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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Il Torriglia e quell’ampliamento che s’ha da fare a tutti i costi

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[vc_row][vc_column][vc_column_text](r.p.l.) L’ampliamento della casa di riposo Pietro Torriglia di Chiavari torna nuovamente alla ribalta, tra gli argomenti più caldi e discussi della scena politica cittadina.
La maggioranza che guida Palazzo Bianco vuole a tutti i costi portare avanti il progetto, parla di “impegno elettorale da rispettare” e continua a prospettare un mutuo assai oneroso per le casse dell’istituto Torriglia, mentre l’opposizione sale sulle barricate, il presidente dell’Ipab oppone una resistenza non già politica ma basata su cifre e bilanci e la città, legatissima alla casa di riposo ma soprattutto a questa straordinaria vicenda di generosità e assistenza sociale, assiste allo spettacolo ansiosa di novità e desiderosa di certezze.

Il cambio di rotta
Tra i grandi protagonisti della scena, oltre al presidente del Torriglia Arnaldo Monteverde, c’è il sindaco di Chiavari Marco Di Capua. Il quale, proprio negli ultimi giorni, pare aver cambiato repentinamente rotta.
Neppure un mese fa, il primo cittadino dichiarava alla stampa: “Avrei voluto realizzare l’ampliamento del Torriglia entro la scadenza del mio mandato amministrativo, ma resistenze, paure e veti incrociati me lo hanno impedito”. Era il 20 settembre.
Pareva una resa, al termine di giornate in cui la maggioranza sfiduciava formalmente Monteverde, chiedendone le dimissioni attraverso una conferenza stampa, parlando di un “presidente ormai in minoranza” e di impegni non mantenuti, mentre lo stesso Monteverde teneva botta e Palazzo Bianco surrogava in CdA l’architetto Davide Domenighini al posto della dimissionaria Paola Cavagnaro, disegnando di fatto la ‘geografia’ di un organo di controllo del Torriglia molto vicino alla maggioranza in Comune.
Anche la Società Economica di Chiavari, che all’interno del CdA del Torriglia nomina per statuto due dei sette componenti (gli altri cinque sono di nomina comunale, compresa l’opzione sul presidente), prendeva una posizione contraria rispetto all’ampliamento della casa di riposo. Il presidente Francesco Bruzzo commentava: “L’ampliamento non si farà con urgenza, ma solo quando ci saranno le condizioni per avviare l’intervento senza mettere a repentaglio una delle zone di maggior pregio di Chiavari. Il sindaco mi ha garantito che non si ricorrerà al mutuo da 4,5 milioni per realizzare l’ala nuova e che, nella piana del Torriglia, non ci saranno interventi invasivi ad alto impatto ambientale: verrà tutelato il verde e rimarranno spazi liberi”. Era sempre il 20 settembre.

