sulla comunità attraverso attività che promuovano l’alto valore sociale del volontariato”. A seguire c’è sostenere le varie associazioni: “Vogliamo svolgere un’efficace rappresentanza delle nostre associazioni affiliate, sostenendole, rafforzandole, accompagnandole nei processi di cambiamento e favorendo la partecipazione dei soci. Terzo la diversificazione e l’innovazione: curiamo più attività, differenziamo i servizi erogati e rinnoviamo la nostra progettualità così da riuscire a identificare nuovi bisogni sociali e impegnarci a sostenere nuovi destinatari. Infine e in sintesi: vogliamo consolidare e attivare relazioni autentiche incentrate sulla fiducia e caratterizzate da un approccio sinergico volto alla condivisione delle esperienze per favorire migliori traguardi sociali per le comunità”.
Per questo Anteas collabora o fa accordi e convenzioni con la Pubblica Amministrazione, le Asl, le Case di Riposo, Scuole e Università, le Cooperative sociali, altre associazioni con finalità sociali e, ancora, Fondazioni e aziende private. “Ogni sezione è autonoma e allo stesso tempo collegata con le altre, in un fruttifero scambio di esperienze. Per venire al Levante, stiamo organizzando alcuni viaggi ed escursioni, con itinerari che prevedono anche più giorni di ‘uscita’. Un lavoro abbastanza complesso che possiamo affrontare perché possiamo contare sull’opera di ben 55 volontari che lavorano sul territorio e che hanno svariati incarichi, dal trasporto di disabili all’accompagnamento, alla vigilanza nelle scuole (i ‘nonni-vigili’), dalla protezione delle aree verdi alla informatizzazione della fascia di popolazione più avanti negli anni”.
Una serie di servizi che costano una cifra minima perché svolti da Anteas che ai propri soci chiede un contributo minimo e che come corrispettivo offre una miriade di opportunità. “Tra i nostri soci quelli che prendono un piccolo rimborso sono principalmente gli autisti, quelli incaricati del trasporto dei disabili, che li portano a scuola, alle visite mediche, alle sedute terapeutiche, gente che si alza alle 6,30 per essere subito a disposizione, tanto per capirci”. Soci per ricevere assistenza, volontari per darla, Anteas funziona in entrambi i sensi della famiglia allargata. Un aiuto concreto e un sollievo per i membri più fragili e per le loro famiglie, per chi è solo, per chi rischia di restare indietro.
Nata nell’aprile del 1996, traendo spunto da diverse esperienze locali promosse e sostenute dalla Federazione Nazionale Pensionati Cisl, in neppure tre decenni è cresciuta e si è consolidata. Il suo finanziamento oltre ai tesseramenti (parte minoritaria del bilancio) si basa sull’intervento di molti generosi benefattori, il più delle volte anonimi, per niente desiderosi di prendersi le pure meritate lodi della comunità. Capuccini concorda: “Grazie a Dio ci sono delle persone che ci danno fiducia, poi in molti ci scelgono al momento di indicare l’ente al quale donare il 5×1000 della loro tassazione. È importantissimo perché ci consente di trovare sempre nuovi modi pe dare una mano. Oggi abbiamo persone che possono andare a casa dei nostri socie e risolvere il problema per coloro non si possono spostare. Oppure ci telefonano, spieghiamo loro come fare con lo Spid, la Cie e le altre ‘diavolerie’ burocratiche statali. Per fortuna per ogni sezione abbiamo formato una lista di persone in grado di dare una mano, esperti del settore. Io facevo il sindacalista e so come creare una rete di contatti. E poi siamo sul territorio da diversi anni, potrei dire che siamo radicati”. Anche se sempre molto silenziosi (ed è un peccato) a livello mediatico quelli di Anteas sanno come farsi ascoltare.
Se volete vedere come lavorano, fate un salto all’Acquarone il mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17,45. Se volete dare una mano ci sarà tra poco da versare il 5×1000: il loro C.F. è 95186930103. Ne vale la pena perché la loro capacità di creare empatia sa di antico. Attenzione antico non significa vecchio inteso come sorpassato, ammuffito, logoro e senza prospettive. Anzi i battaglieri pensionati sono capaci di spostarsi dall’asfittico Lago Dorato – senza sbocchi – all’Entella argentata, fiume che scorre (epoche siccitose permettendo) baldanzoso verso il mare. Altro che andare a vedere i cantieri. Niente ‘Umarell’ all’Anteas Levante.