di ALBERTO BRUZZONE
Ci riprovano. Ci riprovano a prendere decisioni fondamentali per il futuro del Levante genovese, senza consultare minimamente lo stesso Levante genovese. L’allarme era stato lanciato qualche mese fa, ma adesso torna di stretta attualità: ovvero l’imposizione, da parte della Città Metropolitana e della Regione Liguria, di un gestore unico dei rifiuti sia per Genova che per i comuni del Levante e l’affido, tramite proceduta diretta, di questo incarico ad Amiu.
L’ennesimo processo di centralizzazione non richiesto e, soprattutto, non auspicato da nessuno, visto che è sotto gli occhi di tutti quanto la virtuosità dei comuni del Tigullio, del Golfo Paradiso e degli entroterra sia inversamente proporzionale rispetto agli scarsissimi risultati segnati da Genova, ad esempio sul fronte della raccolta differenziata.
Perché, quindi, appioppare ad Amiu altri oneri, dal momento che fa già così tanta fatica soltanto sul territorio di Genova? Se lo chiedono i sindaci del Levante, che sono tornati a far fronte comune, per far ragionare la Regione e per scongiurare un destino che, proprio come quello della Diga Perfigli, sembra segnato ogni giorno di più.
In Consiglio Regionale, infatti, è in preparazione un disegno di legge che prospetta il gestore unico dei rifiuti e che istituisce un nuovo organismo, l’Agenzia Regionale per i Rifiuti. Sarebbe un enorme cambio di prospettive: i comuni perderebbero la propria autonomia e rischierebbero di perdere i loro ottimi risultati, perché un servizio centralizzato andrebbe a perdere di capillarità e poi perché le singole esigenze e caratteristiche dei territori sono enormemente diverse da una parte all’altra.
Perché svuotare le amministrazioni cittadine di queste competenze? In virtù di quali risparmi? Di quale visione complessiva? Quali sono le strategie che sfuggono alla logica e anche al buonsenso? I sindaci se lo chiedono, si sono visti nei giorni scorsi a Palazzo Bianco a Chiavari e torneranno a vedersi martedì prossimo, sempre a Palazzo Bianco, per studiare una reazione comune, “come abbiamo saputo fare per il Tigullio capitale della cultura”, è il parere della sindaco di Sestri Levante, Valentina Ghio, che è stata da sempre tra le più combattive su questo fronte.
Insieme a lei ci sono i comuni di Chiavari, Lavagna, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Portofino, Zoagli, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese e Moneglia. Nelle intenzioni di Regione Liguria e Città Metropolitana c’è l’ipotesi di affido diretto del servizio ad Amiu (che già serve il comune di Genova e alcuni comuni del Golfo Paradiso) per un periodo di quindici anni.
A parte i moltissimi dubbi di affidare direttamente un appalto così grande senza alcuna gara, viene da chiedersi che cosa resterà in mano ai sindaci. “È proprio questo il punto – fa notare Giovanni Stagnaro, sindaco di Casarza Ligure – Non ha senso questo progetto. Noi chiediamo che, se proprio gestore unico dovrà essere, almeno vengano creati degli ambiti territoriali di competenza, di modo che ognuno di noi possa conservare la propria autonomia dal punto di vista decisionale, perché le zone sono troppo differenti l’una dall’altra e non si può ragionare allo stesso modo per tutti i comuni. Alcuni hanno avviato il porta a porta, altri no, altri hanno preferito puntare su altre modalità. Queste singole specificità, che in molti casi ci hanno permesso di arrivare a risultati eccellenti in termini di percentuale di raccolta differenziata, devono essere preservate”.
La Commissione Regionale che dovrà affrontare per prima l’iter di questo disegno di legge è presieduta dal consigliere regionale di Cambiamo, Domenico Cianci, che è di Rapallo. Per questo i sindaci fanno appello a lui e ai suoi colleghi in Regione, perché si mettano di traverso rispetto a questa prospettiva. In Commissione ci sono anche Giovanni Boitano (Cambiamo), Luca Garibaldi (Partito Democratico), Claudio Muzio (Forza Italia) e Sandro Garibaldi (Lega).
Sarebbe surreale, ma anche inaccettabile, che in un momento storico in cui il Levante non è mai stato così ben rappresentato in Regione non si riuscisse a far valere le proprie ragioni, a far sentire la propria voce.
Il sindaco di Lavagna, Gian Alberto Mangiante, concorda con il collega Giovanni Stagnaro: “La parte del servizio di nettezza urbana relativa a raccolta e smaltimento deve essere una stretta prerogativa dei comuni e non di enti sovraordinati lontani dal territorio, del quale non conoscono i bisogni”. E mentre anche Chiavari, attraverso il presidente del Consiglio Comunale e consigliere metropolitano, Antonio Segalerba, si unisce alla battaglia, Valentina Ghio rimarca: “Sono molto soddisfatta di vedere che ancora una volta siamo tutti compatti”.
La proposta è quella di impostare “una delibera da portare nei rispettivi consigli comunali e, se tutti si esprimeranno con voto contrario, la Regione dovrà tenerne conto. C’è una volontà territoriale che va ascoltata: va bene il coordinamento metropolitano e regionale, ma le decisioni sulla gestione dei rifiuti devono essere di competenza comunale”.
Così è sempre stato e questo ha permesso al Tigullio di stare pienamente dentro ai parametri europei. Genova non c’è. Però siamo alla follia che Genova, inefficiente, deve imporre il suo servizio, altrettanto inefficiente, a comuni dove le cose funzionano infinitamente meglio.