(r.p.l.) Sino a questo momento è andato tutto più o meno bene, ma la sorte è stata ampiamente sfidata. Come l’altra mattina, quando un’automedica, con a bordo una bambina, ha impiegato più di un’ora per raggiungere l’ospedale pediatrico Gaslini di Quarto da Rapallo, una strada che normalmente, e con un mezzo d’emergenza, si percorre in venti minuti.
Il tema è sempre lo stesso: il caos sulle autostrade liguri, che non risparmia, come risaputo, i tratti dell’A12, ovvero quelli che interessano la Riviera di Levante. Il quadro è noto e, purtroppo, assai sperimentato dai più: quasi tutta la tratta compresa fra il raccordo tra la A7 e la A12, quindi prima del casello di Genova Est, in direzione Levante, e sino a Lavagna, è unicamente su una corsia, con frequenti scambi di carreggiate, per via delle numerose gallerie chiuse e soggette ai controlli di staticità.
A parte le lunghissime file in entrambe le direzioni, risulta impossibile, per i mezzi di soccorso, poter superare: lo possono fare in normali condizioni, ma non così, in quanto andrebbero a finire contromano. Per questo la situazione è delicatissima: che cosa potrebbe accadere se un’ambulanza o un’automedica non riuscissero a raggiungere in tempo gli ospedali genovesi? Possibile che di tutto questo non venga tenuto conto da parte di chi sta eseguendo i controlli?
I trasporti d’emergenza sono un tema su cui assolutamente non bisogna scherzare, né che vanno affrontati sottogamba o con superficialità. Tanto più in questa stagione, in cui la Riviera di Levante inizia, nonostante tutto, a popolarsi di turisti, insieme all’entroterra.
È giusto affrontare l’argomento ed è giustissimo sollecitare, per le vie ufficiali, Società Autostrade, come è stato fatto ieri pomeriggio a Chiavari, in occasione di un incontro svoltosi nella sala consiliare di Palazzo Bianco e al quale hanno partecipato i rappresentanti dei comuni di Chiavari, Lavagna e Cogorno, oltre ai vertici dell’Asl 4 e delle forze dell’ordine.
L’obiettivo è, appunto, quello di avviare un confronto operativo volto a trovare soluzioni in merito ai trasporti in emergenza dei malati, che necessitano di un trasferimento urgente negli ospedali del capoluogo genovese. “Visto l’aumento delle presenze sul territorio legate alla stagione estiva – si legge in una nota del Comune di Chiavari – è necessario individuare la strada da intraprendere nel caso in cui gli elicotteri attrezzati ad eliambulanza risultassero impegnati”, e si dovesse quindi raggiungere così l’ospedale San Martino via terra.
Altro problema, sollevato dal Comune di Lavagna, è il fatto che, “in attesa dell’adeguamento per l’atterraggio notturno dell’eliporto di Cogorno, ad oggi il servizio di elisoccorso è attivo soltanto in orario diurno”.
Purtroppo, i rappresentanti delle forze dell’ordine non hanno potuto garantire la presenza di una pattuglia in grado di scortare direttamente l’ambulanza. I presenti, a seguito di un lungo confronto, hanno concordato che gli operatori dell’Asl 4 dovranno contattare il Centro Operativo Automatizzato (COA) con sede a Genova, che coordina la viabilità ordinaria e autostradale del territorio e ha la possibilità di fornire in tempo reale informazioni circa lo stato del traffico, indicando la strada migliore da percorrere in quel determinato momento e verificando anche la disponibilità di una pattuglia. Inoltre, il direttore generale della Asl 4, Bruna Rebagliati, ha comunicato di aver provveduto a chiedere ad Alisa la possibilità che l’Asl 4 possa avere la priorità rispetto alle altre aziende sanitarie, considerate le criticità dovute alla viabilità.
“Scriverò nuovamente a Regione Liguria, ad Alisa, alla Società Autostrade e al sottosegretario ai Trasporti Roberto Traversi – afferma il presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 4 e assessore alla Sanità del Comune di Chiavari, Giuseppe Corticelli – chiedendo che vengano almeno comunicate con maggior tempismo le chiusure dei tratti autostradali e che venga data la possibilità alle ambulanze di avere una via preferenziale per lo spostamento verso i principali ospedali genovesi. Così non si può andare avanti”.
Secondo Corticelli, “è una grossa responsabilità quella che pesa su Autostrade, noi oggi riuniti abbiamo nuovamente lanciato l’ennesimo urlo di allarme nel loro silenzio. Tuteleremo la salute dei nostri cittadini con tutti i mezzi disponibili”. E Luca Torrente, consigliere comunale del Comune di Cogorno con delega alla Sanità, aggiunge: “Sono soddisfatto che si sia avviato un sistema di collaborazione tra vari enti, al fine di garantire una maggiore sicurezza dei malati, in caso di trasporti in emergenza verso i nosocomi genovesi. Prova è l’impegno, da parte della nostra Asl 4, di richiedere i fondi alla Regione per garantire anche sul nostro territorio un’elisuperficie abilitata all’atterraggio notturno”.
Ma, proprio nel giorno in cui la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha annunciato, attraverso una lettera al commissario straordinario e sindaco di Genova, Marco Bucci, che il nuovo ponte sul Polcevera sarà gestito da Autostrade, anche se tutto questo non andrà a inficiare il discorso dell’eventuale revoca della concessione, suscitando moltissimo scalpore e una serie di reazioni molto contrariate, su questo tema della gestione e dei transiti dei mezzi d’emergenza non si è mosso nulla.
Anche il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, è intervenuto sul tema, comunicando i dati che gli sono stati forniti dal 118: “In diciotto comuni dell’area genovese, i primi analizzati, le ambulanze percorrono abitualmente l’autostrada per raggiungere gli ospedali cittadini e i tempi di percorrenza nell’ultimo mese sono clamorosamente aumentati: dal 30% al 50%, con punte fino al 300% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Praticamente alcuni pazienti ci mettono il triplo del tempo normale”.
Da Autostrade, per adesso, poco più che un impegno generico: “La direzione di tronco – si legge in una nota – lavorerà da subito in stretto contatto con il 118 e metterà inoltre a disposizione un applicativo informatico per consentire la consultazione preventiva di chiusure e riaperture delle tratte autostradali per attività programmate di manutenzione, oltre che delle condizioni di viabilità in tempo reale”.
Insomma, nulla è cambiato rispetto allo scorso 1° luglio quando, a seguito dell’episodio della bambina giunta in enorme ritardo al Gaslini, il sindaco di Rapallo, Carlo Bagnasco, aveva commentato: “In casi d’urgenza, un minuto di ritardo nel trasporto in ospedale può rivelarsi fatale. Non prendere la questione in considerazione è folle e chiedo, per l’ennesima volta, che Aspi ponga quanto prima rimedio a questa situazione vergognosa che ci sta mettendo in ginocchio”.
La domanda è provocatoria, ma inevitabile: a qualcuno non bastano ancora i 43 morti del Ponte Morandi? Perché è questo il rischio che si sta correndo. Ed è, purtroppo, piuttosto chiaro a tutti.