di ANTONIO GOZZI
A Milano è in corso di attuazione il progetto ForestaMi, che entro la fine dell’anno completerà la piantumazione di 20mila tra piante di alto fusto e arbusti (il triplo di tre anni fa) e di circa 100mila nell’intera area metropolitana, con il sogno di arrivare a 3 milioni entro il 2030. Nasceranno 20 nuovi parchi e c’è un fortissimo movimento culturale e di opinione a sostegno di questa iniziativa del Comune e della Giunta Sala.
Il dramma del Covid ha accelerato l’attuazione del piano.
L’architetto Stefano Boeri, inventore del Bosco Verticale e presidente del Comitato Scientifico di ForestaMi, sostiene in particolare che la rivoluzione verde possa rappresentare un valido strumento per rendere più sicuro l’ambiente milanese inquinato dalle polveri sottili risultanti dal traffico veicolare e dal riscaldamento delle abitazioni. Gli alberi da una parte assorbono polveri sottili, che taluni studi scientifici identificano come potenziali vettori del contagio pandemico, e che certamente provocano malattie polmonari anche gravi, e dall’altro usano la CO2 come fertilizzante rilasciando ossigeno vitale per gli esseri umani.
Tre milioni di alberi in 10 anni ridurranno le polveri sottili del 70% e avranno un impatto gigantesco sul tema della CO2.
Tenuto conto che l’area metropolitana milanese conta circa 3 milioni di abitanti, sarebbe come a dire che si progetta di piantare un albero per abitante. Naturalmente ciò implicherà politiche urbanistiche ad hoc. Sempre Boeri sostiene ad esempio che una delle grandi politiche urbanistiche delle future Amministrazioni milanesi, tenuto conto delle tendenze sulla mobilità sempre meno incentrate sull’auto individuale, dovrà essere la graduale sostituzione di aree di parcheggio per auto con aree verdi.
Ho fatto questa premessa ‘milanese’ citando l’amico Stefano Boeri, recente ospite di ‘Piazza Levante’, non solo perché penso che Milano spesso sia avanti e indichi la strada, ma anche perché voglio trasferire il tema a Chiavari, Lavagna e a tutta l’area dell’Entella facendo una vera e propria provocazione alle Amministrazioni Comunali affinché il tema del verde sia posto come priorità assoluta.
L’area urbana che sorge intorno al nostro sacro fiume ha da questo punto di vista enormi potenzialità che non sempre sono comprese e sfruttate.
È ovvio che non siamo in pianura Padana, e che la presenza del mare migliora enormemente la qualità dell’aria nel Tigullio e quindi anche nella piana dell’Entella, ma bisogna fare di più sfruttando l’ottimo punto di partenza per rendere il nostro ambiente un esempio di eccellenza e di richiamo in cui politiche urbanistiche, ambientali, agricole, del verde urbano e suburbano e della mobilità si intreccino in un piano complessivo per i prossimi dieci anni. Se usassimo i parametri milanesi significherebbe piantare più di 50mila alberi nei prossimi dieci anni nella piana dell’Entella. Anche se dimezzassimo perché c’è il mare significherebbe 25mila.
‘Piazza Levante’ vuole aprire un dibattito su questo tema invitando tutti, amministratori, urbanisti, tecnici del settore e semplici cittadini, a dire la loro e ad impegnarsi perché il tema del verde sia al centro dell’agenda.
Pochi flash per aprire il dibattito.
A Chiavari, città chiamata un tempo degli orti-giardini, il tema del verde urbano negli ultimi trenta anni non è mai stato al centro dell’attenzione almeno come politica di sviluppo dello stesso. Più o meno buona l’ordinaria manutenzione dell’esistente ma nessun reale programma per il futuro. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: non esiste un piano regolatore del verde, i parchi cittadini sono assai poco valorizzati a partire dal più importante, il Parco Rocca, e il verde sull’area di colmata è e sarà per lungo tempo solo sulla carta.
Il tema è sempre culturale. L’ultimo esempio è costituito dai lavori in corso su parte dei marciapiedi di corso Lima, che prevedono la rimozione dei cordoli di arenaria e la totale cancellazione del progetto del 1900 dell’ingegner Questa, realizzato su incarico della Società Economica. Tale progetto prevedeva uno specifico cordolo del marciapiede con conci di arenaria a realizzare un corrente intervallato da spazi per la messa a dimora dei lecci; una sorta di ‘merlatura’ dove tenere le piante. Ebbene, negli ultimi dieci anni molti dei lecci ormai secolari sono stati rimossi senza essere poi sostituiti. Gli ultimi, sotto l’Amministrazione Levaggi, segati brutalmente per presunte malattie. Fotografai i tronchi tagliati in quell’occasione, dai quali francamente per un occhio inesperto non si intravvedevano malattie, ma tant’è. Le promesse di ripiantumazione dei lecci tagliati, solennemente fatte dall’allora assessore Sandro Garibaldi, sono cadute nel vuoto.
Sollevai allora la questione della procedura da seguire per il taglio di alberi così importanti: se sono riconosciuti come un valore vero e di difficile ricostituzione, non basta la decisione del Capo dei giardinieri o del Funzionario dei Lavori pubblici per avere il disco verde al taglio. Ci vorrebbe il parere di una commissione con botanici non in conflitto di interessi. Troppo spesso tecnici e giardinieri comunali sono mossi infatti da eccesso di cautela e di autotutela o da noie da manutenzione (poco personale, gli alberi ‘sporcano’ ecc ecc).
Restiamo in attesa della piantumazione dei lecci mancanti in corso Lima, una delle strade di cornice più belle proprio per la qualità del vecchio progetto Questa, e per la presenza di un’azienda agricola urbana, con colture di vigna e ulivo, che si pone come forte strumento di presidio ambientale.
Lavagna. Qui l’orientamento culturale dell’attuale Civica Amministrazione a favore del verde sembra assai più forte e radicato. La straordinarietà della piana agricola del lungo Entella, con colture ortive ancora ben presenti, fa di quest’ambito un patrimonio storico, culturale e ambientale che l’Amministrazione vuole a tutti i costi salvaguardare a partire dalla definitiva cancellazione della cosiddetta ‘diga Perfigli’.
Alcuni giorni fa Lavagna, unico comune della Liguria, ha ricevuto proprio per la tutela della piana dell’Entella il premio Spighe Verdi. I motivi del premio assegnato dalla Fee e da Confagricoltura vanno individuati nella tutela del suolo, nella qualità dell’aria e dell’acqua e nella politica pubblica di valorizzazione e conservazione del paesaggio rurale. La presenza del fiume, che negli ultimi anni è diventato una straordinaria oasi ornitologica al confine dell’area ortiva agricola, dà all’insieme un valore straordinario.
Cogorno, Carasco e Leivi, i comuni del primo entroterra, agricoli per storia ma il cui territorio è stato gravemente compromesso dall’edificazione degli anni passati, devono ripensare un sistema di tutela delle aree coltive ancora esistenti e utilizzare la nuova piantumazione per riassorbire e mitigare le ferite di un’urbanizzazione non governata.
Le opportunità della piana dell’Entella e dei comuni su di essa gravitanti sono comunque maggiori delle debolezze. Occorre visione e coraggio per trasformare il pregio e le bellezze ambientali di un’area marina ma anche verde e agricola in uno straordinario progetto per il futuro.