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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

L’Entella si affida a Volpe: una bandiera per restare in serie B

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Se il campionato di serie B fosse un film di guerra, Gennaro Volpe, promosso da pochi giorni allenatore della prima squadra, sarebbe il valoroso sergente maggiore che si ritrova a comandare il battaglione incaricato di una missione disperata perché tutti gli ufficiali sono caduti sotto il fuoco della mitraglia nemica. E conquisterebbe la collina al termine di una carica folle e vincente. Purtroppo nella vita reale l’’happy ending’ non è matematico. Servono comunque ingenti dosi di eroismo e di fortuna; una garanzia in tal senso è che il ragazzo (37 anni portati con baldanza) di Pozzuoli nel suo percorso di giocatore prima e di mister oggi mai ha ottenuto qualcosa senza essersela meritata con tanto lavoro tenacia e coraggio.
Come centrocampista sapeva essere eclettico, un ‘tuttocampista’ che ha sempre avuto nella corsa, il vigore fisico e una innata intelligenza tattica le armi migliori.
Dall’Empoli al Cittadella, dalla C2 alla B, ha offerto un rendimento così costante e un comportamento dentro e fuori del campo così regolare da farne il beniamino non solo dei tifosi ma anche dei vari allenatori.
Nell’estate 2011 viene chiamato a Chiavari dopo essere stato svincolato dal Cittadella in serie B. Ha 30 anni, torna indietro di due categorie, si adatta alla C2 senza battere ciglio.
Come lui stesso ricorda: “In due mesi passai dallo stadio Olimpico di Torino dove avevo giocato con il Cittadella al Comunale di Chiavari. Quando mi portarono a vederlo, pensai che fosse quello il terreno di allenamento e chiesi dove era lo stadio. Non per questo mi persi d’animo: per carattere io sono abituato a dare il 100 per cento in qualunque situazione, in qualunque categoria, con qualunque posta in palio”.

Storia di una lunga amicizia
Doveva rimanere un anno, a fine stagione è il presidente Gozzi in persona a volergli rinnovare il contratto e così sarà sino al 2016 quando a fine del secondo campionato in serie B della Virtus decide di dare l’addio al calcio giocato. In cinque stagioni totalizza 140 presenze tra C2, C1 e serie B segnando 2 gol. Ha contribuito a conquistare due play off e una vittoria storica in C1 nell’anno del Centenario. Il 12 maggio conclude la carriera in calzoncini, il 23 maggio ne inizia una in tuta: viene nominato responsabile dell’Academy Entella, lo scorso anno consegue il patentino da allenatore professionista Uefa A (può guidare squadre giovanili in ogni categoria e prime squadre sino alla Lega Pro, può fare il vice in serie A e B) e gli viene affidata l’Under 17.
Incarico che mantiene sino a domenica 6 maggio, quando viene “precettato” (con una deroga prevista dal regolamento) per sostituire Alfredo Aglietti a due giornate dal termine della stagione regolare, con la Virtus terzultima ossia a rischio retrocessione diretta.

Una sfida complicatissima
La domanda scontatissima “Ma chi te lo fa fare?” rimbalza contro le certezze di un carattere d’acciaio. Basta conoscerlo per capire che il problema non se lo è neppure posto. Un soldato risponde sempre presente. “Non potevo dire di no a una richiesta diretta di chi ha sempre avuto fiducia in me e mi ha offerto tante opportunità da giocatore e da allenatore”.
La situazione è seria, non irrimediabile. Serve un lottatore, uno che in pochissimo tempo rianimi un gruppo in crisi ai limiti dell’evanescenza. Volpe per la parte è perfetto. “Io ho chiesto una sola cosa alla squadra, che vada in campo con il sangue agli occhi. E vi garantisco che lo faranno, che ci arrivino da soli o che li costringa io…”. Non sono frasi ad effetto. Chi lo ha visto in azione sa che è un leader naturale, uno che guida gli altri con l’esempio, li trascina a dare il massimo e pure oltre. La sua voglia di vittoria è feroce: “Gioco ancora per divertirmi nei campionati Uisp e ci metto la stessa grinta che avevo quando mi confrontavo con i professionisti. Che ci sia in palio una promozione, una salvezza o una pizza tra amici non cambia niente, conta la vittoria e accetto la sconfitta solo se ho dato il 101 per cento”.
Potrebbe far suo il motto di Eliott Ness: “Mai dire che è finita prima che suoni il gong”.

(d.s.)

 

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