L’ultima settimana molto calda
All’inizio di questa settimana, però, le cose sono parse ben differenti. Lunedì, nel corso della Commissione consiliare sul Torriglia richiesta dalla minoranza di Noi di Chiavari e alla quale hanno partecipato i componenti del CdA della Fondazione, si è tornato fortemente a parlare di ampliamento. Altro che progetto congelato. La maggioranza non l’ha messo per nulla da parte.
E’ ancora Di Capua a parlare: “L’amministrazione comunale, rispettando il programma elettorale votato dalla maggioranza dei chiavaresi, prevede di ampliare la casa di riposo e di destinare le aree attigue a utilizzo sportivo e turistico, senza alcun tipo di volume residenziale”.
Di Capua parla del Puc e spiega che “quello della precedente amministrazione prevedeva, per quanto riguarda l’ex cantiere Victor, la possibilità di costruire case, con volumi anche superiori al 30% secondo il piano casa della Regione. Questo piano scadrà tra pochi giorni”.
Palazzo Bianco ha dichiarato di volerlo rivedere, una volta che, a fine mese, sarà definitivamente collocato il depuratore di vallata in colmata. A quel punto, prevedendo l’eliminazione dell’impianto attualmente in funzione a Preli, si potrà ragionare su quell’area in termini complessivi.
La partita è ricca: ampliamento del Torriglia da una parte, sistemazione della piana con impianti sportivi e strutture turistiche e recettive dall’altra. “Ma nessun tipo di cemento residenziale. Su questo siamo categorici – precisa Di Capua – Preli ha già pagato un prezzo altissimo con i palazzi al posto dell’ex cantiere. Un tema sul quale non voglio più tornare perché non è questa la sede”.
Secondo il sindaco, “Hgm, che ha preso in affitto la Collina delle Grazie, sarebbe stata disponibile a finanziare l’ampliamento, ma questa opzione era vincolata alla costruzione di un albergo da cento camere e di volumi residenziali. Una scelta troppo impattante. Non la vogliamo percorrere. Per l’ampliamento del Torriglia, pensiamo a un mix tra mutuo e permute temporanee. Ci sono già due banche che si sono dette disponibili. Il Torriglia ha un patrimonio stimato di quaranta milioni di euro. Le aree di pregio potrebbero essere assegnate in gestione, ma solo attraverso una gara a evidenza pubblica. Non a soggetti precisi e per via diretta”.
Di Capua parla di aree e proprietà non direttamente riconducibili al Comune. “Sì, ma chi ha scritto che non ero a conoscenza dello statuto e del fatto di non poter esercitare controllo sulla Fondazione, ha scritto una cosa inesatta. In realtà io so perfettamente come funziona una fondazione di diritto privato. Il fatto che possa nominare il presidente ma poi non possa licenziarlo. Cosa che invece può avvenire rispetto a una società partecipata. A me rincresce che con il Torriglia non ci sia lo stesso dialogo aperto che c’è ad esempio con Marina Chiavari. Mi dispiace che con Monteverde non si sia creato. Ne prendo atto”.

Chiavari e le strutture per non autosufficienti
Insomma, l’ampliamento torna d’attualità. “A Chiavari c’è bisogno di strutture per non autosufficienti. Ci sono cinquanta chiavaresi in lista d’attesa. La residenza Dame e Damine di via Castagnola è completa, con venti persone in lista. A me dispiace che persone chiavaresi debbano finire in altri comuni perché nella loro città non ci sono strutture. Anche sulle Dame e Damine si sta ragionando di ampliare, d’intesa con alcuni privati che incontrerò a breve. Se posso ampliare il Torriglia, sono più contento, altrimenti cercheremo delle alternative. Quello che interessa ai chiavaresi è aumentare i posti letto”. Così parlò Di Capua.

La maggioranza spinge
Sull’acceleratore spingono anche il presidente del Consiglio Comunale Antonio Segalerba e il capogruppo di Avanti Chiavari Alberto Corticelli, quest’ultimo delegato dal sindaco proprio per occuparsi del Torriglia, insieme al collega Giovanni Giardini.
Quanto a Segalerba, ha nuovamente attaccato Monteverde, nel corso della Commissione: “Solo lui ha votato per valutare di cedere ad Hgm i diritti di edificazione per edilizia residenziale sull’ex cantiere Victor e sul capannone di corso Buenos Aires. Ribadiamo le nostre linee guida: non vogliamo più altre case. A Preli si può pensare ad una alienazione temporanea per uso turistico, prima che la casa di riposo, ampliata, stia in piedi da sola”.
In linea con Segalerba, il consigliere del Torriglia Mauro Miaschi, considerato ‘in maggioranza’ insieme a Riccardo Dellacasa, Vittorio Moro e Davide Domenichini, mentre con Monteverde sarebbero schierati Francesco Brunetti e Marco Glorialanza, i due esponenti in quota Società Economica: “Dopo un anno – il parere di Miaschi – non sono stati fatti significativi passi in avanti su piana di Preli e su ampliamento”.

