di DANILO SANGUINETI
Per capire il jazz bisogna ascoltare le note che non sono suonate. Se è nei silenzi dello spartito che si comprende la musica, alla stessa maniera per avere piena contezza di quanto valga un negozio come Feelin’ Blue si deve guardare negli spazi apparentemente vuoti, in realtà solo appartati, del locale che Oscar Piaggerella gestisce nel centro storico di Chiavari. Per 15 anni dal 2006 al 2021 in via Bancalari (vicino alla Caserma dei Carabinieri), da un anno e mezzo in via Entella 54.
Stando all’arido linguaggio merceologico sarebbe da definire un negozio di musica specializzata che vende Long Playing e Compact Disk (LP e CD da qui in poi). Per gli adepti del “Culto della Musica Vera” quella che prevede l’ascolto in “reale” stereofonia di autori “con la A maiuscola” è il portale che porta nell’Iperuranio del suono concettuale. “Feelin’ Blue” fornisce il propellente per decollare verso pianeti lontani, alcuni di essi del tutto sconosciuti alle moltitudini.
Nella vasta scelta all’interno si possono trovare album, raccolte, singoli, collezioni pubbliche e private di opere di Progressive, Hard Rock, Punk, Jazz, Country, Rock In Opposition, New Wave, Krautrock, Elettronica, World Music e molto altro. A orecchio sembrerebbe un elenco che fa rima con il sarcastico verso di Centro di Gravità Permanente “non sopporto…la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz punk inglese. Neanche la nera africana”. Sarebbe un inganno della mente.
Oscar Piaggerella non solo crede che questa musica abbia dignità di arte e una valenza educativa superiore, è anche convinto che abbia un futuro. “Potrei parlare per ore di queste opere ma credo che sarebbe tempo sprecato. Non puoi spiegare la Pop Art se non osservi con la dovuta calma le opere dei principali autori. Né capire John Coltrane solo leggendo i pur dotti commenti sui suoi lavori. Devi ascoltare. E sottolineo ascoltare, non sentire, che è un’altra cosa”.
Quello che appare di primo acchito come un esteta sospeso tra Pop Art e Gruppo 83 rivela di avere diversi lati in una personalità dalle poliedriche sfaccettature. Nel melange di influenze del signor Piaggerella avverti il movimentista socialista (nel senso più puro del termine) che si abbina senza sforzo al freak della West Coast. Con una punta di efficientismo meneghino che non oscura il lato oscuro da estremista ligure. Cittadino del mondo severamente critico verso la sua città natale che pure ama visceralmente dopo 67 anni di convivenza non sempre facile.
“Mi sono creato un buon ritiro sulla riva destra dell’Entella da dove ogni mattina parto per venire ad aprire il negozio. Un negozio che ha avuto momenti difficili ma che non ho mai pensato realmente di chiudere, aiutato in questo dalla stima e dal consenso di tanti clienti, provenienti da ogni parte della Penisola e non solo”. La storia di Feelin Blue è inevitabilmente il racconto della sua vita, con un prima che spiega il dopo.
“Io nasco pittore, ho fatto quello che allora si chiamava l’Istituto d’Arte. Quadri e murales, Street Art con successo dato che mie opere sono appese nei musei dei paesi scandinavi dove hanno incontrato un certo favore. Poi avevo aperto la Galleria d’Arte Fluxia in corso Dante e nello stesso tempo avevo una agenzia di promozione turistica per eventi d’arte nelle principali città italiane, all’estero che mi portava a ‘girare come una biglia’ Facevo dai 300 ai 1800 km al giorno in auto. Poi a 50 anni un infarto mi ha obbligato a, come si dice, rivedere le priorità. Dovevo fermarmi e allora, ho chiuso un capitolo ed ho aperto questo, tornando, o meglio, dedicando maggior spazio alla musica, una delle passioni di sempre”.
