di MICHELE FERNANDO SCANDROGLIO *
“Se avevamo bisogno di un’indagine psicoanalitica originale, diversa e sfaccettata sui pericoli del pensiero catastrofista, questo libro è la risposta. Cosimo Schinaia ha riunito un gruppo di autori di primo livello per tentare di districare dal catastrofismo la creatività, la speranza radicale, l’interdipendenza essenziale e la crescita psichica, attraverso una serie di saggi straordinari; questo libro è di grande rilevanza per tutti noi”. Ecco il commento del professore Paul Williams del Psychoanalytic Institute of Nortern California.
Con il volume “Contro il catastrofismo, psicoanalisi in dialogo” (per i tipi di Jaca Book) Cosimo Schinaia ha voluto offrire, per riflettere attraverso saggi brillanti e chiari scritti da autorevoli scienziati, una contro valutazione circa il nostro prossimo futuro.
Orazio Attanasio, Luca Caldironi, Christine Franckx, Attilio Giacosa, Mark Halle, Gohar Homayounpuor, Ronny Jaffe’, Alfredo Lombardozzi, Cosimo Schinaia, Mauro Van Haken; tutti questi studiosi, esperti ed eminenti scienziati nei loro campi, hanno ragionato intorno al catastrofismo e alle sue implicazioni psicoanalitiche, declinando tesi e argomentazioni di tutto interesse.
Mi sono soffermato sul testo del professor Attilio Giacosa, eminente gastroenterologo ed esperto mondiale di alimentazione, per trasferirvi qualche emozione più diretta e qualche numero che possa indurre a leggere questo libro con grande attenzione. Alcuni dati: nel 2050 la popolazione avrà raggiunto i 10 miliardi di persone, con un incremento alimentare pari a +14%; quasi la metà delle superfici coltivabili del pianeta è oggi sede di attività agricole e zootecniche, con un prelievo di acqua pari al 70% del consumo mondiale; nel 2050 per garantire il nutrimento a tutto il pianeta sarà normale mettere in tavola un piatto di grilli, locuste o carne preparata in laboratorio anziché bistecche provenienti da allevamenti.
Così si avrà un mondo a “fame zero” che può impattare positivamente su economia, salute, scolarità, sviluppo sociale, eguaglianza, analisi psicologica adeguata; ma realizzarlo, sostiene Giacosa, è uno sforzo culturale, appunto psicologico, soprattutto teso a rivedere i sistemi alimentari mondiali, dalla produzione di beni agricoli fino al loro consumo.
Non basta; provocatoriamente già oggi si può immaginare una grande disponibilità alimentare a basso costo e elevato potere nutritivo, ma bisogna affacciarsi a uno scenario diverso: il Jackfruit, le alghe, le micro proteine, le meduse e infine gli insetti.
Singolare e quasi magico il Jackfruit, detto anche català o in altre maniere a seconda della zona dove è coltivato, è un sinapro contenente più frutti, cresce nei climi caldi ed è facile da coltivare.
Le alghe, già usate nella cucina orientale, identificate dalla NASA per la coltivazione durante le emissioni spaziali di lunga durata, in particolare l’alga spirulina; le cosiddette micro proteine, da funghi, lieviti e muffe. Basti pensare che con un costo 12.500 volte più basso si possono ottenere il doppio delle proteine che produce un bue da 500 kg.
Le meduse,, facili da allevare crescono spontaneamente in maniera esponenziale, mercé i cambiamenti climatici, ricche di proteine a basso costo ideali per diete ipocaloriche ricche di omega tre. Ultimi, ma non ultimi gli insetti, già oggi conosciamo 1900 specie edibili, in decine di paesi si consumano circa 600 specie di insetti sia in Asia ed Africa che nelle Americhe. Gli insetti sono fonte di proteine ad elevato valore nutrizionale, paragonabili a quello della carne e del pesce, un altro elemento a favore di questo tipo di cibo è l’ecosostenibilità poiché si nutrono prevalentemente di scarti.

Che aggiungere se non un altro dato: le immissioni del gas serra legate alla filiera alimentare corrispondono al 26% della globalità prodotta sul nostro pianeta e già questo basterebbe per indurci a ben altre riflessioni. Non voglio dire altro perché questo testo è così interessante, consigliato da eminenti scienziati, come Jan Abram, Giuseppe Civitarese, Hilda Catz e Bonnie Litowitz. Un testo positivo che intravede soluzioni per il futuro.
Gli altri autori hanno voluto nei loro brevi saggi incuriosirci già con i titoli; Cosimo Schinaia scrive della speranza nel mondo che cambia tra creatività individuale e elaborazione collettiva; Gohar Homayounpuor ci ragguaglia circa la speranza radicale; Alfredo Lombardozzi parla di un mondo che cambia: la psicoanalisi fra catastrofe e speranza; Mauro Van Haken ci racconta le catastrofiche culture del fossile ed altri desideri di relazionalità ambientale; Luca Caldironi di catastrofe versus cambiamento catastrofico, tra psicoanalisi ed arte; Christine Franckx in 10 pagine sintetizza il cambiamento climatico e adolescenza, una pericolosa collusione tra catastrofe interna ed esterna; Orazio Attanasio sostiene che la nascita non è destino. Attilio Giacosa, di cui abbiamo già detto, parla del cibo di domani; per Mark Halle, creare una nuova narrazione della natura per opporsi al catastrofismo; Ronny Jaffè ci invita a riflettere dell’illusoria immunità e disumanità tra guerre e pandemia e infine a conclusione lo stesso Cosimo Schinaia chiude con un altro saggio: il catastrofismo e le immagini catastrofiche dei media.
Ho divorato queste pagine con grande interesse, curiosità e stupore, mi auguro lo facciate anche voi. Gli insegnamenti, le emozioni, gli aspetti rivoluzionari, le considerazioni inaspettate rendono questi testi piacevolmente scientifici, interessanti, costruttivi, capaci di dare consapevolezza, speranza, realismo e ottimismo nonché una piacevole lettura, non proprio da ombrellone.
(* Imprenditore, console onorario della Bulgaria, già parlamentare della Repubblica)
(# Jackfruit: frutto dalle dimensioni gigantesche, ricco di fibre e sali minerali che lo rendono a tutti gli effetti uno dei nuovi super food. Arriva da Oriente ed ha un primato: essere il più grande frutto da albero al mondo. Il jackfruit (nome scientifico heterophyllus artocarpus), conosciuto anche come giaca o jako, è un frutto esotico ancora non particolarmente conosciuto in Europa, originario dell’India e dei Paesi del Sud Est asiatico. Notevoli proprietà nutrizionali e scarso apporto di grassi lo rendono un perfetto ciboproteico vegetale. Sorregge intere comunità indiane con la sua potente carica proteica).