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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

La Tessitura Artigiana Giuseppe Gaggioli Zoagli da oltre novant’anni celebra l’arte manifatturiera

Una leggenda narra che i primi zoagliesi a tessere i velluti fossero i reduci della Prima Crociata, nel XII Secolo. Di certo si sa che nel 1500 la tessitura ebbe un enorme sviluppo
La Tessitura Artigiana Giuseppe Gaggioli Zoagli ha superato i novant'anni di attività
La Tessitura Artigiana Giuseppe Gaggioli Zoagli ha superato i novant'anni di attività
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di ROSA CAPPATO

Il telaio da velluto ‘taglio&riccio’ fa bella mostra di sé nel laboratorio dell’azienda di Zoagli. “Dopo anni di velluti esclusivamente piani (lisci), si monta finalmente il telaio da velluto taglio&riccio”. 

L’annuncio di questa nuova lavorazione viene direttamente dal ‘Maestro Artigiano’ Giuseppe Gaggioli, riconoscimento ricevuto nel 2015 dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Genova. Il titolare della ‘Tessitura Artigiana Giuseppe Gaggioli Zoagli’ ha raccolto l’eredità di famiglia, succedendo al padre Sergio, nel 2000. Suo nonno Giuseppe è stato il fondatore dell’attività, poi è arrivato il padre Sergio che vi ha lavorato più di 50 anni, mancato a 75. In azienda ci sono ancora la sorella Paola e la mamma Lorenza

Una leggenda narra che i primi zoagliesi a tessere i velluti fossero i reduci della Prima Crociata, nel XII Secolo. Di certo si sa che nel 1500 la tessitura ebbe un enorme sviluppo e superò tutte le attività industriali. La ditta Gaggioli nacque nel 1932. Dopo la Prima Guerra, Mondiale, nel 1920 nacque la ‘Società Anonima Velluti Zoagli’ che fallì, però, alla fine degli anni 20 a causa del crollo della Banca d’Italia. 

“Mio nonno, – narra Giuseppe riportando un po’ di storia sulle Palazzine dei Velluti –, insieme a Vanni Manzoni la rilevò nel 1932. Inizialmente, a partire dal 1920, le Palazzine erano usate dalla Società Anonima Velluti di Zoagli. In questa Società mio nonno lavorò come dipendente e, dopo gli anni ‘30, in seguito al fallimento, si mise in proprio collaborando con Manzoni e rilevando una sola delle Palazzine, quella con dentro i macchinari e i telai da tessitura. Mio padre Sergio nacque nel 1935 e la passione per quest’arte già scorreva nelle sue vene: a soli 15 anni seguiva suo padre nelle case dove ben 25 lavoranti lavoravano il velluto a domicilio. Proseguì l’attività fino al 2000, quando mi passò il testimone e diventai titolare, ma ho iniziato a lavorare per l’impresa di famiglia appena rientrato dal servizio militare”.

La tessitura Gaggioli produce su telai in legno del ‘700 velluti uniti, ricci, operati (intagliati), negativi e ‘soprarizzi’, a richiesta anche laminati oro o argento. Offre alla sua raffinata clientela una vasta scelta di disegni di epoche diverse e produce, su ordinazione, damaschi di varie tipologie e disegni. La lavorazione più difficoltosa è quella del ‘Velluto Soprarizzo’. 

Viene tessuto utilizzando 4 ferri, due per il riccio e due per il pelo: si calcola che per realizzarne un centimetro occorra fare 250 movimenti, circa, fra mani e piedi. La produzione media giornaliera infatti è appena di 30-40 cm.

“L’ordito di base – spiega l’imprenditore – conta più di 6000 fili allineati, mentre per la produzione del disegno, occorre predisporre 800 rocchettini, prodotti e annodati singolarmente. In 1 centimetro di tessuto si contano 36 trame”. L’azienda si pone come obiettivo quello di unire la produzione artigianale a quella industriale. La caratteristica è l’alta qualità dei tessuti, conosciuti e richiesti in tutto il mondo. Alcuni macchinari artigianali sono stati anche modificati per rendere il tessuto molto simile a quello prodotto manualmente. 

“C’è poi un telaio che mio papà ha battezzato il ‘Moro’: un telaio che consente la realizzazione del velluto liscio detto ‘terciopelo’, che ha la caratteristica di avere minimo 16 ferri da velluto in 1 centimetro di tessuto. Famosissimo dagli anni 300 in su, era il velluto ‘terciopelo Nero’ tessuto a Genova. Identico al nostro, aveva però una peculiarità importante: la tintura a quei tempi era eseguita con tinte naturali e non chimiche come quelle di oggi. I tintori di Genova, con una ricetta fatta da loro, che contava 7/8 elementi naturali, produceva un velluto nero di una bellezza e lucentezza ineguagliabili in tutta Europa”.

