di MICHELE FERNANDO SCANDROGLIO *
Personalità luminosa come il suo sorriso, Pepe Mujica è morto qualche giorno fa.
Ottantanove anni vissuti in un’altalena di carcere, lotta armata contro le dittature, governo dell’Uruguay, un personaggio poco conosciuto ma tra i più emblematici a cavallo del secolo. “Il problema è quando metti l’ideologia al di sopra della realtà. La realtà ti arriva come un pugno e ti fa rotolare per terra… Io devo lottare per migliorare la vita delle persone nella realtà concreta di oggi, e non farlo è immorale. Questa è la realtà. Sto lottando per degli ideali, ok; ma non posso sacrificare il benessere della gente per degli ideali”. Parole profetiche.
Marxista, ma non ideologico : merce rara.
Eppure un “compagno” vero, un uomo integro, socialista d’altri tempi.
Ha insegnato al mondo che la politica può ancora essere umanità, che il potere può essere servizio, che la semplicità è la forma più alta di grandezza.
Con la sua voce calma e le sue mani sporche di terra ha ricordato ai potenti che si può governare senza dimenticare di essere uomini.
Grazie per il tuo esempio, Pepe, da un democristiano come me, che in te ha visto tratti della sobrietà di Einaudi, della determinazione di De Gasperi, e della concretezza di Fanfani, grazie per aver incarnato un’utopia realistica, per aver resistito con dignità, per aver vissuto con coerenza.
Hasta siempre, Pepe Mujica.
Un abbraccio da chi ancora crede nei sogni, da chi crede che la politica sia la ricerca del bene comune, che la politica debba essere esempio e capacità di direzione.
In un ultimo gesto pieno di amore, Pepe ha voluto esser deposto di fianco alla sua amata cagnolina a tre zampe Manuela. Anche la sua piccola amica era una degli ultimi che Mujica ha amato e sostenuto in ogni attimo della sua vita.
“Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari”.
Queste parole che paiono tratte dalla “rerum novarum” a me sembrano le più attuali, riassumono il suo insegnamento in un tempo devastato dalla forsennata ricerca della materialità, dalla tecnologia che disumanizza, del consumismo, della compulsione all’acquisto.
D’altronde si dice che Gesù fu il primo socialista. Pepe era ateo ma si è comportato aderendo agli insegnamenti del Vangelo.
Ho avuto il privilegio di vederlo, non di salutarlo se non un cenno da lontano che non avrà nemmeno notato, nel 2015, quando venne in Liguria per vistare la sua valle perché José Alberto Mujica Cordano, come il mio amico già sindaco di Rapallo Mauro Cordano, era originario della val Fontanabuona. Arrivava, credo, dalla Spagna e dai Paesi Baschi, terra della sua famiglia paterna.
Di lui il ricordo più vivido rimane il suo sorriso: niente auto blu, niente scorta, nessuna ostentazione, se non mi avessero detto chi era non mi sarei nemmeno attardato per cercare di stringergli la mano, non ci sono riuscito.
Con la moglie andavano a Favale per un paio di giorni e poi a Roma da Papa Francesco. I due, sono certo, si capivano perfettamente.
Mujica l’ho sempre seguito sui media, le sue parole mi sono sempre parse potenti e lungimiranti, la sua vita semplice e autorevole. Esemplare.
Onore al compagno Pepe.
Riposa in pace.
(* Imprenditore, console onorario della Bulgaria, già parlamentare della Repubblica)