(r.p.l.) Prima squadra, settore giovanile e storia della città. È stata presentata sabato in Società Economica la nuova edizione dell’Almanacco dell’Entella. La pubblicazione – quest’anno eccezionalmente edita anche in estate – è ormai un appuntamento fisso del periodo natalizio.
“È una tradizione che portiamo avanti da tempo. Per noi l’Entella è sport, Chiavari, cultura del territorio. Questo volume tiene insieme tutti questi aspetti”, racconta Sabina Croce, presidente de ‘L’Entella nel Cuore’, l’associazione solidale legata alla Virtus Entella che quest’anno, oltre al Gaslini, scende in campo per sostenere il territorio attraverso la Caritas Diocesana di Chiavari. “Ogni qual volta il territorio abbia avuto delle sofferenze, penso all’alluvione del 2014 o alla pandemia, abbiamo scelto di dividere il ricavato delle nostre raccolte fondi tra il Gaslini e le famiglie del territorio. Viste le incertezze economiche di questo periodo ci siamo nuovamente affidati alla Caritas per il sostegno alle famiglie in difficoltà”.
Calcio e solidarietà si incontrano in una pubblicazione unica da leggere, collezionare e regalare. Dalle interviste ‘one to one’ con i calciatori della prima squadra emergono quadretti sorprendenti e interessanti. La canzone preferita dal coriaceo Silvio Merkaj? ‘Con il nastro rosa’ di Lucio Battisti. Lo sportivo preferito di Dessena? Il pirata Marco Pantani.
Spazio anche per le 28 squadre che compongono il settore giovanile biancoceleste, con foto e nomi e di più di 800 tesserati.
Lo storico Getto Viarengo ripercorre poi la storia della stampa d’informazione chiavarese. Un viaggio tra l’inizio dell’800 e i giorni nostri, da ‘Il Giornale degli Appennini’ al settimanale che voi, ora, state leggendo.
Siamo nel cuore storico di Chiavari, piazza di San Giovanni, baricentro politico e religioso della città. È qui che nei fondi della palazzata prospiciente la chiesa sorgeva la Stamperia Giuseppe Pila, dove tra il 1811 e 1814 fu pubblicato il primo periodico chiavarese: ‘Il Giornale degli Appennini’.
Il primo periodico a Chiavari dopo la dichiarazione dell’Unità d’Italia fu invece ‘La verità’ nel 1863. Iniziava così un lungo e complesso cammino per l’informazione dei cittadini, un’occasione di dibattito e confronto capace di affiancare la crescita civile della città.
Con il ‘Corriere di Chiavari’ del 1884 una novità si affaccia sul panorama editoriale della città: la cadenza bisettimanale. Dalla lettura dei diversi articoli si può definire una linea editoriale conservatrice, senza particolari ricercatezze polemiche, incline ad appoggiare chi al potere in quel momento.
Secondo Viarengo una delle testate più interessanti della storia giornalistica chiavarese è ‘La Liguria Orientale’, in cui si assistette ad un continuo attacco al tentativo di realizzare una società laica, si ostacolarono in ogni modo le lotte operaie, il sindacato e i socialisti, e non mancarono duri scontri con i liberali chiavaresi e la loro pretesa di un’equidistanza tra Stato e Chiesa.
Con l’‘Avvenire di Chiavari’ del 1903 si assiste a un’ulteriore novità: la ricerca di una comunicazione davvero sperimentale. Il direttore Nino Malacoli porta nelle pagine del suo settimanale la satira. Vennero presi di mira il corrispondente del ‘Secolo XIX’, i vertici della Curia, in particolare il canonico Gemelli, gli atteggiamenti dei militi della guardia municipale.
A inizio ’900 si presenta sul territorio la militanza dei socialisti e con essa il giornale ‘Il Risveglio’. Nelle pagine del giornale vengono raccontate la storia del movimento operaio nel Tigullio e il prossimo avvento del fascismo.
Nel maggio del 1922 la destra liberale chiavarese si presenta alla città con un proprio settimanale, ‘La Settimana’, una pubblicazione dove per la prima volta si sostiene il progetto politico del fascismo.
Nell’epoca fascista la pluralità di voci che aveva sempre caratterizzato la stampa chiavarese fu soppressa. La stampa locale non aveva più nessuna efficacia, il dissenso non era più ammesso, la stampa si allineò al regime costruendo il consenso caro alle dittature.
Al termine della guerra, i primi provvedimenti dopo la Liberazione riguardarono proprio la stampa, che ritornò libera e disponibile senza censure. Il primo giornale che annuncia le notizie nel Tigullio è ‘Il Partigiano’ che, già stampato e diffuso clandestinamente dall’estate del 1944, ora ricopriva un nuovo ruolo d’informazione e di libera distribuzione. Nell’aprile del 1945 ritornò ‘La Sveglia’ e si videro altri tentativi d’editoria locale.
Abbiamo citato solo alcuni dei tanti giornali e delle tante storie riportate alla luce dal lavoro minuzioso di Getto Viarengo, una ricerca inedita che da sola vale l’acquisto dell’Almanacco.