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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Amt e il buco da dieci milioni di euro: perché è stata sbagliata la fusione con Atp, che ora rischia il contagio dopo il faticoso risanamento

Atp
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di ALBERTO BRUZZONE

Circa due anni fa, sulle pagine di ‘Piazza Levante’ (l’articolo qui) ci eravamo spesi, e non poco, per spiegare quanto poco fosse opportuna la fusione tra Amt e Atp, quanto fosse sbagliata e quanto fosse l’ennesima mossa ‘Genovacentrica’, a dispetto di un servizio funzionante nel Levante della provincia.

Ci spendemmo perché Atp, ovvero l’azienda di trasporti provinciali, stava tornando a navigare in acque tutto sommato tranquille, dopo un periodo non semplice, fatto di una profonda crisi e di fortissime proteste da parte dei lavoratori. Merito del management era stato quello di risollevare la baracca e tornare a veleggiare in mari meno agitati (il nostro articolo qui).

Peccato che il periodo di relativa tranquillità sia durato molto poco: sino a quando, cioè, Atp è confluita nel ‘carrozzone’ di Amt, ovvero l’azienda che si occupa di mobilità e di trasporti per conto del Comune di Genova. Qui sono tornati i problemi, sono andati in scena tutti i limiti nella gestione di un’azienda enorme e, soprattutto, i mali di Amt rischiano di contagiare Atp, creando la più pericolosa delle metastasi: che un’azienda sana diventi non sana, per effetto di un domino che poteva (e probabilmente doveva) essere evitato.

Questa la realtà e oggi che Amt ha un buco di dieci milioni di euro, e oggi che Amt è senza un presidente, tutti i nodi vengono purtroppo al pettine. Nei giorni scorsi, infatti, il numero uno della partecipata del Comune di Genova, Marco Beltrami, si è dimesso dal suo incarico. La motivazione sta nel fatto che Beltrami non ha condiviso, né appoggiato, alcune scelte dell’amministrazione Bucci, a cominciare dalla gratuità di ascensori e funicolari e dalla parziale gratuità della metropolitana. Misure che hanno pregiudicato ancor di più il bilancio di Amt. Ecco perché Beltrami ha lasciato ed ecco perché la Giunta Bucci è stata alle prese con la nomina del suo successore.

È quasi certo che il posto di Beltrami verrà preso, per la prima volta nella storia, da una donna: si chiama Ilaria Gavuglio, è una stimata commercialista di Genova e, attualmente, è la presidente del Collegio sindacale di Amt. Si tratta, quindi, di una scelta in continuità con il passato (per alcune ore è stato caldo anche il nome dell’ex presidente di Atp, Enzo Sivori), oltre che di una garanzia perché Ilaria Gavuglio conosce molto bene i conti del gruppo e, tra l’altro, ha già indicato la strada per intervenire.

Lo ha fatto all’interno della relazione del Collegio sindacale che è stata allegata al bilancio di Amt e laddove è espresso un giudizio piuttosto severo sul futuro: “In mancanza degli attesi interventi di ristoro per l’esercizio 2022, al momento non ancora deliberati, e di interventi atti a ridefinire il corrispettivo del contratto di servizi, la società non sarà in condizione di raggiungere l’equilibrio economico nell’esercizio 2022, determinando l’erosione del capitale sociale di oltre un terzo. Inoltre, sotto il profilo finanziario la società, che ha già fatto ricorso all’indebitamento bancario per far fronte alle difficoltà degli esercizi 2020 e 2021, potrebbe non disporre delle necessarie risorse finanziarie per far fronte alle proprie obbligazioni nei prossimi dodici mesi”.

Intanto, “gli amministratori hanno comunque predisposto il bilancio d’esercizio utilizzando i principi coerenti con il presupposto della continuità aziendale, confidando che gli attesi interventi si realizzeranno o che, in loro assenza, l’azionista maggioritario provveda a sostenere la società in misura sufficiente attraverso una ricapitalizzazione. Tuttavia, essi segnalano che allo stato attuale sussistono significative incertezze in merito all’avverarsi di tali condizioni che possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità della società di continuare a operare in condizioni di funzionamento nel prossimo futuro”.

In estrema sintesi, i sindaci e i revisori dei conti sono allarmati rispetto al bilancio di Amt. Ma a quanto ammonta il buco? Una cifra la comunica Matteo Gamba, sindacalista della Filt Cgil Liguria: “Siamo preoccupati per le sorti dell’azienda di trasporto pubblico locale Amt dopo l’audizione in Commissione trasporti e bilanci del Comune di Genova. Non sono arrivate risposte concrete a problemi di bilancio reali: solo generici impegni senza specificare quali strumenti sia disposto a mettere il Comune per risolverli. A oggi, a saldi invariati, ad Amt mancherebbero dieci milioni di euro per chiudere il bilancio in pareggio. In questa situazione il Sindaco vuole continuare con la gratuità su impianti speciali e metropolitana tagliando ancora di più i mancati ricavi da traffico di oltre due milioni di euro”.

Più si allarga il passivo di Amt, più ci rimette anche l’Atp, ovvero ci rimettono i trasporti provinciali. E no: fondere un’azienda sana con una che già aveva i suoi enormi problemi non è stata una bella idea. È bene che ci si pensi un po’ di più, adesso, prima di far entrare anche Amiu in stretta relazione con il Tigullio. Non verremmo esser costretti a raccontare la stessa identica storia.

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