È soddisfatto Giuseppe Gaggioli dell’andamento dell’azienda. A Zoagli ci sono solo due aziende che producono velluti, su 7 imprese in tutta l’Europa (l’altra è della famiglia Cordani. Entrambe portano il nome del piccolo paese nel mondo e spesso collaborano). Attualmente ‘La Tessitura Artigiana Giuseppe Gaggioli’ si sta cimentando in nuove importanti commesse. In questi ultimi cinque anni, infatti, Giuseppe si è dedicato a due importanti incarichi e per questo motivo ha dovuto tenere impegnati i telai per produrre velluto liscio. Col mese di febbraio, torna a quello per velluti ‘taglio&riccio’. 

E confessa: “Sì ho due ordini importanti con un velluto a disegno jacquard”. Prova a non si sbilanciarsi sulle commesse, ma alla fine si capisce che la destinazione finale sarà Roma e molto probabilmente il noto palazzo patrizio dei Principi Colonna. Il ‘Maestro Artigiano’ spiega che si tratta di clienti di vecchia data, già di suo padre, clienti storici con un loro disegno proprietario, che mai hanno voluto abbandonare l’artigianato zoagliese. Per l’altro cliente sta preparando una tela di fondo. Si tratta della ‘Tartuca’, una delle contrade del Palio di Siena, anch’esso cliente storico da oltre vent’anni, a cui fornisce vestiti e altri tessuti.

“Sto preparando questo tipo di telaio – spiega Gaggioli – passando dalla lavorazione di due catene, una orizzontale e una da pelo, a quella con i rocchetti da pelo. Servirà per realizzare i disegni con velluti di tipo ‘controtagliato’ o ‘taglio&riccio’. Nel velluto liscio il consumo del pelo è costante per tutti i quasi 6000 fili. Per 1 metro di velluto c’è un consumo di circa 6 metri lineari di catena. Nel velluto operato il consumo dei fili da pelo dipende dal disegno: dove il disegno è presente il consumo è circa di 5/6 metri per 1 metro di velluto tessuto. Dove non c’è disegno e quindi resta solo il fondo, il consumo è di poco superiore a un metro. Per questo motivi occorre predisporre gli 800 rocchettini”.

La storica azienda Gaggioli tra i molteplici riconoscimenti al proprio operato di alta qualità, ha ricevuto quello di ‘Marchio CCIAA Artigiani di Liguria – Velluto di Zoagli – Classe superiore VZ/002’ del 2009’. Ma ha fatto anche bella mostra di sé nel 2021 all’evento ‘Stile artigianato made in Liguria’, oltre ad essersi cimentata nell’insegnamento: nel 1990 ha istituito un corso dedicato di tessitura al ‘Villaggio del ragazzo a Lavagna’. Vasta è anche la partecipazione ad eventi, nazionali e internazionali (oltre che locali). Nel 2014 ha ricevuto il premio ‘Marsiglia Centre Bourse’, nel corso di due settimane all’interno di una prestigiosa vetrina promossa da ‘Liguria International’ e Confartigianato Liguria, una delle 13 imprese chiamate a rappresentare l’artigianato artistico e tradizionale di qualità, all’interno dell’elegante Centre Bourse di Marsiglia.

Nel 2018 a Giuseppe Gaggioli viene assegnato anche il ‘Mam’, Maestro di Arte e Mestiere. Questo perchè, tra i pregiati velluti, nel laboratorio zoagliese si realizza anche il ‘Damasco’, in seta pura, tessuto esclusivamente prodotto a mano, in altezza 62 cm. “Qui – illustra l’artigiano – si contano ben 12.240 fili di ordito”. Venerdì scorso, poi, ecco l’ultimo riconoscimento, il ‘PremioBest shop 2025’, da parte dell’Associazione culturale Liguria design, consegnato da Morena Mazzari, presidente di giuria e direttrice dell’istituto genovese che: “Riconosce l’eccellenza a chi valorizza gli esercizi commerciali del Tigullio che offrono la migliore esperienza ai propri clienti costituendo un importante valore al territorio”. La tradizione manifatturiera va avanti con orgoglio e continua, indiscussa, a dare lustro alla piccola cittadina. 

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