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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Giorgetti: “Entella, la società più maltrattata e beffata di tutte, non va bene”

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di DANILO SANGUINETI

La Virtus Entella sta vivendo il quarto d’ora di popolarità che prima o poi spetta – secondo lo stracitato detto warholiano – a ciascuno di noi. Solo che è un quarto d’ora poco accademico, dato che è iniziato il 19 settembre – per tacere dei due mesi e mezzo precedenti nei quali i chiavaresi avevano vagato tra aule di tribunali e carte bollate – e non è ancora finito.

In attesa di un reintegro in serie B al quale il Collegio di Garanzia ha certificato l’incontestabile diritto, congelata nella partecipazione alla serie C dopo aver disputato la prima partita, vede le altre squadre delle due categorie andare avanti, giornata dopo giornata, partita dopo partita, e non può fare altro che affrontare amichevoli o con squadre di diverse categorie inferiori o sfidare la Viterbese, che le è stata aggregata, senza volontà e senza colpa (ha ottenuto di andare nel girone A di serie C se i chiavaresi andranno in B), o fare da sparring partner al Genoa.

Intanto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti ieri ha dichiarato: “Vedendo gli atti, dico la verità, l’Entella mi sembra la società che più di ogni altra sia stata maltrattata e di cui ce se ne sia fatti beffe, non va bene così. Noi abbiamo messo a disposizione tutti gli strumenti per risolvere prontamente anche la situazione della Virtus Entella, ora debbono essere utilizzati”.

Nello stesso momento, nel pomeriggio, l’Entella è stata uno sparring partner in grado di far partire sventole che fanno male, dato che ha battuto il team di Juric 2-1 a Pegli. Fa ancora più rabbia pensare che una squadra così forte abbia accumulato otto turni di ritardo tra i cadetti, o se preferite sette in serie C, che diventeranno otto domenica 28, essendo oramai sorpassata da quanto accaduto nei giorni scorso la nota della Lega di serie C del 16 ottobre che tra errori concettuali e omissioni la invitava a scendere in campo a Piacenza.

Tentativi più o meno palesi di forzare la mano ai ‘resistenti’ biancocelesti, spazzati via dal nuovo uragano. Mercoledì 23 ottobre il Tar del Lazio ha emesso un’ordinanza con la quale accoglie le istanze cautelari di Pro Vercelli e Novara: con questa decisione vengono sospesi tutti i provvedimenti sul format della serie B che i due club avevano impugnato. Il collegio giudicante non entra nel merito (l’udienza a tal proposito è in programma il 24 marzo p.v.) e in sostanza rispedisce la palla nel campo della Federcalcio. Impossibile che il nuovo presidente Gravina impugni presso il Consiglio di Stato tale sentenza, probabile che la recepisca tenendo conto che contiene un chiaro giudizio di illegittimità sul provvedimento di riduzione del format da 22 a 19 squadre assunto a suo tempo dal commissario straordinario della Figc Fabbricini. Intanto Ternana e Novara hanno rinviato i recuperi delle prime giornate…
In Federazione e Lega B sono rimasti chiusi nelle stanze per ore, con stormi di avvocati che si rompevano la testa per venire a capo di un pateracchio oramai senza capo né coda. Che si torni a 22 squadre è pacifico, sono il come e il quando che non si intravedono.

Il club biancoceleste potrebbe seguire un diverso sentiero. Attende di conoscere l’esito del ricorso che Figc e Lega B le hanno abbastanza incomprensibilmente intentato presso il Tar del Lazio. Il giorno del giudizio non è ancora stato fissato, e comunque non prima del 6 novembre, forse addirittura il 20 novembre. E’ lampante anche per chi non si intende di calcio che a quel punto sarebbe quasi impossibile competere per un traguardo, che entrare in un campionato con almeno un quarto delle gare da recuperare è un abominio agonistico prima che organizzativo e giuridico. Una bizzarria che ha accentrato l’attenzione dell’universo mondo su un club di football che spiccava solo per serietà di conduzione e soddisfacenti risultati agonistici.

Se sino all’anno scorso c’era chi pensava che Entella fosse il nome della città, oggi anche i sassi – persino chi straccia le pagine sportive dai giornali e cambia canale quando si parla di calcio – sanno che l’Entella è la squadra di Chiavari e che la cittadina si è stretta attorno a un gruppo di dirigenti, tecnici e giocatori, professionisti e pure ragazzini del settore giovanile, che sono ostaggio di oscuri (fino a un certo punto per chi conosce cosa si muove dentro il Palazzo delle pelota…) giochi di potere.

In questi mesi, particolarmente nelle ultime settimane, i giornali internazionali hanno dedicato pagine, foto e servizi all’evento che ha pochi precedenti. L’Entella è diventata la squadra-fantasma, il biancoceleste è stato soprannominato il colore della invisibilità, si sono precipitate al Comunale di via Gastaldi troupe televisive e team giornalistici da mezza Europa a intervistare i senza patria del pallone italico. Il rumore di fondo è diventato mormorio, il mormorio si è tramutato in indignazione. Sui nuovi media c’è chi ha scritto parole di conforto, chi ha messo ‘mi piace’ ai post sulla questione, chi ha protestato e chi ha aderito alla mozione di intenti su Change Org.

‘Chi ha visto dove è finita e cosa fa la Virtus Entella?’ Una petizione che ha raccolto 2500 adesioni in pochi giorni. Il sassolino Entella è rotolato fino a diventare macigno; ne hanno dovuto parlare e interessarsene ai massimi vertici dello sport italico, del governo italiano – nel decreto sicurezza c’è addirittura un comma soprannominato Entella che riscrive tempi e modi di intervento della giustizia sportiva – e persino della Fifa , con il ‘papa a spicchi’, il numero uno Gianni Infantino, che presente all’incoronazione del nuovo presidente Figc Gabriele Gravina, ha dato un parere netto su questa situazione: “Non è tollerabile. Mi sembra una cosa assurda, non so come si è arrivati a questa situazione. La Uefa aveva escluso diverse società in passato, ma all’inizio di una competizione equa serve sapere quali sono le squadre in lotta”.

Se neppure un simile monito servisse a smuovere le acque, non ci sarebbe davvero più religione nel calcio. Una soluzione si deve trovare non domani, oggi. L’Entella non vuole diventare una icona pop, non gradisce fare da pietra di paragone per l’assurdo sportivo, meno che mai trasformarsi in una nuova versione del Cervia di Ciccio Graziani (l’orrido esperimento televisivo di 20 anni fa…); vuole semplicemente essere una squadra di calcio. Vi sembra che chieda troppo?

Intanto la neonata casa di produzione chiavarese CIMA Prod Srl ha realizzato un cortometraggio ispirato alla storia dell’Entella. Si intitola ‘Calceide’. Lo pubblichiamo qui sotto.

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