Abbiamo ricevuto in redazione moltissimi messaggi di cittadini chiavaresi arrabbiati che si lamentano per aver trovato, sabato mattino scorso, gli Uffici Comunali chiavaresi chiusi, in particolare l’Anagrafe e l’Ufficio Tributi.
Nessuna comunicazione da parte del Comune, nessun avviso, soltanto una saracinesca abbassata e una porta chiusa.
Abbiamo provato a capirci qualcosa di più e al di là della meritevole denuncia dei consiglieri di opposizione Roberto Levaggi, Silvia Garibaldi e Daniela Colombo, non siamo riusciti a saperne granché. Solo ‘rumors’ sul fatto che il sindaco Di Capua, inaudita altera parte (in particolare la Giunta e l’Assessore al Personale, che pare non ne sapessero nulla) si sarebbe lasciato convincere dalle rappresentanze sindacali interne del personale, accondiscendendo a un’antica rivendicazione dei dipendenti comunali di non lavorare al sabato mattina.
Se fosse davvero così, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli.
Un Comune che ha una percentuale molto elevata di cittadini che sono a Chiavari solo nel fine settimana per ragioni di lavoro (pendolari e/o gente che lavora stabilmente fuori di Chiavari durante la settimana) o di residenza (ospiti con residenza a Chiavari ma spesso fuori dalla città o turisti con casa di vacanza a Chiavari) e che quindi possono usufruire dei servizi e degli uffici comunali solo il sabato mattina li lascia, incredibilmente, a piedi, chiudendo i servizi senza neanche un preavviso.
La questione è sempra la stessa. Chi è il cliente? Quali sono gli interessi prioritari da salvaguardare?
Un responsabile di pubblico servizio, un amministratore comunale, un Sindaco dovrebbe innanzitutto porsi queste domande e decidere di conseguenza.
È chiaro che l’interesse prevalente e prioritariamente tutelabile in un caso del genere è quello del pubblico e quindi le richieste sindacali e dei lavoratori, sia pure legittime, dovrebbero passare in secondo piano.
Sarebbe come a dire che i vigili il sabato e la domenica possono starsene a casa. Non è così ovviamente e attraverso sistemi di rotazione, che potrebbero applicarsi anche in questo caso, molte amministrazioni pubbliche e anche comuni liguri riescono egregiamente a garantire il servizio.
Anagrafe e tributi sono servizi essenziali come quello dei vigili. L’anagrafe per evidenti ragioni di potenziali servizi urgenti; i tributi perché devono raccogliere versamenti dei cittadini a favore dell’Ente Pubblico e quindi bisogna mettere i contribuenti nelle migliori e più comode condizioni di pagamento.
Ciò è tanto vero che mai le amministrazioni comunali chiavaresi precedenti (comprese quelle presiedute da Agostino, che fu molto duro al riguardo) avevano accettato le richieste sindacali, non si erano lasciate convincere dalle Rsu e avevano sempre privilegiato l’interesse pubblico, riuscendo a tenere aperti anche il sabato mattina i due servizi incriminati.
D’altronde altri comuni importanti della Provincia come Genova e Sestri Levante tengono aperti gli uffici il sabato mattina e lo fanno sulla base dello stesso contratto di lavoro vigente a Chiavari.
Il vecchio Nenni diceva “…forti con i deboli e deboli con i forti…”: sembra il nostro triste caso chiavarese.
In questa situazione di scontento e di poco rispetto per i cittadini, che non sono stati neanche avvertiti, il giornale locale, in maniera un po’ surreale, dà la notizia della chiusura dei servizi con un trafiletto di pochissima evidenza, ma lo stesso giorno dedica un’intera pagina al mirabolante rapporto del Comune di Chiavari e del suo segretario comunale con la SDA Bocconi a proposito della riorganizzazione e efficientizzazione degli Uffici comunali chiavaresi.
In tempo de guera…