di ALESSANDRA FONTANA
Fatica, sacrificio, impegno, soddisfazione e radici. Sono queste le parole che meglio potrebbero descrivere quella che è considerata una delle feste più attese dell’entroterra: Agricasta, la manifestazione che omaggia le castagne e il senso di comunità. Sì, perché la festa, che si svolge a Borzonasca, dura un giorno ma ha una preparazione decisamente più lunga e dopo un’assenza di tre anni è pronta a scaldare il cuore di grandi e piccini.
“Nel 2019 l’abbiamo annullata per il maltempo, gli anni successivi per colpa del Covid, ma adesso finalmente ci siamo”. Non riesce a nascondere l’emozione, e anche quel pizzico di preoccupazione, Rita Deschmann assessore del Comune di Borzonasca e da sempre cuore e cervello della manifestazione insieme al Comitato promozione e sviluppo e alla Pro Loco: “Io sono afflitta da una malattia incurabile, la paura del tempo – prova a scherzare per esorcizzare – Abbiamo scelto di fissare Agricasta alla prima domenica di ottobre e non più alla terza per evitare il maltempo, o almeno così speriamo. In caso di pioggia, recupereremo quando si potrà”.

Deschmann ci tiene a sottolineare l’impegno che ogni volta viene profuso da tutti e se possibile quest’anno il clima sarà ancora più sentito: “Le persone hanno voglia di partecipare, lo abbiamo visto con il Carnevale, con la Festa della Birra… C’è il bisogno e la voglia di essere presenti agli eventi. Sono arrivati più partecipanti del previsto e così sarà probabilmente anche per l’Agricasta”.
Una festa giunta ormai alla sedicesima edizione e che fa dell’unione una bandiera: “Tutte le piazze del paese e le vie saranno animate grazie all’impegno di tutti i volontari. Ci sono in programma mostre, giochi per bambini, esposizioni, musica…”, Deschmann è un fiume in piena, il programma come ogni volta è ambizioso: “Ci sarà anche una signora che venderà oggetti d’epoca per aiutare un’associazione che si occupa di gatti, ci sarà la mostra dedicata ai funghi, i volontari in pensione che faranno servizio di sicurezza, i visitatori troveranno le bancarelle, il posto auto e anche il servizio navetta…”.
Insomma, il 2 ottobre Borzonasca si trasformerà in un variegato paese dei balocchi. La prova che, nonostante le difficoltà degli ultimi tempi, la volontà di mantenere le tradizioni non solo è intatta, ma più forte che mai. Dopo gli anni della pandemia, il senso di appartenenza degli abitanti è aumentato, pensare di non fare, o di rimandare Agricasta non è mai stata un’opzione. Come non è mai stata un’opzione per gli abitanti non partecipare alla realizzazione della manifestazione che contiene micromondi fondamentali per mantenere vivo il cuore del paese e che basterebbero da soli per richiamare centinaia di persone.
Quando si parla di Agricasta, mai assimilarla a una semplice ‘castagnata’: certo le croccanti caldarroste non mancheranno, ma l’obiettivo è decisamente più nobile e importante, cioè mostrare la bellezza e la ricchezza del paese a più livelli, attraverso esposizioni, sapori e divertimenti.
La festa prenderà il via alle 12 e terminerà intorno alle 19: “Essendo la prima domenica di ottobre, recupereremo anche un po’ di luce rispetto alle altre volte” sottolinea Deschmann.
Anche quest’anno grande attenzione per i più piccini, saranno loro un giorno a interiorizzare e conservare le tradizioni: ci saranno laboratori creativi, l’albero della cuccagna, il teatro dei burattini e persino la possibilità di salire in sella agli asinelli di Santo Stefano d’Aveto. Artisti di strada, musica e l’immancabile distribuzione di ‘rustie’ (ovvero le castagne) proposte in diverse postazioni. Nelle viuzze si potrà trovare traccia della civiltà contadina di un tempo della quale ormai si sono perse le abitudini, almeno in città. Ed ecco quindi un’altra funzione importante della festa: la conservazione della memoria.
Per gli amanti dei funghi, da non perdere la mostra micologica organizzata in collaborazione con il Parco dell’Aveto. E a proposito di esposizioni, menzione a parte merita quella sulla Resistenza. Sopra i locali dello Iat e sotto a quelli del Comune, l’amministrazione ha raccolto le opere di Nicola Neonato, definito l’artista della Resistenza. Se nell’edificio dello Iat si trovano i quadri, in quello del Comune i bassorilievi carichi di sofferenza e storia.
La mostra è stata inaugurata alla fine di aprile di quest’anno tra commozione e soddisfazione da parte del sindaco Giuseppino Maschio e di tutte le persone che l’hanno resa possibile. I quadri, che erano stati donati al Comune, avevano atteso per anni prima di poter essere mostrati al pubblico che ha restaurato i locali e poi realizzato pannelli esplicativi grazie all’aiuto dello storico Giorgio Getto Viarengo.
Neonato è un artista famoso in tutta Italia, nativo del paese della Valle Sturla e scomparso nel 2006. Partecipò alla Resistenza nelle cui fila, insieme ad altri artisti partigiani, promosse una manifestazione che non ha riscontro in nessun altro paese d’Europa occupato dell’esercito nazista: durante la Pasqua del 1945 Neonato, con il nome di battaglia ‘Pollaiolo’, e i suoi compagni allestirono una ‘mostra d’arte partigiana’ a Fontanigorda, a due chilometri dagli avamposti tedeschi. Gran parte dei disegni di quella mostra sono conservati nel Museo del Risorgimento di Genova.
Neonato affrescò anche la Cappella nel lager di Dachau, in Germania. Tanti monumenti ai Caduti della Guerra di Liberazione portano la sua firma, tra cui, qui in zona, quello dedicato a Severino Raimondo sull’omonima piazza di Borzonasca, e quello al Passo della Forcella, dedicato ‘ai Partigiani e alle Popolazioni delle Vallate che lottarono per la Libertà’. Una mostra che rimarrà sempre visitabile al pubblico vista l’importanza e il valore artistico ma soprattutto sociale delle opere esposte. Anche questo è Agricasta.
Quella di domenica 2 ottobre sarà l’occasione per divertirsi, ballare, conoscere il paese attraverso i prodotti e i piatti tipici, ma sarà anche la giornata dedicata al ricordo delle tradizioni, della Guerra e un momento da dedicare ai più piccini. Tradizione e innovazione per dimostrare che Borzonasca avrà sempre nuove, e vecchie, storie da raccontare.