di ROSA CAPPATO
Un teatro sempre aperto che si fonda sul volontariato e che offre tante stagioni in un unico luogo. Questo rappresenta il Teatro Sociale di Camogli, Fondazione presieduta Maurizio Castagna, che a settembre inaugurerà e presenterà la nuova stagione, seguendo una rotta oramai consolidata. Ne parla il sovrintendente Giuseppe Acquaviva che non si sbilancia sul cartellone, ma si dice orgoglioso di un teatro che pur essendo piccolo, è riuscito a elaborare una doppia attività teatrale, sia interna, che in tournée, sin dalla prima stagione e per la prima volta Camogli ha fatto da pièce teatrale con 84 scene, con repliche sia in Italia che all’estero, come in Svizzera, con numeri eclatanti.
Ben 60 sono stati offerti a Camogli e 40 in tutta Italia coi ‘Maneggi’ di Gilberto Govi. Si riapre il 4 ottobre, dopo sei mesi di ben 110 spettacoli applauditi. È il primo appuntamento della stagione, dopo lo strepitoso successo de ‘I maneggi per maritare una figlia’, due anni di sold out, prima in Liguria e poi in una trionfale tournée nazionale. Tullio Solenghi affronta nuovamente la sfida di ‘clonare’ Govi, misurandosi con l’altro cavallo di battaglia del grande attore genovese: ‘Pignasecca e Pignaverde’, di Emerico Valentinetti, in scena venerdì 4 e sabato 5 ottobre alle 21 e domenica 6 ottobre alle 17 (è già possibile acquistare i biglietti). Acquaviva con un’anticipazione si lascia sfuggire ci saranno altre due recite e così si inaugura il terzo ‘Festival di Govi’.
“La novità per Camogli è proprio questo – spiega – un festival tutto dedicato a Govi: in occasione delle prime due edizioni abbiamo ospitato anche altre due compagnie, così accadrà anche quest’anno. Il festival è articolato attorno alla figura di questo grande attore”.
Il calendario poi ricalcherà lo stesso filone dei precedenti, collaudatissimo, con proposte multidisciplinari: si va dal Jazz al Cabaret, alla Danza, ma anche ai tribute band, senza tralasciare il teatro per ragazzi, “perché si vuole fare in modo che il Teatro Sociale sia per tutti i gusti e per tutte le età. È uno schema che ci porta a risultati di grande pubblico, un’esperienza consolidata che sembra davvero funzionare, così come è successo per gli aperitivi nei palchi, ma anche per i concerti della domenica mattina”.
A incoraggiare questa formula vincente c’è il fatto che il pubblico non è solo di Camogli, ma proveniente anche da fuori città, uno zoccolo duro di fedelissimi che giungono non solo dalla Liguria, ma da altre regioni, come per esempio la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia-Romagna. A riprova di ciò, i biglietti dei fans per i concerti delle tribute band, sia italiani, che stranieri come accaduto per Dalla, o i Blood Brothers in ‘The Bruce Springsteen Show’ e David Bowie, tutti appassionati che hanno voluto essere presenti proprio a Camogli. Il nuovo cartellone è promettente. Ma Acquaviva evidenzia questi risultati raggiunti anche grazie ai volontari: “Questo teatro si fonda sui volontari e non si tratta solo delle maschere, ma di volontariato in ogni settore e tanta, tanta generosità, perché le persone vi riconoscono la sua funzione sociale”.
Sono molte le associazioni che gravitano attorno a questa realtà che si appresta ad affrontare la stagione 2024-2025, molto ricca e con già 40 spettacoli a calendario, sino a dicembre, presentata ufficialmente il mese prossimo, con qualche anticipazione sul 2025. E poi ci sarà la seconda parte, quella da gennaio a maggio, come sempre.
“In questi due anni – prosegue il sovrintendente – da ottobre a fine maggio si sono contate ben 100 aperture e questo rappresenta un teatro con tante stagioni, basti pensare ai molti concerti Jazz o i 12 appuntamenti per il balletto, quindi tante stagioni in un unico luogo, un ventaglio aperto a tutte le arti, dove ognuno può ritrovare il proprio genere. Tutto questo anche col sostegno delle istituzioni che non vanno dimenticate, come il Comune di Camogli, la Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova e il Ministero dei Beni e Attività Culturali che ha fatto in modo che il Teatro Sociale di Camogli fosse inserito nelle strutture di programmazione multidisciplinari e quindi godesse anche di contributi, una conquista non da poco”. Il Sociale ha una lunga storia. Inaugurato il 30 settembre 1876, è un esempio di teatro all’italiana, con pianta a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi, il loggione, realizzato su progetto di Salvatore Bruno, già autore, nel 1857, del Teatro Modena di Sampierdarena. Nacque per volontà di 60 famiglie della borghesia locale che direttamente o indirettamente avevano fatto fortuna col mare nel momento in cui Camogli, ‘la Città dei Mille bianchi Velieri’, era una delle maggiori potenze armatoriali del tempo.
L’originaria struttura in legno costrinse negli anni ’30 a radicali lavori di adeguamento strutturale per la sicurezza che furono occasione per creare le barcacce, i palchi di proscenio, la fossa per l’orchestra e una galleria intorno alla platea per aumentarne la capienza e che si conclusero con una nuova inaugurazione il 30 novembre 1933. Dopo anni di fiorente e qualificata attività, in particolare durante la guerra, quando sopperì alla chiusura dei teatri genovesi, il Sociale subì un lento declino fino alla chiusura. Negli anni ’80 sembrò avviarsi ad una rinascita grazie ai nuovi lavori di adeguamento strutturale promossi dalla Provincia di Genova, ma la loro interruzione determinò una quasi ventennale chiusura per inagibilità. A questo stallo pose fine nel 2002 la nascita della Fondazione Teatro Sociale, promossa dai palchettisti, discendenti degli storici proprietari e composta riunendo forze pubbliche (Provincia di Genova, Comune di Camogli e Comune di Recco), insieme ai privati, l’Associazione 100 famiglie, con la finalità di portare la struttura del Sociale al suo pieno recupero e adeguamento strutturale e alla piena ripresa dell’attività. Oggi è anche aperto alla cittadinanza, un luogo di incontri culturali e didattici, per la popolazione e gli ospiti, ricco di incontri interessanti come l’ultimo, a cura di Farida Simonetti, un percorso sulla Camogli ottocentesca, chiuso al Sociale con il video del restauro, che si alternano alla programmazione stagionale, dove anche il Ridotto è spesso utilizzato a scopi di intrattenimento.