di ALESSANDRA FONTANA
Il Muval, il grande museo che raccoglie tutte le bellezze di Rezzoaglio, è nato. La presentazione è avvenuta nei giorni scorsi nel cuore di Chiavari alla presenza di cittadini e di quindici sindaci dei territori limitrofi. Un grande progetto che da sogno è diventato realtà e lo ha fatto davanti alla sala piena della Società Economica.
Il Muval non è un’esposizione come tutte le altre: “Si distingue dal museo tradizionale perché ha confini geografici e così si adatta perfettamente all’intera vallata che conta ben 55 frazioni, un territorio molto esteso, – spiegano dall’Amministrazione Comunale – “ogni reperto sia esso monumento, edificio storico, o testimonianza diventa reperto museale, il Muval è un progetto volto alla valorizzazione del patrimonio culturale e della memoria storica del nostro territorio”. Lo ha spiegato Paolo Pendola, ideatore del progetto insieme all’associazione culturale La Cipressa e il Comune di Rezzoaglio.
“Un passo importante verso un progetto che vuole raccontare e far vivere la Val d’Aveto attraverso i suoi luoghi, la sua storia e le sue comunità” ha fatto sapere l’amministrazione. Tra i presenti anche il sindaco di Rapallo Elisabetta Ricci: “Un progetto che mi sta particolarmente a cuore e che rappresenta un modello innovativo di valorizzazione culturale: un museo diffuso, che non si limita a un edificio fisico ma si estende a tutto il territorio della Val d’Aveto. Ogni borgo, monumento, sentiero e testimonianza della vita di valle diventa parte di un racconto collettivo, vivo, autentico. Un’iniziativa che mostra come la cultura possa essere strumento di comunità, identità e futuro. Complimenti a tutti coloro che hanno creduto in questo sogno e che continueranno ad arricchirlo, passo dopo passo”.
Il Museo servirà a valorizzare le bellezze della valle, compresi gli usi e i costumi, e a incentivare il turismo con l’apposita cartellonistica: “Si tratta di un museo diffuso cioè innovativo che ha una duplice valenza, turistica e culturale. Come tutti i musei diffusi si reggono su un pieghevole ed una opportuna segnaletica. Per un’Amministrazione pubblica un sistema molto economico per costruire un museo. Museo diffuso significa si conservazione e tramando ma anche promozione del territorio e lavoro!”.
Il progetto era nato sotto l’amministrazione di Roncoli ed è stato portato avanti con quella di Fontana. Nulla è stato lasciato al caso, anche lo stemma richiama un castello e i simboli cari alla vallata come montagne e fiumi. Un nuovo capitolo si apre e continuerà ad essere letto e scritto da abitanti e turisti.