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Giovedì 11 settembre 2025 - Numero 391

La storia dell’Asilo Infantile Della Torre come esempio di una comunità che sapeva provvedere ai propri figli e alle loro necessità educative e prospettive di crescita

La scelta di realizzare l’opera, nell’ottobre del 1847, si inserisce in un percorso già avviato e tante volte riaffermato dalla Società Economica, e si concretizza nell’edificio progettato dall’Ingegner Riccardo Questa
Una foto dell'epoca dell'asilo infantile di Chiavari
Una foto dell'epoca dell'asilo infantile di Chiavari
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di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Più di dieci anni fa, in occasione di un’edizione della ‘Mostra del Tigullio’, mi venne richiesto di organizzare una mostra per raccontare una particolarità della comunità di Chiavari. Proposi ai dirigenti dell’Economica una rilettura storica del passaggio dal concetto di ‘carità’ a quello di ‘solidarietà’. 

Si trattava d’esplorare la nascita e lo sviluppo di una caratteristica peculiare e rilevante della comunità chiavarese, ancora riscontrabile negli istituti di beneficenza pubblici presenti e operanti in città.

Per prima cosa era necessario ricostruire il significato di due parole così preziose e verificare come si fossero inserite nella comunità chiavarese.

La carità è un concetto diffuso e fondante del cristianesimo, talmente importante da vederlo inserito tra le virtù teologali. Per lungo tempo ne troviamo l’applicazione in specifici “uffici” che la nobiltà cittadina usava per elargire un sostegno ai più poveri. Nel tempo se ne rese necessaria una diversa strutturazione e, a partire dall’unità d’Italia, si iniziò a provvedere ad una risistemazione organica delle opere di carità, che non fosse più casuale e sporadica, ma operante in attività specifiche. Nacquero così i primi servizi della sanità e per l’istruzione. 

Con lo Statuto Albertino venne sancito il nuovo ed inedito diritto d’associazione e subito, a Chiavari tra le primissime furono fondate le Società Operaie di Mutuo Soccorso, dove il termine operaio era ad indicare qualsiasi professione, dal medico al farmacista, dal panificatore al contadino.

Iniziava un lungo cammino che donava alla città istituti di grande valore sociale, capaci d’emancipare una larghissima fascia di cittadini. La città cambiava e si presentava alla ribalta una nuova classe sociale, quella borghesia che avrebbe segnato in molti campi la trasformazione della città, senza mai dimenticare il concetto di solidarietà.

Uno dei massimi luoghi d’aggregazione e operatività era rappresentato dalla Società Economica, vero motore di questo rinnovamento. Per trovare la notizia della fondazione dell’Asilo Infantile possiamo riprendere il discorso tenuto dal presidente dell’Economica il 19 giugno del 1910. L’occasione fu l’inaugurazione dei busti in memoria di Davide Gagliardo e Vittorio Botti, grandi protagonisti della solidarietà chiavarese. “Fu nell’anno 1847, quando il fremito dei nuovi tempi scuoteva più forti le menti, e la ormai cosciente aspirazione a una patria libera e grande si andava affermando in opere di benefica solidarietà cittadina, che la Società Economica – di cui il nome ricorre nella storia di tutte le nobili iniziative locali – deliberava di promuovere in Chiavari la formazione di una Società per la fondazione di un Asilo dedicato ai Fanciulli del Popolo… opera di una sana educazione civile e morale”.

Il lavoro della Società Economica e dei suoi soci era mirato a coordinare i tanti benefattori cittadini, chiavaresi capaci e desiderosi d’investire le loro ricchezze nel bene comune. Davide Gagliardo, Vittorio Botti, Giuseppe Bontà, Alessandro Negri di Sanfront, Pietro Badaracco, i Turio, i Bancalari, i Podestà e i Chiarella, si trovarono naturalmente a essere “benefattori” senza elargire fondi singolarmente, ma costruendo e realizzando una struttura già indicata dai Della Torre nel vicino complesso scolastico.

