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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Recco, il comune è riciclone ma non per la Cassazione: politici condannati

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(r.p.l.) La chiamano, in gergo, una ‘sentenza pilota’. E, a giudicare dalla sua portata, il provvedimento della Cassazione, che ha condannato in via definitiva quattro politici e un dirigente del Comune di Recco per non aver raggiunto una percentuale adeguata di raccolta differenziata, ora può mettere paura un po’ a tutte le civiche amministrazioni che non rientrano ancora nei parametri. Una su tutte, Genova. Ma anche tanti altri comuni più piccoli del levante cittadino. Più che una sentenza, una mazzata, con conseguenze pesanti sulle tasche dei condannati, chiamati a pagare un multone complessivo di 145mila euro.
Decine di migliaia di euro a testa, facendo il conto della serva, spartiti tra: l’attuale sindaco Dario Capurro, il suo vice Gian Luca Buccilli (primo cittadino ai tempi del reato per cui è stato emesso il grado finale di giudizio), gli ex assessori Franco Senarega (oggi consigliere regionale della Lega) e Stefano Bersanetti, oltre al dirigente Franco Canovi che ha preferito estinguere in anticipo il procedimento con il pagamento della sanzione.

Ma come nasce questo ciclone che ha investito il Comune di Recco? E perché nasce proprio a Recco, nonostante i comuni in infrazione siano moltissimi? Tutto parte da un esposto dell’attivista locale Andrea Pescino, responsabile dell’associazione Oras e personaggio molto conosciuto nei comuni della Riviera, non nuovo a procedimenti a carattere penale per reati di diffamazione.
Ma, almeno in questo caso, alla fine la denuncia di Pescino secondo la legge si è rivelata fondata: tra il 2006 e il 2010 la raccolta differenziata a Recco fu fallimentare, con quote ben al di sotto delle soglie minime indicate.

Risultato: condanna confermata in Cassazione, oltre 52mila euro per Buccilli e Bersanetti, oltre 20mila per Capurro e Senarega. Una buona notizia, almeno, c’è: che la richiesta della Procura della Corte dei Conti – ottantamila euro di multa per danno ambientale – è stata respinta. Almeno quella.
Però, si diceva, la sentenza segna un clamoroso precedente e mette in allarme le amministrazioni meno ‘riciclone’. Un Pescino, del resto, esiste in tutte le città e quando l’esposto si fonda si buone ragioni, per giunta motivate, c’è veramente da tremare.

Ma è proprio guardandosi intorno che gli amministratori recchelini non si spiegano questa decisione. Fino all’ultimo hanno sperato che tutto finisse in una bolla di sapone. Ma così non è stato. Nelle sentenze ‘pilota’, in fondo, serve un colpevole ‘pilota’. Un triste ruolo toccato ai malcapitati Capurro, Buccilli, Bersanetti e Senarega.
La parola, tra i quattro, la prende Buccilli, sindaco ai tempi dei fatti: “Nello stesso periodo finito sotto la lente, dal 2006 al 2010, su 238 comuni liguri solo sette hanno raggiunto la percentuale indicata di raccolta differenziata. Se si considera che ancora oggi il 60% dei comuni italiani non raggiunge il limite di legge, si ha la proporzione di quanto la vicenda poco o nulla abbia a che fare con la giustizia. Inoltre, la condotta di responsabilità erariale coprirebbe gli anni durante i quali il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani era stato affidato ad Amiu. Il Comune di Recco ha quindi incardinato un giudizio di responsabilità a carico di Amiu”.

Su questo punto conviene anche Dario Capurro, sindaco attuale: “Oggi siamo uno dei pochissimi Comuni liguri ad aver raggiunto la percentuale di legge per la differenziata e siamo gli unici della Liguria a essere condannati. Rispetto la sentenza e pagherò quello che devo. Ma davvero non è facile accettare un fatto del genere. Siamo condannati per non aver vigilato sull’attività di raccolta dei rifiuti che negli anni relativi al procedimento era in gestione ad Amiu. Chi aveva effettivamente fatto la raccolta non è stato neppure coinvolto nel processo”.

Ma la condanna, è ovvio, è una notizia enorme, destinata a ripercuotersi sulla prossima campagna elettorale. Dove gli equilibri erano già delicati prima del pronunciamento definitivo della Cassazione, con la frattura sempre più marcata in seno alla giunta tra gli assessori Buccilli e Gandolfo. Chissà come verrà utilizzata questa sentenza in campagna elettorale?
Di certo, dai tempi dell’indagine l’impennata nella raccolta differenziata c’è stata e oggi Recco fa parte a pieno titolo dei comuni ‘ricicloni’: 57° posto con il 65,92%, quindi pienamente dentro la soglia. Insieme a Sestri Levante (75,76%), Portofino (71,12%), Cicagna (70,43%), Lorsica (69,81%), Orero (69,42%), Lavagna (68,95%), Sori (68,12%). Un filo sotto il 65% sono Chiavari e Avegno, poi inizia l’elenco delle ‘bocciate’, guidato da Genova, che si assesta intorno a un modestissimo 35%. Nei comuni nettamente migliorati, l’introduzione del sistema porta a porta è stato il fattore decisivo. Cosa che manca a Genova, e infatti i risultati si vedono.

E però la raccolta dei rifiuti è un universo complesso, che varia non solo da comune a comune, ma pure da quartiere a quartiere. Nell’enciclopedia della ‘rumenta’, ora c’è anche la sentenza della Cassazione.
Si salvi chi può.

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