Il negozio nella sua sede originaria ha un primo duro colpo nel 2014. Il Rupinaro entra dentro e distrugge l’80% del suo vastissimo magazzino. “Ero a terra, l’assicurazione non contemplava l’alluvione. E il catalogo era stato decimato. Per fortuna che amici da tutto il mondo, venuti a sapere dell’accaduto, vollero aiutarmi con donazioni e soprattutto spedendomi le loro copie, pezzi rari, di pregio”. Feelin’ Blue riapre. E tiene botta. La tecnologia fa passi da gigante: tramontano le musicassette, arrivano i cd, i Blue Ray, poi lo streaming, Napster, YouTube, lo streaming. Dalle chitarre fumanti ai campionamenti, dal live grezzi ai talent show, dal senza rete agli “Ear In” dove anche gli stonati sembrano Sinatra, dai quattro piste e le bobine, ai mixer con i computer incorporati. Per non parlare degli stili e degli interpreti: da Elvis a Ernia.
“Non ci tengo a sembrare un passatista, ma quando ascolto i recitatori di rosari laici (sarebbero i rapper n.d.r.) qualche domanda me la pongo. Cerco di non farmi travolgere dalla vulgata propalata dai media. Le giovani generazioni sono assai più complesse di come le dipingono, ci sono i fatui e ci sono coloro che cercano e capiscono”. Proprio la rinascita del vinile, manifestatasi venti anni fa e diventata impetuosa nell’ultimo decennio, ha cambiato la percezione dell’operatore culturale. “Il vinile, sia pure nella versione odierna, ossia dei master dei cd riversati sulla “materia plastica che suona”, è ricercatissimo. Dalla porta del negozio ogni giorno vedo entrare decine di adolescenti e di under 30 che vogliono sapere. Che si informano e spesso scelgono di ascoltare. Per questo qui ho allestito una ‘sedia elettrica’, una poltrona messa in un angolo acusticamente agevolato dove l’acquirente può mettersi comodo e avere un assaggio di che cosa compra”.
E dove organizza incontri, parecchi all’anno, con i suoi amici musicisti. Perché Oscar Piaggerella, l’arlecchino dell’estetica, non ha solo pittori, scultori e operatori culturali nel suo carnet di conoscenze. I jazzisti Nicola Alesini, Luca Calabrese, Lars Danielsson, Michael Nyman, Glen Velez, e poi i New Trolls e tante stelle della scena rock italiana. “Il Jazz è il primo amore, ma il Rock mi dà sempre grosse emozioni. Se dovessi dire un solo nome non potrei che dire Zappa. Per me Frank era e resterà unico”. Venendo all’oggi. “Debbo dire che dopo il trasferimento qui in via Entella, trasferimento obbligato dopo che la vecchia sede aveva il soffitto a rischio di crollo, ho avuto qualche tentennamento. Ne valeva ancora la pena? La risposta dopo pochi mesi è stata positiva. In estate fino in ottobre arrivano tanti turisti. Potrei a spanne calcolare che i due terzi della clientela è composta da ‘nordici’, milanesi, parmensi. Ho il vantaggio di essere rimasto l’unico o quasi non nel Tigullio, non nel Levante ma direi in Liguria e oltre. Ho un catalogo amplissimo con tanti pezzi molto richiest’. Circa 650mila titoli con import UK, USA, Japan. Anche tramite il sito www.feelinblue.it faccio compravendita di dischi e cd, nuovo e usato, con rarità in vinile. Sono aperto tutti i giorni tranne la domenica. Tutto ciò che si consulta potrete trovarlo qui o acquistarlo su ordinazione on line attraverso la nostra e-mail con versamento Iban”.
A Natale l’LP tira, da Pasqua in poi si riparte con le vendite e con gli eventi ospitati. “C’è la possibilità di tirare avanti. Ed ormai lo sento quasi come un dovere. Come mi diceva il grande compositore di musica contemporanea e artista visuale Walter Marchetti nella sede della Cramps, la mitica etichetta discografica di avanguardia degli anni Sessanta e Settanta a Milano ‘Oscar, noi siamo in missione per conto dell’arte!’. In questa epoca dove l’apparenza non inganna ma trionfa, dove il social ha sostituito il mental persone come Oscar Piaggerella sono necessarie. A proposito di un altro mondo e di una cultura che se non era alta era sicuramente altra rispetto a molta della ‘fuffa’ che circola, si potrebbe citare il titolo dell’album d’addio degli Area: “Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano”. Incavolati, appartati, quasi timidi, ma ostinati nel diffondere la parola, l’immagine, il suono pregni di significato. Giusti nella più ampia accezione del termine.