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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

La serigrafia dei Fratelli Ferroni, che realizza in concreto ogni tipo di immaginazione. Anche per i tifosi

È quel tipo di stampa che permette di trasferire sui materiali più disparati scritte, immagini, disegni e rappresentazioni con un livello di dettaglio notevole, e una grande fedeltà all’idea originale
La serigrafia dei Fratelli Ferroni a Carasco è una delle più famose nel Levante
La serigrafia dei Fratelli Ferroni a Carasco è una delle più famose nel Levante
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di DANILO SANGUINETI

In un mondo sempre più digitale la transizione all’incontrario, cioè passare da un ambiente dove il digitale domina all’analogico, trasmutare l’impalpabile in concreto, suona come operazione anacronistica prima che temeraria. Forse proprio per questo è da considerarsi una fortuna che qualcuno ancora la tenti, ci riesce e lo faccia con una perizia che strappa l’applauso.

Passione e dedizione, le armi segrete che rimangono nell’arsenale dell’artigiano, quello con la A maiuscola, che dedica tutto se stesso al prodotto, a ciò che scaturisce dal suo occhio e dalla sua mano prima che dalla macchina. Certo si usa l’attrezzo, anche di alta precisione meccanica, ma quello che genera l’apprezzamento sono la competenza con la quale lo si manovra. 

La serigrafia è un procedimento complesso che in alcuni genera dei punti interrogativi enormi. Si comprende a cosa porta, meno come ci si arriva e raramente si afferra la quantità di fattori che entrano in gioco e che ne possono compromettere l’esito. 

Spiegato ai nativi digitali è quel tipo di stampa che permette di trasferire sui materiali più disparati scritte, immagini, disegni e rappresentazioni con un livello di dettaglio notevole, una grande fedeltà all’idea originale e, soprattutto, una durata e una resistenza al passare del tempo, all’uso e alle intemperie notevolmente superiore alle altre tecniche. 

In parole ancora più povere stiamo descrivendo il lavoro dei Fratelli Ferroni che a Carasco, in via Vittorio Veneto 4 professano l’antica arte serigrafica.

La visita al loro laboratorio-officina risulta però incomprensibile se non si viene informati. Il corso accelerato sull’argomento consta di una lezione tenuta all’impronta dal signor Gianmaria, il volto pubblico dei Ferroni. “La serigrafia è una tecnica di stampa che permette di trasferire un’immagine o una scritta su una superficie di diverso materiale, come tessuto, plastica, vetro, ceramica, ecc. Si usa un telaio con un tessuto molto fine (di solito poliestere, acciaio o nylon) che fa da filtro per l’inchiostro. Il tessuto è impermeabilizzato in alcune zone, dove non si vuole che passi l’inchiostro, e lasciato libero in altre, dove si vuole che l’immagine appaia. L’inchiostro viene spinto attraverso il tessuto con una spatola o una barra chiamata racla. L’immagine si forma sulla superficie sottostante al telaio”.

La serigrafia è usata da molti artisti, artigiani e industrie per creare opere d’arte, decorazioni, cartelloni pubblicitari, etichette, adesivi, abbigliamento e molto altro. Ha il vantaggio di poter stampare su materiali diversi e di avere colori vivaci e resistenti. Ha lo svantaggio di richiedere più tempo e materiali per preparare il telaio e di non essere adatta per riprodurre immagini molto dettagliate o sfumate. Ha origini antiche: si pensa che sia nata in Cina nel X secolo d.C. e che sia arrivata in Europa nel XVIII secolo grazie alla Via della Seta. Il termine “serigrafia” deriva dal latino “sericum” (seta) e dal greco “graphein” (scrivere), perché in origine si usava la seta come tessuto per il telaio.

Questi pochi cenni bastano a far capire che Gianmaria ed i suoi fratelli operano in un campo che apre mille opportunità. 

“La Fratelli Ferroni S.r.l. si occupa di stampe serigrafiche su abbigliamento, borse e borsoni, manifesti, striscioni e scritte pretagliate. La stampa serigrafica è la tra le tecniche di stampa tradizionale, quella più diffusa e affidabile: per esempio consente di stampare sul tessuto della t-shirt immagini, loghi, scritte o illustrazioni garantendo ottima resistenza ai lavaggi e agli stress; sono operazioni che costituiscono gran parte del nostro attuale business”. 

Il come ci sono arrivati è altrettanto illuminante. “Fratelli Ferroni perché una volta eravamo in tre: io, Marino Antonio. Oggi siamo rimasti in due perché Antonio è andato in pensione. Io e Marino teniamo duro anche perché sappiamo che il resto della famiglia ha preso altre strade e l’azienda finirà”. Un attimo di tristezza cancellato dall’orgoglio per quanto realizzato. Abbiamo aperto nel 1986, anche se in realtà a queste opere lavoravamo da molto prima. Eravamo operati alla Plastica Entella, oggi scomparsa. Per la fabbrica di Caperana pensammo di realizzare piccoli oggetti usando la tecnica serigrafica per decorarli. Riuscirono abbastanza bene e decidemmo di allargare il campo e metterci in proprio”. 

