di ALESSANDRA FONTANA
Riscoprire un luogo per recuperare memoria e creare futuro. Questo è uno degli intenti principali, mescolati alla caparbietà e alla tenacia, che ha mosso il gruppo di volontari diventati un’associazione dedicata alle miniere di Semovigo. Una riscoperta fatta di sacrificio, studio e amore per la propria terra.
“Il lavoro di pulizia lo abbiamo cominciato a gennaio dello scorso anno” ha raccontato l’instancabile Felice Rapuzzi che insieme all’amico Bruno Valli ha impegnato anima e corpo nel progetto di recupero di questo sito. Chi passava da Semovigo, frazione di Mezzanego in Valle Sturla, probabilmente avrebbe visto solo fango, detriti e cunicoli. Valli e Rapuzzi hanno riconosciuto un’opportunità per l’intera vallata e non solo.
“Ci sono diverse miniere, a me è piaciuta l’idea di investire su queste per questa valle. Ci siamo messi all’opera abbiamo cercato con le nostre forze di fare dei lavori all’interno. Non a livello di sicurezza – precisa il presidente dell’associazione – perché è sicura, ma a livello di pulizia. Volevamo renderla più agibile. Abbiamo costituto un’associazione no profit e per questo ci ha aiutato l’avvocato Boggiano”.
Se districarsi tra melma e pietre sembra difficile, la burocrazia purtroppo lo è molto di più. L’unione fa la forza, specialmente se a lavorare per lo stesso scopo sono persone che hanno le stesse origini e lottano per conservare memoria e investire sul futuro: “Tutti quelli che ci hanno dato una mano sono della zona, Boggiano è di Semovigo e quando ha visto il nostro progetto gli è piaciuto tantissimo. Ci ha contattato anche il consigliere di minoranza Fabrizio Brignole… noi ce la mettiamo tutta però poi ci vuole anche una mano esterna, perché senza fondi non si può andare avanti. Noi abbiamo investito, ora aspettiamo che qualcuno dall’alto si attivi”.

E infatti il consigliere regionale di Forza Italia Claudio Muzio appena ha capito le potenzialità del recupero del sito ha portato l’associazione in Regione: “Sono stati fatti alcuni incontri, il ruolo della politica è questo: far sì che le idee non rimangano tali ma vengano concretizzate. Abbiamo presentato il materiale e ora che sono finite le vacanze di Natale torneremo alla carica. Sembra un turismo di nicchia quello archeominerario ma è in realtà un’opportunità da valorizzare che potrebbe richiamare turisti da ogni parte di Italia», conclude Muzio.
L’associazione, ora che ha ripulito il sito all’interno, non sta certo con le mani in mano e continua l’opera di ripristino, questa volta con i sentieri. L’idea è quella di creare un percorso che porti agli ingressi della miniera che in realtà è composta da due parti denominate Caterina 1 e Caterina 2, un vero e proprio anello minerario da percorrere: “Adesso stiamo lavorando sui sentieri – precisa Rapuzzi – che portano alle gallerie. Questo posto è piccolo gioiello molto diverso dalle altre miniere industriali perché gli scavi sono stati fatti a mano. Mazza, esplosivo e si andava avanti a cercare minerale”.
Il sito è rimasto operativo fino alla Seconda Guerra Mondiale e all’interno ci sono vere e proprie meraviglie, l’entusiasmo di Rapuzzi e Valli è contagioso: “Cascate di acqua, una sala con i sali di rame azzurri, stalattiti, sempre azzurre, e ci sono dei minerali che diventano fluorescenti con la lampada Wood. Abbiamo tantissime cose belle, anche le perle di grotta”.
In questi mesi i volontari hanno continuato a muovere piccoli grandi passi: “Abbiamo contattato alcune guide – continua Rapuzzi – vorremmo che venissero a vedere il posto, potrebbe essere un’occasione per ammirare con i propri occhi la bellezza di quest’area”. E potrebbe anche essere l’occasione per studiare insieme strategie di promozione, oltre alla partecipazione di bandi e all’impiego della buona volontà, quella non mancherà mai ma non può sopperire ogni mancanza.
Proprio nelle scorse settimane, il Ministero dello Sviluppo ha premiato – tramite Città Metropolitana – diversi progetti dei Comuni dell’entroterra. Per Mezzanego in particolare si tratta della creazione del Museo della nocciola: un’eccellenza della Valle Sturla, anche le miniere di Semovigo potrebbero diventarlo con l’aiuto delle istituzioni.