In via Gagliardo a Chiavari gli operai lavorano a ritmo forsennato. Della vecchia falegnameria di proprietà della famiglia Delmonte, all’angolo con via Vinelli, hanno rimosso persino la copertura. Il cantiere è a cielo aperto. Eppure va spedito.
Quell’area di fronte all’ex liceo Delpino è pronta ad essere trasformata. Ma se la ‘ferita’ del tetto verrà presto rimarginata, altrettanto non si può dire di quella politica e cittadina.
A occupare lo stabile dovrebbe essere (ma il condizionale è d’obbligo sino a che la saracinesca non verrà aperta la prima volta) un nuovo supermercato, il numero 23 della città. Lo gestirebbe la società ‘La seggiolina di Chiavari srl’, che ha sede a Casalnoceto, in provincia di Alessandria, e alla quale fa capo la catena ‘Gulliver’.
E’ proprio questo nome, ‘Gulliver’, la parola più nominata in questi giorni nella rete cittadina, insieme a Chiavari e via Gagliardo. Perché l’arrivo di un nuovo supermercato fa parlare un po’ tutti: commercianti in primis, operatori del mercato di piazza Mazzini, cittadini, rappresentanti delle associazioni e, ovviamente, politici locali, di maggioranza e minoranza.
Un tema assai complesso
La pratica ‘Gulliver a Chiavari’ è un complesso intrico di burocrazia, leggi sul commercio e sull’urbanistica, disposizioni di protezione civile, sorta per di più a cavallo tra vecchia e nuova amministrazione di Palazzo Bianco. Una matassa difficile da sbrogliare, insomma. Perché il fascicolo interseca livello tecnico e livello politico, uffici del Comune e della Regione, passando in mezzo a una campagna elettorale sanguigna dove l’argomento è stato utilizzato a più riprese.
Partiamo dalle notizie. Le ultimissime sono che la pratica del ‘Gulliver’, dopo aver ricevuto il via libera dalla commissione edilizia (anche per questo i lavori procedono speditamente), ha ottenuto l’ok anche dal comando della Polizia Municipale (per quanto riguarda l’impatto sul traffico), il nulla osta acustico e il parere favorevole dei vigili del fuoco. Sul tavolo dell’ingegner Luca Mario Bonardi, dirigente dell’Urbanistica a Palazzo Bianco, non manca più nulla. A livello tecnico, nel giro di un mese il nuovo supermercato dovrebbe passare in via definitiva. Tempi che coincidono con il piano previsto dall’azienda. Voci interne riferiscono che la ‘Gulliver’ dovrebbe aprire già a giugno e che i colloqui per il personale siano attualmente in corso.
Il dibattito è molto caldo, anche per via di un’alleanza inedita
Ma se dal punto di vista burocratico questo treno non si può fermare, è sul piano politico che ci si gioca le ultime chance, nel tentativo di bloccare il progetto e di tutelare i commercianti al dettaglio, sia quelli del centro storico che quelli, ambulanti, di piazza Mazzini.
Il dibattito è rovente. Il rimpallo di responsabilità tra vecchi e nuovi amministratori altrettanto. Anche se quest’ultima non pare una novità. Il tutto mentre va in scena un’alleanza assolutamente inedita e sorprendente: quella tra Ascom locale e Civ – Ci Vediamo in Centro da una parte e Movimento 5 Stelle dall’altra. Due realtà apolitiche e apartitiche che scelgono di aderire all’iniziativa di un partito.
I ‘grillini’, su invito del neo-onorevole Roberto Traversi (chiavarese e già candidato sindaco mancato alle ultime amministrative, per motivi che non sono mai stati chiariti pubblicamente), hanno organizzato una raccolta firme contro il ‘Gulliver’ in via Gagliardo. Le associazioni di commercianti – rappresentate da Giampaolo Roggero e Alessandra Torre – hanno aderito, come spiega Roggero, “in via del tutto eccezionale alla proposta di un partito. Normalmente, non sposiamo mai le nostre iniziative con quelle della politica. Qui, con l’accordo del direttivo, abbiamo messo per una volta da parte questo concetto, in quanto spinti dall’emergenza di portare avanti, in maniera il più spedita possibile, questa petizione”.
Le firme raccolte nello scorso week-end sono state trecento, alle quali si aggiungono le altrettante pervenute a inizio settimana. “Abbiamo superato le cinquecento – prosegue Roggero – ma l’obiettivo nostro e dei proponenti, gli amici del 5 Stelle, è di arrivare oltre le mille”. Le sottoscrizioni andranno ad affiancare l’analoga iniziativa intrapresa, nel settembre dello scorso anno, da ambulanti di Chiavari e Confesercenti. Perché la ‘bomba’ del nuovo supermercato non è certo esplosa ieri. Né l’altro ieri.
Tutto risale a un anno fa
Mettiamo in fila i fatti. E’ il 27 aprile del 2017 quando viene protocollata in Comune a Chiavari una richiesta, da parte della proprietà dell’immobile di via Gagliardo, per un cambio di destinazione d’uso. Il vecchio sito produttivo dove si lavorava il legno per realizzare sedie, mobili e altri prodotti d’artigianato, da tempo non era più operativo. L’iter viene aperto, a norma di legge, e la pratica passa attraverso gli uffici dell’edilizia, del commercio, dei lavori pubblici e della difesa del suolo, senza toccare né consiglio, né giunta, né sindaco, perché non concerne la quota politica dentro Palazzo Bianco.
Passano settimane di silenzio. Poi la pratica torna ‘viva’ in campagna elettorale. E qui sì che viene usata, a piene mani. Attacchi da una parte e tentativi di difesa dall’altra. Un campo di battaglia come altri. I fatti dicono però che, anche nel pieno dell’agone politico, quella richiesta prosegue il suo percorso. Passa da un dirigente all’altro. E pian piano il progetto del nuovo supermercato prende forma.