La scelta di realizzare l’opera, nell’ottobre del 1847, si inserisce in un percorso già avviato e tante volte riaffermato dalla Società Economica, e si concretizza nell’edificio progettato dall’Ingegner Riccardo Questa. Merita davvero un’attenta osservazione il progetto dell’ingegnere chiavarese Riccardo Questa, il più significativo tra gli ideatori della nuova edilizia cittadina, tra corpi di fabbrica civili e ad uso pubblico. Esplorando con attenzione il grande corpo dell’edificio, si possono scorgere i tanti particolari edilizi e architettonici proposti dal Questa. Il corpo disegna un’immensa H, con una dilatazione sull’asse centrale. Questa scelta permette di realizzare il grande e sontuoso ingresso, con un corpo sporgente verso la cancellata monumentale, la scala e il luminoso accesso segnato da ampie finestrature.

Nel lato opposto, siamo in Via Vinelli, si ricava il grande giardino, uno spazio protetto dall’edificio e circondato da alti alberi. Il corpo di fabbrica è caratterizzato da due piani e da un seminterrato, i locali in elevato propongono finestrature continue, in perfetto sincronismo a caratterizzare tutte le facciate. L’impianto architettonico è neoclassico, ma non mancano segni e fregi di un tardo liberty. In questo edificio, il progettista Riccardo Questa, è stato capace di dare alla città un complesso unico di grande valore: uno degli edifici più importanti dell’intero impianto urbanistico pubblico che giunge sino ai nostri giorni.

A partire dalla fondazione si attiva subito il servizio dell’asilo infantile, mentre al piano superiore troveranno ospitalità le nuove esigenze scolastiche cittadine. L’avvocato Copello, presidente dell’Economica, presentava nel 1917 il progetto per l’avvio di una scuola tecnica commerciale in Chiavari. Il percorso non fu facile: erano necessari i fondi economici e le autorizzazioni del governo per avviare la nuova esperienza scolastica in città. I dirigenti e l’ufficio di presidenza dell’Economica vi lavorarono per diversi anni, illustrando soluzioni e raccogliendo il capitale necessario alla fondazione dell’istituto. 

Il giorno dell’inaugurazione, il 4 novembre 1923, poté essere consacrata la dedica voluta per la nuova Scuola Tecnica, l’“Istituto in memoria dei Morti per la Patria”. Le lezioni vennero avviate al piano soprelevato dell’Asilo Infantile; si tratta di spazi progettati per una scuola superiore secondo le esigenze del tempo, con laboratori e aule specialistiche. La Scuola Tecnica resterà in questa sede sino al 1964, anno in cui i corsi vennero spostati nel nuovo polo scolastico di corso Millo. Gli spazi liberati furono così occupati dal Liceo Classico Federico Delpino, che abbandonava la sede storica del complesso ‘Della Torre’ dove si erano tenuti i primi corsi di studio. 

L’ultima campanella di inizio delle lezioni per gli studenti del Liceo Delpino suonò in via Davide Gagliardo il 5 giugno del 2016, col trasferimento  nella rinnovata sede dell’Istituto Gianelli. 

Ma la gloriosa storia dell’immobile non si interruppe, e nel piano sopraelevato iniziò la propria attività il Wylab, un centro di incubazione per start-up sportive e di coworking. Al piano terreno continuava ininterrotta dal 1923 l’attività dell’Asilo Della Torre, che forniva a 75 famiglie e ai loro bambini un servizio di eccezionale qualità a prezzi calmierati. 

Martedì 21 novembre 2023 la drammatica svolta nel secolare cammino dell’Asilo Infantile di Chiavari: durante l’avvio del servizio di quel giorno si verifica il rovinoso crollo di parte del pavimento, scatta l’allarme e l’edificio viene chiuso per verificarne lo stato di sicurezza. Purtroppo la perizia volta a verificare lo stato generale dell’edificio non porta buone notizie: il 7 luglio 2024 è firmata l’ordinanza del Sindaco Messuti che dichiara l’inagibilità dell’intero edificio.

Questa storia non può e non deve rimanere contenuta tra la data d’avvio del progetto dell’Asilo, nel lontano 1847, e quella della recentissima ordinanza del luglio scorso. 

È assolutamente necessario trovare una soluzione, questa storia insegna che il percorso non è stato casuale, che gli uomini dell’Economica fecero un’opera utile e benemerita, capace di segnare in positivo il cammino evolutivo della nostra comunità. Cammino che non può arrestarsi oggi con un’ordinanza del Sindaco Messuti.

(* storico e cultore delle tradizioni locali)

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