La versione di Monteverde
Monteverde, avvezzo allo scontro politico e con le spalle molto larghe (era stato tra i più fieri oppositori ai tempi delle amministrazioni di Agostino), continua a resistere: “Ho sempre relazionato il Comune su ogni scelta e su ogni mossa. L’amministrazione era informata di tutti i contatti con Hgm, ho ricevuto un mandato all’unanimità da parte del CdA, su una proposta giudicata ‘interessante’. Quindi sapevano degli incontri con Hgm”. Tutti i verbali dei consigli di amministrazione sono stati inseriti all’interno dei documenti della Commissione consiliare.

Il rebus accreditamento
Francesco Brunetti, della Società Economica, pone una delle domande chiave: “Un mutuo da trecentomila euro annui significherebbe non avere alcun utile. E, sul convenzionamento con Asl e Regione, potrebbero arrivare ospiti da tutta la Liguria, facendo venire meno la missione per i chiavaresi prevista dallo statuto”.
Il quale statuto, per la verità, non prevede neppure gli anziani non autosufficienti, ma parla solo di residenza protetta.
Il punto è sempre lo stesso. Identico a un mese fa. A un anno fa. Il Torriglia, che ha già un bilancio in negativo, è in grado di servire un debito da quattro milioni e mezzo di euro? O si rischia seriamente il fallimento? E ancora: si è proprio sicuri di poter ottenere l’accreditamento dei posti letto da parte della Regione? L’ente di De Ferrari è in difficoltà sul bilancio al comparto sanità e tende solitamente ad accreditare strutture già esistenti.
Ha senso imbarcarsi in un oneroso progetto di ampliamento senza avere la certezza di un via libera da parte della Regione e dell’Asl, in termini di convenzione?

Un progetto fortemente impattante
Da ultimo: va bene che il cemento aggiuntivo al Torriglia sarebbe di tipo non residenziale. Ma è arrivato il momento di dirlo: il progetto risalente ai primi anni Duemila è onestamente impattante, per nulla armonico rispetto alle palazzine del luogo. Un ‘casermone’ di cemento che finisce sin sopra alla strada sarebbe un bel vedere? Se ampliamento dev’essere, perché non considerare altre soluzioni migliori dal punto di vista estetico?

L’opposizione contesta
La minoranza di Noi di Chiavari, dopo aver convocato la Commissione, ieri è tornata a far sentire il proprio punto di vista attraverso un comunicato. Secondo Silvia Garibaldi, Roberto Levaggi e Daniela Colombo, “il Torriglia necessita di un ampliamento per raggiungere l’equilibrio finanziario, ma non può indebitarsi per raggiungerlo e soprattutto non può farlo per risolvere i problemi di tutte le Asl della Regione che necessitano di posti in convenzione per non autosufficienti. Il Torriglia deve salvaguardare le volontà testamentarie, mantenere la precedenza ai cittadini chiavaresi stabilita da statuto, cosa che sembra in conflitto con un’eventuale convenzione Asl. Nessuno impedisce, soprattutto in altre Asl, di costruire case di riposo in cui collocare degenti non autosufficienti. Non indebitare il Torriglia e cercare vie alternative ma in permuta per l’ampliamento secondo Noi di Chiavari non è essere immobili ma realisti e non contradditori. Si auspica che il CdA possa d’ora in poi lavorare in maniera costruttiva ed autonoma, visto che il sindaco finalmente sa che non può interferire nell’attività”.

Eppure la serenità non pare essere il comune denominatore, in seno all’organo di controllo della Fondazione. E neppure nei rapporti tra Torriglia e Palazzo Bianco.
Di certo la questione è destinata a tenere banco per ancora molto tempo. Durante il quale anche ‘Piazza Levante’, come già fatto dalla Società Economica, torna a rilanciare l’idea di un dibattito pubblico che possa coinvolgere l’intera città. Sarebbe bello se su una questione così delicata come il Torriglia, su un bene così fortemente sentito dai chiavaresi, ci si potesse esprimere anche al di fuori di consigli d’amministrazione, consigli e commissioni comunali.
Sarebbe una bella ventata di democrazia.

LE INTERVISTE DI MARISA SPINA A MARCO DI CAPUA E A ROBERTO LEVAGGI

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