(r.p.l.) Chiuse le operazioni di voto e scrutinio, in attesa del ballottaggio, è tempo di primi bilanci: l’amministrazione uscente si rinforza, flop dei partiti di centrodestra, il Pd tiene, anzi si rilancia e va al ballottaggio, obiettivo sfiorato per il progetto centrista, deludono i 5 stelle.
Vincono largamente gli astenuti
La prima forza politica a Chiavari, a conferma di una tendenza nazionale e ligure, è il ‘partito degli astenuti’. Oltre il 50% di cittadini ha scelto di non recarsi alle urne nonostante le 6 proposte politiche e civiche sul piatto, un calo dell’8% rispetto a cinque anni fa. Mancanza di credibilità da parte dei candidati o disinteresse e indifferenza generale? Difficile stabilirlo, quel che è certo è che chiunque vincerà rappresenterà solo una minoranza della minoranza dei cittadini chiavaresi. Un elemento questo che induce ad una profonda riflessione. Tante le possibili chiavi di lettura, resta il dato incontrovertibile che evidenzia una grave malattia della democrazia. Continua a vincere questo partito fantasma che purtroppo da anni condiziona il risultato di quasi tutte le elezioni politiche e amministrative italiane.
L’amministrazione uscente si rinforza trainata dal ricordo del sindaco defunto
Nonostante l’obiettivo dichiarato della vittoria al primo turno sia sfumato, l’amministrazione uscente esce sicuramente rinforzata dall’esito delle consultazioni. Lo dice con chiarezza il 48,50% e lo si deve riconoscere con onestà.
Cinque anni fa furono 4272 i voti a favore dell’allora candidato sindaco Di Capua, 5813 quelli raccolti a questo giro da Messuti. Al netto del contributo di Partecip@ttiva – che nel 2017 presentò un proprio candidato sindaco – in proporzione all’affluenza l’incremento di elettori si attesta intorno al 25%. Forse è eccessivo parlare di un ‘effetto Berlinguer’ (nel 1984 la morte improvvisa e prematura di Enrico Berlinguer a pochi giorni dal voto assicurò al suo partito, il PCI, il sorpasso elettorale sulla Democrazia Cristiana) ma il 33,79% della lista ‘Di Capua’ e le oltre 700 preferenze di Michela Canepa testimoniano il traino del compianto sindaco. Nelle ultime ora filtra l’indiscrezione che Canepa possa diventare vicesindaca; resta inspiegabile la sua mancata candidatura alla successione del marito. Probabilmente sarebbe diventata prima cittadina al primo turno con una sorta di plebiscito.
Il centrosinistra centra un risultato storico
Una sostanziale conferma per il centrosinistra rispetto a cinque anni fa in termini di bottino elettorale, ma con un ballottaggio centrato, a rendere questo risultato quasi storico per una città come Chiavari, dove dal 2003 il centrosinistra non portava un candidato oltre il primo turno. Il candidato Bettoli che, seppure alla sua prima esperienza, ha saputo in pochi mesi entrare in sintonia con l’elettorato, affronta ora la sfida più difficile: rimontare uno svantaggio che appare impervio, magari risvegliando il senso civico di chi ha preferito il mare alle urne.
Al progetto centrista manca lo sprint finale
La vera sorpresa di questa tornata elettorale sfiora per un pugno di voti il ballottaggio: dopo 15 anni di impegno in Consiglio Comunale, Silvia Garibaldi raccoglie i frutti del suo lavoro con quasi 1900 preferenze. Al laboratorio centrista è però mancato lo sprint finale per raggiungere lo sperato secondo turno. Soltanto 125 preferenze hanno impedito all’unica candidata donna di andare al ballottaggio. Resta comunque una buona base di partenza con la possibilità di continuare a fare opposizione con idee e progetti concreti, a partire da una strenua battaglia contro la realizzazione del depuratore in colmata, tema che ha suscitato consensi nella sua platea elettorale.
I partiti di centrodestra frenano Giardini
Senza il rischio di essere smentiti possiamo parlare di flop dei partiti di centrodestra. Giardini conferma il numero dei suoi voti personali (quasi 700 le preferenze ottenute dalla sua lista) ma l’ascesa dell’architetto viene frenata dalla débâcle di FDI, FI e Lega che insieme non raggiungono neanche quota 9%.
Le 5 stelle cadenti (nonostante l’impegno di Grillo)
Risultato sotto le aspettative per il più giovane dei candidati in lizza. Nonostante una campagna elettorale battente e ricca di contenuti, Davide Grillo paga la caduta libera del suo Movimento a livello nazionale e una difficoltà generale dei pentastellati ad affermarsi nelle competizioni amministrative.
Il ‘mistero’ Lanata
Anche Lanata, che si è distinto solo per la sua posizione di netto contrasto al depuratore, ha sfiorato il 2%. Per gli addetti ai lavori restano ignote le motivazioni dietro la sua candidatura, evidentemente anche i cittadini sembrano non averle comprese fino in fondo.
Cosa succederà al ballottaggio?
Tra poco più di una settimana si tornerà al voto per la sfida decisiva tra Messuti e Bettoli. Al momento tutto tace sul fronte alleanze. Messuti incassa il sostegno, per ora solo a parole, di Fratelli d’Italia. Il centrodestra sembra quanto mai disunito e difficilmente si muoverà in un’unica direzione.
Il candidato Pd, il più bisognoso di sostegno esterno, sembra voler puntare sulla larga fetta di astenuti del primo turno. La partita tra i due avvocati è ancora tutta da giocare.