di DANILO SANGUINETI
‘Suona’ male spendere tante parole per un evento dedicato a un artista come Gato Barbieri. Purtroppo nell’Italia di oggi – con le orecchie stritolate tra un “Fattore Ics” dedicato agli urlatori e un “Friends” alla amatriciana per nevrotici suonatori – alla musica con la emme maiuscola si approda per caso. C’è quindi bisogno di qualcuno che racconti chi sia stato e cosa abbia rappresentato nella storia del jazz il compositore ed eccelso sassofonista argentino. L’occasione perfetta è imminente: sabato 18 novembre a Chiavari alle ore 18, il Feelin’ Blue (music record store) di via Entella 54, avrà il piacere di presentare presso la propria sede, la biografia sul grande jazzista: ‘Gato Barbieri – Una biografia dall’Italia tra jazz, pop e cinema’ (edizioni Artdigiland) – scritta da un altro noto jazzista, Andrea Polinelli che sarà presente all’evento e dialogherà con il titolare dello store, signor Piaggerella.
“Sono onorato di poter ospitare un artista di chiara fama che ha scritto un testo fondamentale su un altro jazzista. Un libro che si apre con una splendida lettera del grandissimo Enrico Rava all’autore Andrea Polinelli. Uno dei più importanti jazzisti italiani racconta il primo incontro con Gato Barbieri (1932-2016) nel 1962 e come questo incontro sarà fondamentale per la sua vita e la sua carriera di musicista. La prefazione è sapientemente curata da Vincenzo Caporaletti, docente di ‘Estetica e Analisi del Jazz e delle Musiche Audiotattile’ presso la Sorbonne di Parigi, il quale è stato anche insegnante dello stesso Polinelli”.
Musicista e ricercatore: “Nel dispiegare l’immagine e la carriera musicale di questo grande innovatore del jazz, l’autore ne ‘dipinge’ un’immagine spontanea e fresca, senza dimenticare il valore storico e compositivo che ha caratterizzato tutto lo sviluppo del jazz europeo e particolarmente di quello italiano. Frutto di più di cinque anni di ricerca tra Roma, Buenos Aires, New York e Parigi, il libro ne ricostruisce puntualmente la storia indagando su chi fosse veramente Gato, perché abbia scelto di trasferirsi in Italia, in quale maniera e fino a che punto abbia influenzato lo sviluppo del jazz italiano, quale impronta abbia lasciato nel mondo della musica pop e quale apporto abbia dato a opere cinematografiche di molti tra i più innovativi registi italiani – oltre a Bernardo Bertolucci: Pier Paolo Pasolini, Marco Ferreri, Giuliano Montaldo, Gianni Amico, Alfredo Leonardi. A completare la biografia sono le trasposizioni originali degli assoli di Gato sapientemente e rigorosamente trascritte dallo stesso Polinelli e per la prima volta rese pubbliche”.
Un libro che non può mancare negli scaffali di una libreria degli appassionati e dei cultori del jazz. L’autore Andrea Polinelli nasce a Genova nel 1958. Risiede a Roma. Un compositore e solista molto eclettico in quanto ha suonato in gruppi jazz fino a collaborare con le arti visive e la danza. È autore anche del film documentario sulla carriera italiana della danzatrice americana Roberta Garrison dal titolo: ‘Un Passo Avanti’, ed è stato curatore e traduttore dell’edizione italiana della biografia su David Sylvian ‘Alla Periferia’. È stato anche docente presso i Conservatori di Venezia, Monopoli e Latina ed è tra i fondatori della Fonderia delle Arti a Roma, e sempre in questa città ha insegnato Storia del Jazz presso la Casa del Jazz. Qualche anno fa, durante un soggiorno a New York ha suonato con il Scott Reevers Quintet, tenendo poi, al City College Of New York, una masterclass sulla Storia del Jazz Italiano.
Polinelli, per i tipi di Artdigiland, fa rivivere l’enorme talento e l’altrettanto grande umanità di Leandro Barbieri, nato a Rosario e trasferitosi a Buenos Aires dove diventò per sempre e per tutti ‘Gato’ vista la sua abilità nel balzare da un club all’altro, da una scrittura all’altra.
Gato Barbieri ha registrato più di 35 album nella sua lunga carriera, e molti dei suoi brani sono diventati famosi e apprezzati dal pubblico e dalla critica. Ai più ignari si può rammentare ‘Europa (Earth’s Cry Heaven’s Smile)’, una ballata romantica e malinconica che fa parte dell’album ‘Caliente!’ del 1976. Un brano che è stato usato come colonna sonora di molti film e serie tv, dal Il padrino – Parte III, The Simpsons, South Park arrivando a Sex and the City. Da ascoltare assolutamente ‘The Third World’, il titolo della suite in quattro movimenti che Barbieri dedicò al Che Guevara nel 1969. Una delle sue opere più politiche e sperimentali, in cui fonde il free jazz con le influenze latine e africane. Sperimentale quanto anticipatore geniale di mode con ‘Que Pasa’, il brano che dà il nome all’album del 1997, considerato il suo ritorno alla scena dopo un periodo di silenzio dovuto alla morte prematura della moglie. Il brano è una vivace e ritmata composizione che mescola il jazz con la salsa e il merengue, con la partecipazione di musicisti come Michel Camilo, Eddie Gomez e Horacio Hernandez.
Se ancora non vi ‘suona’ alcun campanello ci sono nomi che, ahinoi, sono impossibili da ignorare. ‘Modena’, una canzone scritta e cantata da Antonello Venditti in Buona Domenica del 1979, impreziosita da uno straordinario assolo di sax tenore. Come ultimissima ratio da citare il tema principale del film ‘Ultimo tango a Parigi’ di Bernardo Bertolucci, per il quale Barbieri vinse un Grammy Award nel 1973 nel quale il suo sax dialoga con il bandoneon di Rodolfo Mederos. Inutile aggiungere che la pellicola importante e la musica stellare che l’accompagna furono (sono?) offuscate dalle pruriginose curiosità scatenate da una censura occhiuta e miope allo stesso tempo.
