di DANILO SANGUINETI
Non è più nel pallone, come il calembour che denominava uno dei film più spassosi sul calcio mai usciti in Italia, anzi il tecnico di una squadra di calcio di qualsivoglia categoria a qualsiasi latitudine è al giorno d’oggi uno che svolge le sue mansioni con professionalità, che gestisca una squadra di dilettanti, di professionisti, di ragazzini o di attempati amatori; giostrare tra 25-30 giocatori atleti che hanno qualità e motivazioni differenti, problemi complessi e esigenze del tutto differenti l’una dall’altra. Per questo complesso di cose non si può approssimare e tanto meno inventarsi tecnici.
Nessuno spazio per gli stregoni, il tempo degli allenatori maghi è del tutto finito e stiamo in un’altra epoca con altre esigenze.
Dal sale dietro le panchine, ai droni-gps, più cardiofrequenzimetri meno intrugli della nonna. Insomma, in un calcio che negli ultimi quindici anni ha fatto più progressi che nei suoi ‘primi’ centocinquanta, servono maestri e dirigenti di carisma e di conoscenza per l’Aiac, l’Associazione Italiana Allenatori di Calcio.
Lo scorso 9 dicembre la riunione plenaria della sezione del Tigullio (equiparato in ambiente Federcalcio alle altre sezione provinciali della Liguria) è stata l’occasione giusta per fare il punto. La serata all’albergo Monte Rosa di Chiavari aveva come scopo la premiazione degli allenatori del Tigullio.
A presentare e presidiare l’intero direttivo, il presidente oramai ‘storico’ Giuseppe Valentino assistito dalle altrettanto consolidate spalle Enzo Malatesta e Giuseppe Di Cuonzo. Quest’ultimo, in qualità di consigliere regionale, ha il polso della situazione: “Sono anni, forse mesi, decisivi per la sorte della nostra associazione in generale. E anche per il comitato locale. Nel Tigullio le cose sono andate sino a qui abbastanza bene. Adesso c’è da fare i conti con le nuove classificazioni. Il primo cambiamento si è avuto quando i patentini sono stati trasformati in licenze Uefa che permettevano a chiunque di noi, e non solo i ‘top class’, di andare, se volevano, all’estero e guidare formazioni in qualunque campionato continentale. Poi è stata introdotta la selezione più severa e graduata per conferire patentini a chi lavora con i giovani. Adesso siamo entrati nella terza fase, quella della sintesi, perché le graduatorie si specializzano ulteriormente e si possono sommare due licenze per conseguirne una terza”.
Una svolta ‘storica”: per la prima volta il Settore Tecnico della Figc lo scorso settembre ha indetto i bandi per questa nuova tipologia di corso. Lo scopo era quello di ottenere l’abilitazione ad Allenatore Dilettante Regionale. Una durata complessiva di 120 ore di lezione (oltre al tirocinio) e, in caso di esito positivo degli esami finali, viene rilasciata una nuova ‘licenza D’, che consentirà ai neo-allenatori di poter guidare – esclusivamente – le prime squadre, fino all’Eccellenza maschile e alla Serie C femminile incluse.
Il consigliere entra nel dettaglio: “Niente più corsi per ‘Allenatore di base – Uefa B’ (l’ultimo di questo genere si è svolto l’estate scorso a Coverciano durante il raduno dei calciatori ‘senza contratto’). L’abilitazione Uefa B verrà conferita a chi ha ottenuto la ‘licenza D’ grazie ai corsi per ‘Allenatore Dilettante Regionale’ e la aggiunge alla ‘licenza C’ che è l’attestato dato a chi ha superato i corsi dedicati a chi vuole guidare i giovani calciatori”.
Un iter che può apparire tortuoso ma che ha lo scopo di fare avanzare verso gli attestati di maggior peso – quelli che consentono di lavorare con i professionisti e con i giovani nei club di punta – solo chi ha accumulato un notevole bagaglio di conoscenze e ha sostenuto e superato diverse severe verifiche.
“È vero – prosegue Di Cuonzo – solo una volta ottenute le due licenze ‘C’ e ‘D’ (che insieme danno la qualifica Uefa B, senza bisogno di sostenere ulteriori esami), gli allenatori potranno eventualmente proseguire il proprio percorso di formazione e diventare così allenatori professionisti seguendo il corso di Coverciano Uefa A, quello che ti consente di sederti sulla panchina di qualsiasi prima squadra sino alla Lega Pro inclusa, condurre qualunque formazione giovanile compresa la Primavera e tesserarti come allenatore in seconda in serie A o B”.
Più in su c’è solo il corso Uefa Pro, quello che ti laurea allenatore per le prime due categorie nazionali di ogni paese. “La piramide ha ora una base più solida, perché anche gli allenatori di base avranno una preparazione molto più accurata e che non potrà prescindere dalla conoscenza dei metodi di insegnamento da impiegare nelle giovanili. I corsi per le licenze C e D si tengono nelle sedi regionali e provinciali, quelli per A e Pro a Coverciano”.
Il numero e la qualità delle sessioni di insegnamento ed esami è argomento di discussione. Di Cuonzo al proposito ha le idee chiare: “Ragioniamo guardando alla realtà che ci tocca da vicino. Gli allenatori che dipendono dalla sezione Tigullio sono circa 180, dei quali almeno 140 sono in piena attività, ossia seduti su una panchina o alla ricerca di essa. Sebbene i controlli siano molto più severi e oggi una società che non sia di Terza Categoria non può essere guidata da un soggetto senza patentino – la deroga per le altre categorie non va oltre le tre giornate, poi o si ha un mister con le carte in regola o si viene deferiti – i posti a disposizione non possono soddisfare l’intera platea degli iscritti. Mi pare quindi che contingentare i corsi annuali e non allargarli a un eccessivo numero di partecipanti sia una scelta saggia”.
In sintesi, rispetto a venti anni fa, meno patenti facili e più selezione ogni volta che si pensa di salire di un gradino verso la vetta della professione. “La Uefa B nel Tigullio l’hanno in pochi, e al tempo stesso la nostra base si è molto ringiovanita. Al Monterosa il 9 dicembre oltre al premio, meritatissimo alla carriera, per Mirco Stagnaro, abbiamo voluto segnalare chi aveva vinto un torneo nella stagione 2018-19. Erano Franco Montemarano (A Ciassetta, ha vinto in Seconda Categoria), Roberto Copello (Rupinaro Sport, Terza Categoria), Elio Ghilino (Rupinaro Sport femminile, Coppa Liguria di Eccellenza e Coppa Italia), Fabio Muzio (Caperanese, Coppa Liguria di Prima Categoria). Età media in discesa, mister preparati e che hanno voglia di aggiornarsi. Infatti le licenze vanno confermate facendo almeno due lezioni di aggiornamento annue. Nel Tigullio tutto si svolge regolarmente e con grande serietà”.
Altro che sale gettato dietro le porte o tattiche spiegate con due scarabocchi su un foglio di carta! Adesso persino per il torneo parrocchiale ti mandano la sera prima un pdf via mail e le slide con i principali schemi sull’apposita chat di Whatsapp…