di DANILO SANGUINETI
Chi non crede all’ereditarietà, oppure dubita che le capacità intellettuali si trasmettano assieme alle connotazioni genetiche potrebbe ricredersi ascoltando la storia dei Magri, padre e figlio, Cristiano il genitore e Andrea il figlio che si stanno facendo conoscere come due scrittori-opinionisti di sorprendente freschezza.
Cristiano, che è dirigente del CSI di Chiavari-Tigullio, braccio destro del presidente Simonetti da moltissimi anni, si è rivelato come ‘polemista’ pubblicando sui social una lettera ha fatto tanto scalpore da essere ripresa dal quotidiano sportivo nazionale ‘Tuttosport’; Andrea, che ancora che sta ancora facendo la scuola secondaria superiore, liceo classico per la precisione, ha già pubblicato un libro, addirittura un romanzo.
Cristiano Magri si presenta. “Bresciano, classe 1972 dipendente pubblico, vivo a Lavagna dal 2011, sono padre di due gemelli classe 2006. Ho sempre avuto una passione per la fotografia, il web e la comunicazione, da circa otto anni seguo diverse società sportive e associazioni varie, dai siti internet ai social fino alla realizzazione di magazine settimanali e mensili. Nei ritagli di tempo gioco a tennis”. Una delle società che ‘cura’ è il RivaSamba. Il mese scorso accadde un fatto durante una partita dei campionati giovanili che lo spinse a mettere nero su bianco dello schermo dei pc una riflessione poi pubblicata su ‘Tuttosport’.
“Troppa violenza nel calcio giovanile: SOS da Sestri Levante”. La lettera da Sestri sosteneva: “Qualcuno dovrà pur iniziare, questa società ha perso il senso civico in ogni cosa, anche nelle più piccole, come raccogliere una bottiglietta caduta a terra e buttarla nella spazzatura, ma la cosa più inquietante è che abbiamo perso i veri valori della vita e soprattutto abbiamo smesso di insegnarli. Così come nella vita, anche nello sport è necessario insegnare i valori sportivi, dovremmo consegnare il decalogo ad ogni sportivo e non solo, ma, oggi più di ieri, abbiamo bisogno di fermarci e ricominciare da capo. Dobbiamo avere il coraggio, come successo recentemente in Turchia, di fermare i campionati a tempo indeterminato al primo episodio di violenza, ma non dobbiamo aspettare che succeda in Serie A, perché nei campionati minori e soprattutto in quelli giovanili succede veramente di tutto ogni settimana”. E finiva così: “Poniamoci qualche domanda. Noi, amanti del calcio, poniamoci anche questa domanda, perché durante eventi sportivi di qualsiasi altro genere non accadono episodi sgradevoli, inqualificabili e deprecabili come quelli che accadono quotidianamente nei campi da calcio? In qualsiasi altro sport vengono prima i valori sportivi e educativi, il tifo sportivo e leale sono posti in primo piano, perché nel calcio no? Quale problema hanno gli adulti quando i ragazzi giocano e si divertono, perché urlano, sbraitano, insultano, offendono, picchiano? Non dovrebbero essere loro a dare l’esempio, insegnare l’educazione, il rispetto ed i valori della vita ai loro figli?”.
Una chiusa che è anche una involontaria spiegazione del perché Andrea Magri, suo figlio, sia praticamente nato con la penna in mano. Andrea, 17 anni, studente di quarta liceo classico Marconi-Delpino, arbitro di calcio dal 2021. In quinta elementare il suo testo ‘Un albero speciale’ ha ricevuto una menzione di merito in un concorso locale. “Da lì Andrea ha iniziato a riflettere sulla possibilità di continuare il percorso come scrittore”. La decisione sembra presa, il dado è stato tratto. Il padre fa un breve riassunto di come è approdato all’opera grande, al primo romanzo. “Gli eventi degli anni duemila hanno stravolto la vita dei giovani, la tecnologia ha contemporaneamente migliorato e peggiorato la loro vita. L’uso indiscriminato dei social media e di qualsiasi altra diavoleria tecnologica esista, ha eliminato quasi totalmente la ‘socialità’ tra ragazzi. Perciò quando qualcuno esce da questa ‘normalità moderna’ la gente si stupisce, non capisce perché un ragazzo di diciassette anni (ne aveva quindici quando ha iniziato a scrivere) ‘perda’ del tempo scrivendo un libro, per lo più autobiografico, pensa ‘che coraggio!’. Il titolo è ‘Summertime’, la storia di una ragazza che ama l’estate”.
‘Summertime’ narra la vicenda, in parte autobiografica e in parte piena di fantasia, di un adolescente che cambia città e scuola e si trova davanti una nuova realtà. Già dai primi giorni dell’anno scolastico, in una classe formata dall’anno precedente, è ben accolto. In poco tempo, nonostante alcune difficoltà, capisce che il cambiamento tanto temuto non gli ha impedito nuove amicizie, in particolare con Beatrice. La costanza nello studio sarà l’anello di congiunzione per la realizzazione dei progetti di vita del protagonista e dei suoi amici. Stima, fiducia e stagione estiva saranno, invece, elementi fondamentali per sorprese e per viaggiare alla scoperta di nuovi luoghi in cui rafforzare i legami di amicizia.