Trentotto anni fa, un’altra era tecnologicamente parlando: “È cambiato quasi tutto. C’era meno tecnologia e più fantasia, però adesso posso fare in una mattina il lavoro che prima richiedeva tre giorni. Per esempio ho appena finito di fare 50 manifesti: li ho messi nella stampante col plotter, li ho tagliati e sistemati, in una mattina dalle 8 alle 12, Un tempo avrei dovuto preparare il cliché colore per colore, ci sarebbero voluti uno o due giorni per completarne cinquanta. Adesso schiaccio il programma, e via si parte!”.

Certo adesso ci vuole meno tempo ma anche meno competenza. “Beh se non si ha esperienza la stupidaggine ti attende dietro l’angolo. Quando devi portare la grafica nel concreto il computer non ti può salvare se non hai sviluppato l’occhio critico, quello che ti dice se puoi farlo e se puoi farlo con tutti i crismi, se il lavoro verrà bene e se soprattutto non sarà una cosa che dura dall’alba al tramonto”.

Si capisce come i Ferroni si sono fatti un nome. “Io tornai dal militare nel 1980 (è del 1962 N.d.r.) e andai subito in fabbrica. Con i miei fratelli cominciai qualche lavoretto, qualche personalizzazione, mi appassionai, piacquero”. Il piatto forte erano i calendari, le agende, le divise, per meccanici come per camerieri. “Stampare sui tessuti è un bel rebus, devi conoscere il materiale del quale sono fatti: allora era facile, lino, cotone, lana e vai. Adesso multifibre nelle quali c’è tutto, ma proprio di tutto, e capire se e quale inchiostro attecchirà, quali colori reggeranno e quali no è una mezza impresa”.

La Fratelli Ferroni stampa su tute per meccanici con colori antifiamma. Sembra fantascienza, invece nel covo di Carasco hanno escogitato il modo affinché immagini e scritte reggano a ogni possibile incidente. “Abbiamo stretto alleanze con diversi marchi industriali, abbigliamento ma non solo. In questo periodo stiamo realizzando 700 divise personalizzate per il personale della catena Arcaplanet. Sono nostri clienti affezionati”.

Un altro campo dove la Fratelli Ferroni è leader è un “campo” vero perché le squadre della zona, a cominciare dalla Entella e dal Sestri, fanno capo qui per avere divise personalizzate. Ed i tifosi, pure. “Ah che bello quando abbiamo realizzato le magliette per la promozione in serie B dell’Entella. Lavoriamo tantissimo con la società del presidente Gozzi. Per i tifosi abbiamo fatto maglie, berretti, sciarpe, adesivi, stemmi da appendere. Nel derby dello scorso settembre abbiamo avuto l’incarico da parte dei sostenitori del Sestri, altri nostri affezionati clienti, di realizzare la scritta sullo striscione che copriva l’intera gradinata Nord del Comunale, mi pare 28 metri di lunghezza. Realizzare le lettere, tagliarle e piazzarle ci ha impegnato a fondo”.

Non c’è richiesta che non siano in grado di soddisfare. “Un po’ di tempo fa un ristorante di Santa Margherita voleva incentivare i clienti in un modo inusuale: avrebbe fatto un grande sconto a chi si fosse presentato alla cassa indossando un indumento intimo con scritto: in questo posto si mangia benissimo. Realizzammo decine di mutande da uomo e da donna con quelle parole in bella evidenza sul retro del capo…”.

Nessun compito pare troppo difficile, ma nessun compito viene preso alla leggera. “Quando mi chiama un cliente e mi dice “vorrei che mi facessi questa scritta su questa giacca, lo puoi fare?”. Io rispondo: “Mandamela e te lo farò sapere”. Perché solo se prima la vedo e studio il materiale poi capisco se il lavoro è fattibile e l’opera durerà. Se esce da qui non dovrà essere una “sola”, con i colori che svaniscono al primo lavaggio”. La Fratelli Ferroni non fa patacche, potrebbe essere il loro slogan. “Solo che ogni giorno è più difficile. Io ho acquistato i macchinari più moderni, ho anche la macchina per la sublimazione termica – il colore diventa gas e viene riversato sull’oggetto mediante il calore – ma i costi si impennano. In Italia ci sono ancora tanti rivenditori ma non tengono più magazzino. Poiché le macchine sono costruite in Estremo Oriente, Giappone, Cina, Corea, se oggi mi si rompe un pezzo debbo aspettare giorni prima che dalla casa produttrice arrivi il ricambio. Per non parlare di quello che spendo in elettricità e riscaldamento. Tenete a mente che nel capannone dobbiamo stare tra i 15 e i 35 gradi, se andiamo sotto o sopra come temperatura il colore secca o si scioglie e buttiamo via tutto. E stiamo parlando di vernici e cartucce che costano cento volte quelle dei privati”. Eppure in mezzo a tante angustie il morale di Gianmaria Ferroni resta alto. “La reputazione che ci siamo guadagnati con il tempo e il lavoro ci tiene a galla. E ogni opera portata a termine è una soddisfazione che si rinnova” Un manufatto non eterno, magari non sarà scritto sulla pietra ma sicuramente più duraturo di certi moderni graffiti. Se siamo storie che non restano almeno un racconto breve possiamo tramandarlo.

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