di DANILO SANGUINETI
Che il 2023 sia l’anno del Tigullio non ci sono più dubbi. Vittorie inattese, vittorie spettacolari, vittorie che si possono senza alcuna remora etichettare come storiche. Già la conquista della promozione in Serie C del Sestri era qualcosa di epico: per la prima volta i corsari tra i professionisti del Sestri Levante dominando il girone A, come se non bastasse la conquista dello scudetto dei Dilettanti stracciando una avversaria dietro l’altra – tutte vincitrici nei loro gironi – fino al chiaro e inequivocabile successo sul Sorrento. E non era ancora finita.
La Lavagnese dodici mesi fa era precipitata in Eccellenza, mettendo fine al periodo lunghissimo (22 anni) di ininterrotta permanenza in serie D. Un primato nazionale! Sembrava essere il tramonto dell’era di Stefano Compagnoni, il presidente mai retrocesso in 25 anni al timone del club bianconero. Ed anche la partenza della stagione 22-23 era tremenda: la squadra non girava, il presidente appariva sfiduciato, i suoi collaboratori tra i quali la figlia Roberta (vicepresidente) e il genero Giacomo Jack Nicolini (direttore generale) sostenuti dal direttore sportivo, Andrea Croci, temevano che potesse alzare bandiera bianca. La squadra costruita per vincere languiva al sesto posto. Poi a novembre lo scatto di orgoglio del presidentissimo: ha chiamato Alberto Ruvo, allenatore esperto in rimonte, e tutto ha cominciato a girare per il verso giusto.
L’Albenga prima in classifica era irraggiungibile e il primo posto, quello che dà la promozione diretta, restava una chimera: il team di Ruvo dimezzava lo svantaggio, e si accontentava del secondo posto. Quello che dà il pass per gli spareggi nazionali, di solito proibitivi per le formazioni liguri. La Sestrese di fine del secolo scorso fu l’ultima a farcela.
La Lavagnese nel primo turno si sbarazzava del Borgomanero (1-0 in trasferta, 4-2 al Riboli) e incontrava nella finale il Mapello (provincia di Bergamo). Un’avversaria tremenda, nel primo turno aveva battuto il Cuneo due volte. Nella finale di andata al Riboli finiva 1-1, nel ritorno domenica 25 giugno sul campo dei lombardi si temeva un’altra cocente delusione. E invece con un 4-3 rocambolesco, la Lavagnese conquistava la serie D.
Una stagione interminabile, quasi interamente a rincorrere, che alla fine ha premiato il grande impegno, la dedizione e la determinazione di un gruppo e di una società tornata finalmente a splendere. Dopo la gara dell’andata terminata 1-1 al Riboli i ragazzi di mister Ruvo erano chiamati all’impresa, vincere o pareggiare con un risultato superiore all’1-1 ed i ragazzi di Ruvo hanno… eseguito. La sequenza delle reti descrive perfettamente l’andamento thrilling del match: 9′ Trocino, 24′ Righetti, 33′ Capelli rig. (Mapello), 42′ Trocino, 48′ Ghisalberti (Mapello), 64′ Comelli (Mapello), 74′ Lombardi.
Il numero uno bianconero non era presente al match, troppa sofferenza, aveva delegato la figlia e gli altri dirigenti. La sera però era in prima fila in piazza della Libertà a Lavagna ad attendere il pullman della squadra arrivato preceduto da quelli dei tifosi che l’avevano accompagnata. Ed ha indossato la maglietta celebrativa, anche se di due taglie più piccola. Faceva fatica a parlare perché si era emozionato come non gli accadeva da tempo: “È stata una soddisfazione grandissima, siamo tornati dove eravamo là due anni fa e per questo devo fare i complimenti a tutti i ragazzi, a tutto lo staff tecnico e ai miei dirigenti. Hanno restituito entusiasmo e ottimismo, è stato bellissimo. Ho seguito il match minuto per minuto, sul tre a tre un po’ ho temuto, però la squadra era ben messa in campo. Sul gol del 4-3 ho potuto esultare”.
Compagnoni non vuole meriti, li gira ai collaboratori. “Il mister è stato eccellente, ottimo il suo staff. Bisogna dare il giusto merito a Jack e Andrea che hanno costruito una squadra effettivamente all’altezza della situazione. Non dimentichiamo. Che la squadra non solo ha vinto queste finali nazionali, ma anche andata in finale di Coppa Italia”. Il tecnico a sua volta si smarca dai complimenti: “Siamo veramente contenti di avere ridato la D alla Lavagnese. Devo ringraziare questi ragazzi che hanno fatto veramente un grandissimo percorso, quindi ora godiamoci questa vittoria perché la meritiamo. È stata un’annata difficile, specialmente i play off. Abbiamo vinto contro una buona squadra, aveva fatto 90 gol in campionato. Noi siamo stati più bravi di loro, abbiamo vinto tre partite su quattro”.
Ed ora si torna in serie D per restarci. Il presidente sorride finalmente disteso: “Abbiamo allargato la società, ho accanto a me i familiari e quindi sono più sereno di prima. Faremo bene anche nella categoria superiore”. E poi l’ultima soddisfazione. Anche lui, grandissimo tifoso genoano, può dire come il collega Zangrillo: “Promessa mantenuta. Only One Year”.