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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Non ci spaventano né querele né minacce. Siamo professionali, i faziosi sono altri

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Cari lettori,

mi sento in dovere di fare chiarezza con equilibrio e dovizia di particolari su alcune questioni, al fine di evitare che venga ascoltato soltanto chi alza la voce, spesso in modo scomposto e violento.

‘Piazza Levante’ ha richiesto, e ottenuto, interviste da tutti i candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative di Chiavari, seguendo il principio dell’imparzialità e della par condicio. L’unico candidato ad aver rifiutato è Federico Messuti. Avanti Chiavari ne ha dato comunicazione, in maniera polemica, dimostrando così, seppur involontariamente, la nostra buona fede. Ne prendiamo atto.

Era nostra intenzione comunicare nel numero di oggi il diniego all’intervista da parte del candidato, proprio per informarvi che i sei futuri sindaci sono stati tutti contattati e a tutti sono state fornite le medesime condizioni, come deve fare un giornale serio che dà notizie e fa informazione. Il candidato degli uscenti lo ha fatto per noi.

Il fatto o meno che una nostra giornalista o la nostra testata siano state querelate (querela che tra l’altro per ora non ci è stata ancora notificata) non rappresenta una consequenzialità di causa-effetto per rifiutare una intervista. Semmai forse le motivazioni sono da ricercare altrove (leggi qui) ma questo Avanti Chiavari non lo dice.

Mi preme ricordare come durante i quattro anni del suo mandato, il sindaco Marco Di Capua non si sia mai negato a un’intervista, per quanto spesso non siamo stati in linea con l’operato della sua amministrazione. È una normalissima dialettica tra chi amministra e chi fa informazione: stupisce che solo ad Avanti Chiavari ciò non venga recepito. Ma il sindaco Di Capua non c’è più, e oggi ne sono rimasti soltanto gli epigoni.

Ci hanno accusato di faziosità. Noi crediamo invece che ciò che da alcuni viene chiamata faziosità sia quella professionalità, di cui andiamo fieri, che comunica le notizie, approfondisce i fatti, informa i lettori, al di là dei comunicati stampa e delle pressioni di chi comanda. È certamente vero che per leggere i comunicati stampa non è ‘Piazza Levante’ il giornale da consultare, e ne siamo orgogliosi.

‘Piazza Levante’ si avvale di giornalisti con una lunga e comprovata esperienza, iscritti all’Ordine dei Giornalisti.

È certamente comodo, ma anche molto superficiale, tacciare di partigianeria un giornalista quando semplicemente fa il suo mestiere. Di certo non cambieremo atteggiamento di un solo millimetro e non ci spaventano né le querele, che riteniamo assai temerarie e dalle quali nel caso ci difenderemo nelle sedi appropriate, né i post denigratori o più o meno velatamente minacciosi nei nostri confronti.

La nostra parola d’ordine è professionalità. È con questa professionalità che abbiamo raccontato, ad esempio, di quanta poca trasparenza ci sia stata nella vicenda di Palazzo Ferden; di quanta poca trasparenza ci sia stata nella vicenda dell’ampliamento del Torriglia; del muraglione sulla Colmata a mare e di quel depuratore che non è minimamente a raso; delle troppe ambiguità e reticenze sul caso della Diga Perfigli; dei palazzi di via Trieste prima apparsi, poi scomparsi, poi diventati edilizia commerciale; delle piste ciclabili costruite togliendo spazio ai marciapiedi e senza alcuna separazione, una scelta mai vista in nessuna parte d’Italia.

Il nostro editore, Antonio Gozzi, è il CEO di un gruppo internazionale per il quale lavora anche Silvia Garibaldi. È un fatto assolutamente di natura privata. Tirarlo fuori dentro un post in cui si attacca ‘Piazza Levante’ significa voler creare confusione.

La politica del “non disturbare il manovratore”, che piace così tanto a qualcuno, non ci appartiene. Forse anche per questo ogni settimana abbiamo migliaia di contatti senza passare attraverso i social. E questo è il riscontro più gratificante: significa che il nostro modo di fare giornalismo è molto gradito ai chiavaresi.

Il direttore
MATTEO GERBONI

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