Al cuore non si comanda. Un anno e mezzo più tardi un altro Andrea, Orlandi ripercorre la vicenda che portò all’addio anticipato al calcio giocato da parte di Andrea Catellani. Oggi come allora la società ospite e allo stesso tempo protagonista degli avvenimenti è la Virtus Entella. Anche questa volta sono stati i controlli super dettagliati ordinati dal club di Lega Pro a individuare una patologia cardiaca di una gravità insospettata e difficilmente individuabile a meno, appunto, di esami molto approfonditi.
Una serie di test ripetuti nel tempo, da vari istituti hanno portato a una sentenza inappellabile lunedì 25 marzo: la carriera di calciatore professionistico di Andrea Orlandi – nato in Spagna il 3 agosto 1984 da genitori originari di Novara – è conclusa. Per un mediano di lotta e corsa, cresciuto nelle giovanili dell’Alaves, che ha al suo attivo apparizioni in Premier League e Primera Division, che ha indossato le maglie di Barcellona (con Rijkaard allenatore), Swansea City (dalla terza serie alla Premier League), Apoel Nicosia, Novara, Chennaiyin (India), è una bastonata.
“È stato come se mi cadesse addosso il cielo. A 34 anni mi sentivo ancora in grado di fare la mia parte. Quanto mi è stato riferito dai dottori però non lascia adito ai dubbi, bisogna appendere le scarpe al chiodo”.
La vita cambia in poche ore: “La prima reazione è stata di sconforto, credo che sia comprensibile, poi ho pensato alla mia famiglia, a mia moglie e alle mie due figlie. Poi ho pensato a cosa rischiavo, a cosa poteva accadere, se non ci fosse stato lo staff medico dell’Entella a fare tutti quei controlli e scoprire questo problema. Il sapere che cosa ho rischiato mi fa venire i brividi”.
L’aiuto psicologico di dottori, compagni, allenatore e soprattutto dei dirigenti biancocelesti, presidente Gozzi in testa, è stato importantissimo. “La lista dei ringraziamenti che debbo fare sarebbe lunghissima, li coinvolgo tutti in un abbraccio. Mi hanno trattato come un amico di lunga data nonostante fossi arrivato solo il 31 gennaio e non sia riuscito a giocare neppure un minuto con questa casacca. Una vera famiglia dove nessuno viene abbandonato. Mi sarebbe piaciuto dar loro una mano per tornare in quella serie B che ampiamente meritano”.
Orlandi ha voluto ringraziare personalmente il Presidente. Antonio Gozzi ha rilanciato: “Prima di ogni altra considerazione, all’Entella sta a cuore la salute dei propri tesserati: per questo abbiamo voluto che si andasse a fondo alla faccenda e controllato scrupolosamente. Potrei dire che questi controlli così accurati riuscendo a evidenziare la patologia di cui soffre Orlandi hanno evitato il peggio. Il ragazzo ha saputo affrontare questa imprevista e dolorosa svolta nella sua vita. È in questi frangenti che si conoscono le persone: Andrea ha mostrato carattere, fermezza e maturità. Ora per lui inizia un capitolo del tutto nuovo, gli auguro di riuscire a trovare la sua strada; sappia che, se vuole qui da noi troverà sempre la porta aperta”.
Un’apertura di credito confermata dall’interessato: “Mi hanno chiesto di entrare in società. Un gesto che mi ha commosso, che solo persone con grandi valori potevano fare. Non sono mai sceso in campo in una partita ufficiale con la loro maglia, eppure mi danno fiducia…”.
Il susseguirsi degli avvenimenti, l’accavallarsi di decisioni e svolte che possono segnare l’intera esistenza inducono adesso a una necessaria pausa per riordinare le idee. L’offerta dell’Entella rimane sul tavolo, Orlandi chiede un po’ di tempo per riprogrammare il suo futuro. “Adesso mi prendo qualche giorno di riflessione e poi vedrò che cosa posso fare. L’Entella mi ha aperto le porte ma non mi hanno fatto nessuna offerta formale: hanno capito che ho bisogno di un po’ di tempo. Quando saprò che cosa voglio fare esattamente, parlerò con i dirigenti chiavaresi per chiarire e chiarirmi le idee”.
Il giocatore, andato sotto i riflettori senza averlo chiesto, si defila momentaneamente. Non è tipo da seguire le vie più comode, nella sua carriera è andato anche a giocare a Cipro e in India, dopo Spagna e Inghilterra. In Italia sa di essere conosciuto e stimato.
La lettera inviatagli dal presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, lo conferma: “Caro Andrea, quando la vita ci mette davanti a prove difficili, che sembrano insormontabili, entra in gioco la determinazione di non far vincere ciò che ci provoca sofferenza. La forza è preziosa alleata e si trova dentro di noi. È una colonna della vita, un valore che si alimenta con la famiglia, gli amici, i compagni di squadra ed i tifosi. Tu hai trovato una grande famiglia all’Entella, dove si compie un’esperienza di rilievo a livello personale e tecnico.La vita ti mette davanti ancora tante strade da percorrere e altri sogni da realizzare. Ci tenevo a farti arrivare il mio messaggio di vicinanza e a dirti: Forza, Andrea, io tifo per te”.
Accanto a lui la sua famiglia. Sulla pagina Instagram dell’Entella anche suo padre, il dottor Gustavo Orlandi, ha voluto lasciare un breve messaggio ringraziando la società e i tifosi delle avversarie che gli facevano gli auguri. “Sono il papà di Andrea. Mi sono emozionato nel leggere il comunicato dell’Entella: ringrazio il Presidente e tutto l’entourage del club, certo che quest’anno ritornerà in serie B. Sarò un nuovo tifoso. Un saluto affettuoso a chi ha avuto belle parole per mio figlio”.
Per una volta nessuna voce fuori del coro. Non resta che aggiungere quella di ‘Piazza Levante’: ‘Buena suerte, Andrea’.
(d.s.)