di DANILO SANGUINETI
In questo tempo incredibile fa notizia che i pescatori sportivi tornino a parlare anche di risultati agonistici perché da mesi fanno anche e soprattutto ‘resistenza verde’, ossia stanno a guardia della flora e della fauna oltre che dell’habitat frequentato dalle loro ‘prede’. In realtà i pescasportivi da sempre sono sensibilissimi a queste tematiche, la differenza è che quanto sta accadendo, dal climate change in giù, obbliga a stare sul pezzo. Quindi l’aggiornamento riguarda non soltanto la ‘usuale’ sfilza di successi e piazzamenti importanti degli atleti della Garbolino Fi.Ma Chiavari, c’è anche una diatriba o se preferite una polemica ma sempre costruttiva sulla questione sulle questioni l’equilibrio dell’habitat alle spalle della Riviera.
Questa volta tocca alla Val Graveglia finire sotto la lente d’ingrandimento del presidente Umberto Righi e dei suoi fidi, preoccupati dallo stato del torrente che dà il nome alla valle: “La messa in sicurezza del corso di acqua sta bellamente sorvolando sugli aspetti di tutela dell’ecosistema fluviale, in primis i pesci, che in questi casi vanno non solo rispettati, ma pure ‘recuperati’ e spostati in zona non interessata dai lavori”.
C’è una Legge Regionale, la n° 8/2014, che disciplina la pesca nelle acque interne e scandisce le norme per la tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico. Righi cita. “L’articolo 18 al comma 5 lett. a) prevede l’obbligo per coloro che, per motivi vari sono stati ‘autorizzati’ a intervenire (vedi pulizia per messa in sicurezza dell’alveo) e che durante i lavori, volutamente o casualmente, prosciughino o deviino il corso d’acqua, di provvedere a proprie spese al recupero della fauna ittica, tramite personale abilitato della Provincia o Regione, o ditte specializzate comunque sotto il controllo dell’Ente pubblico gestore delle acque. In più impone il ripristino, sempre a proprie spese, e secondo le indicazioni della Carta Ittica, della popolazione ittica preesistente”.
Considerazioni finali amarissime. “Dei pesci è oramai chiaro non importa nulla a nessuno, eppure anche nel Graveglia, c’erano tutte specie autoctone, come stabilito dal Ministero della Transizione Ecologica, che ha dettato non meno di un anno fa specifici obblighi e criteri gestionali imposti dalla Ue per la conservazione degli habitat e progetti di studio per distribuzione e incremento delle specie ittiche native liguri. Riusciremo mai a regolamentare queste azioni con comportamenti e disposizioni applicate in sinergia con il bene del territorio e dell’ambiente?”.
Per fortuna che ci sono anche i suoi ragazzi, gli agonisti della Fi.Ma Garbolino a sgombrare il cielo dalle nubi. Negli stessi giorni Alessio Alessiani con i risultati ottenuti alla finale degli Italiani Individuali Canna da Riva è stato ammesso nel club azzurro. L’arrivo di un esaltante percorso partito dai tornei provinciali e proseguito con numerose sfide a livello nazionale. Il chiavarese ha dimostrato abilità tecnica e vittorie nei differenti campi gara d’Italia. La conferma sulle dighe di Porto Corsini e Marina di Ravenna, sabato 8 e domenica 9 ottobre.
Alessio Alessiani, unico rappresentante delle società genovesi arrivato alle finali, è stato tra i migliori, ottenendo un ottimo sesto assoluto finale, dimostrando costanza nei risultati in ogni prova. La disciplina infatti si articola in molte prove, in differenti località italiane con caratteristiche diverse, solo i più costanti ed eclettici riescono ad emergere. L’ascesa nelle classifiche nazionali del chiavarese era iniziata l’anno scorso con le due prove provinciali, dove si era piazzato secondo assoluto, per proseguire con la selezione zonale di Livorno di giugno 2022 (sesto assoluto), fino ad arrivare alle ultime quattro gare nazionali di Palermo a settembre e di Ravenna a ottobre, andando sempre a medaglia (2-3-3-2) e chiudendo sesto assoluto su cinquanta atleti selezionati dalle prove disputate lungo tutta la Penisola.
Dopo un paio d’anni di assenza Alessiani ritorna così nel ristretto giro del Club Azzurro, le cui selezioni per vestire la maglia azzurra nel 2023, si disputeranno a breve. Da notare che per lui si tratta della decima volta – dodici considerando anche la canna da natante – in cui si confronta con i migliori ad altissimo livello. Le sue sensazioni: “Sono particolarmente felice di questo risultato, nella specialità che più mi appartiene, pur praticando anche altre come il colpo e feeder in acque interne. Addirittura, leggendo la classifica e considerando i distacchi minimi nelle varie prove, dove un pesce perso ti può far perdere posizioni, sarei potuto nuovamente salire sul podio, dopo il titolo italiano del 2014”.
Il presidente Righi di rimando: “Dire di un campione del calibro di Alessio che non sbaglia un colpo è riduttivo: la preparazione tecnica è polivalente, la concentrazione e l’impegno sempre al massimo e si vede nei risultati sempre al vertice. Alessio onora la storia agonistica e la scuola di pesca della Fi.Ma Chiavari, che piazza da decenni i propri atleti nel Club Azzurro, in Nazionale e ai Mondiali, con titoli individuali. Oltre a lui nella canna da riva vanno citati anche coloro della Fi.Ma Chiavari che sono attualmente in Club Azzurro e in nazionale: Filippo Montepagano e Francesco Zama nel Long Casting, Ermanno Turletti Surf Casting, Claudio Marino nella mosca, oltre al Titolo Italiano di Società nel Lancio tecnico e la squadra Fi.Ma Chiavari del Surf Casting (Filippo Montepagano, Francesco Zama, Dario Turletti ed Ermanno Turletti) promossa al campionato di elite (migliori 20 società d’Italia) in corso di esecuzione. Un orgoglio, un prestigio per la Fi.Ma, per lo sponsor Garbolino e per Chiavari”. E i fiumi e i laghi deserti e abbandonati per un giorno sono dimenticati.