di DANILO SANGUINETI
Deserto il ponte dello sport, che mai aveva ammainato bandiera bianca. Il volley ha deciso che la stagione 2019-20 è finita: tenere assieme i cocci non sarà certo un’impresa facile. In stato di necessità far finta che i campionati giovanili e amatoriali, perfino quelli delle serie minori – provinciali e regionali – siano terminati in un grande pareggio è tutto sommato accettabile. Meno lo sarà per campionati superiori dove erano in gioco sponsorizzazioni, abbonamenti, investimenti, diritti televisivi.
Si va incontro a un enorme ridimensionamento, non ci sono dubbi. I pro caleranno di livello, una società che vive quasi esclusivamente delle quote pagate dai suoi praticanti che percentuali di sopravvivenza avrà? Prendiamo l’Amis Admo Volley, che nell’ultimo decennio si è conquistata una posizione di preminenza nel Levante, che da realtà locale stava guadagnando posizioni su posizioni in Liguria e una discreta notorietà nazionale? Il motore tornerà ad avviarsi? Il capitale umano potrà compensare i vagoni di risorse che vanno volatilizzandosi.
A rispondere prova Marco Dalmaso, il punto di riferimento dei dirigenti e dello staff tecnico della società che ha unito le forze di Chiavari e Lavagna. “Dico, e penso di unirmi a un coro ben numeroso di dirigenti, che ci siamo trovati di fronte a una situazione incredibile. E che per prepararci a parare i colpi più duri abbiamo avuto pochissimo, per non dire alcun tempo. Io leggo che si sarebbero commessi errori, che si doveva fare così o cosà, che all’estero stanno facendo meglio. Bah, potrà anche essere, ma mi pare che soluzioni miracolose non le abbiano ancora scoperte. Il fatto è che abbiamo dovuto fermare tutto da un giorno all’altro e che non abbiamo altra chance che attendere, perché le decisioni sia per noi come cittadini che come atleti, professori, tecnici, dirigenti, verranno prese da altri”.
Dalmaso specifica di essere d’accordo su quanto fatto fino ad ora e di non essere affatto fatalista: “Sul concludere i campionati di qualsiasi ordine e grado, c’era poco da obiettare. Forse c’era il tempo, ma per come sta andando l’epidemia avremmo dovuto attendere mesi, con gli atleti che nel frattempo hanno smarrito forma, concentrazione. No, molto meglio così, per il resto io dico che la parola chiave sarà chiarezza”.
Nel senso che “si potrà ripartire quando sarà data a ciascuno, atleta, tecnico, organizzatori, certezza che possa tornare in palestra in ragionevole sicurezza. La pallavolo si svolge al chiuso, gli spogliatoi sono in comuni, non si può praticare senza varcare la distanza di sicurezza. E io come dirigente e come educatore devo garantire a chi verrà in palestra che non ci sia pericolo. E questo, vedendo come stanno procedendo le cose nel paese, non potrà certo avvenire a maggio o a giugno. Ne potremo riparlare, forse, a settembre”.
Quindi Dalmaso dà per perso anche il periodo estivo, quello nel quale Amis-Admo continuava a fare attività, con il beach volley e con i raduni in montagna. “Fatico a pensare che dopo 33 anni dovremo rinunciare alle due settimane di collegiale con i ragazzi e le ragazze delle scuole pallavolo, un periodo in alta montagna che era il vero inizio della nostra stagione, dove si forgiavano i gruppi più solidi, le amicizie più durature”.
La dura realtà impone altro. “Ci fermiamo e aspettiamo, vedremo nella nuova stagione che cosa avremo potuto salvare. Noi, a differenza degli sport ‘ricchi’, non viviamo di sponsorizzazioni però perdere quei due o tre generosi sovvenzionatori delle squadre principali potrebbe essere un colpo duro da assorbire. Pazienza, proveremo a farcela, oppure ci dedicheremo alle giovanili, risalendo a poco a poco la corrente”.
In queste settimane cosa fanno le centinaia di ragazzi e ragazze delle squadre Amis (che collabora anche con Volley Sestri e con il Villaggio Volley)? “Ci teniamo in contatto via Internet, abbiamo ideato un paio di challenge, intervistiamo i nostri giocatori più esperti e poniamo le risposte sulle nostre pagine e sui siti”.
I vollisti Amis-Admo continuano a lanciarsi la palla di qua e di là della rete, anche se è solo quella telematica.