E’ in questa fase che s’insedia la nuova amministrazione. Tra gli impegni presi con i cittadini, anche quello di tutelare il commercio al dettaglio e di promuovere e valorizzare le “peculiarità cittadine quali le botteghe storiche, le attività artigianali e le specialità enogastronomiche” (dal programma di Avanti Chiavari). In prima persona si spende l’assessore Gianluca Ratto. E appena l’iter del ‘Gulliver’ s’incaglia, perché in prima battuta la proposta della ‘Seggiolina di Chiavari’ non rispetta i parametri urbanistici in tema di parcheggi ed è carente nella documentazione, si lascia andare a questa dichiarazione: “La pratica è stata cestinata. La nostra risposta è negativa”. Siamo al 21 settembre. Nella stessa occasione, Ratto fa comunque presente che “l’azienda avrà la possibilità di presentare un altro progetto”.
Il secondo tentativo con il tema dei parcheggi
Detto fatto. La grande catena di distribuzione alimentare, tra le principali del Nord Italia, ha tecnici e legali subito pronti per mettere a posto ciò che non va. Nel giro di poco tempo, la domanda viene ripresentata. Cambiano alcune carte, ma non ovviamente l’intestazione: cambio di destinazione d’uso per trasformare l’ex laboratorio artigianale in una media struttura di vendita su una superficie complessiva di 600 metri quadrati.
Il nodo cruciale, a questo punto, per superare il guado delle autorizzazioni, sono i parcheggi. La normativa regionale sul commercio prevede che, per ogni metro quadrato di vendita al pubblico, ci sia almeno un metro e mezzo di parcheggi a disposizione. Il Comune di Chiavari, in fase di redazione del Puc con la giunta Levaggi, aveva già innalzato questo parametro a due metri e mezzo, “il massimo consentito – ricorda l’ex sindaco – proprio perché volevamo scoraggiare aperture di nuovi supermercati”.
La Regione, però, è assai più ‘liberale’ rispetto ai comuni (dovendo anche recepire normative nazionali ed europee in un complesso equilibrio generale) e sui parcheggi stabilisce che il 50% vanno effettivamente messi a disposizione, mentre l’altro 50% si può monetizzare. Ovvero: il Comune può incassare una somma in denaro che il privato deve versare come compensazione per non aver potuto realizzare in pieno l’area di sosta. Una sorta di indennizzo. Che è diventato più alto stante il rapporto di 2,5 metri quadrati del Comune di Chiavari in luogo degli 1,5 della Regione. La cifra si aggira intorno ai trecentomila euro, che entrerebbero nelle casse di Palazzo Bianco e sarebbero subito spendibili per progetti di interesse cittadino, senza alcun tipo di vincolo.
Siamo a dicembre dello scorso anno, e la maggioranza si trova a un bivio. Perché la decisione di monetizzare – quella sì – è prettamente politica e tra le varie anime della giunta Di Capua (che nasce in sede di ballottaggio grazie ad accordi con Giardini di ‘Cambia con me’ e Canepa di ‘Partecip@ttiva’) i pareri non sono unanimi. “Noi – osserva Roberto Levaggi, oggi capogruppo di Noi di Chiavari, principale forza di minoranza – abbiamo innalzato il parametro e questo potrà portare al Comune il massimo della monetizzazione. Non voglio dire che sono favorevole. Dico solo che la situazione è questa e la decisione spetta a loro. Tenendo ben presente che, quando il Puc verrà approvato recependo le indicazioni obbligatorie della Regione, tra cui quella di riportare il parametro a 1,5, non ci sarà più la possibilità di incassare nulla”.
Lo sa bene, in maggioranza, Giovanni Giardini, architetto e urbanista. La materia è la ‘sua’ e la sa masticare: “Il Puc di Chiavari non può mantenere il rapporto di 2,5 metri quadri di superficie di parcheggio richiesto per ogni metro quadro di superficie di vendita. Infatti il nostro Puc dovrà tassativamente assorbire la normativa Regionale sul Commercio come risulta dai rilievi di carattere vincolante fatti dalla stessa Regione”. Pertanto, aggiunge Giardini, “credo che a questo punto il denaro che entrerà nelle casse comunali sia perlomeno un vantaggio, a fronte di altri ‘danni’ mai monetizzati”.
L’appello: allargare il perimetro del centro storico
Sembra quasi una dichiarazione di resa. Ma un’ultima spiaggia c’è. La strada la indicano l’ex sindaco Levaggi e il presidente di Ascom Roggero. Ma la conoscono anche a Palazzo Bianco. “Nel piano del commercio approvato dalla mia amministrazione nel dicembre del 2017 – fa presente Levaggi – abbiamo allargato il perimetro del centro storico, includendo piazza Roma, una parte di corso Dante e corso Garibaldi. Di modo che anche queste zone avessero la stessa tutela dei commercianti del caruggio e vie limitrofe”. La Regione approvò la pratica. “Ora lo stesso – è l’invito sia di Levaggi che di Roggero – andrebbe fatto con la parte sud di via Gagliardo”. Ovvero quella dove affaccerebbe l’entrata del ‘Gulliver’.
L’amministrazione ha la possibilità, politicamente parlando, di far votare positivamente un ulteriore allargamento del perimetro. Tentando poi il tutto per tutto in Regione. “L’unica opzione è questa – ribatte Roggero – e noi la chiediamo a gran voce. Così come, portando al Comune un migliaio di firme, vogliamo chiedere se tutte le normative, a proposito del ‘Gulliver’, sono state rispettate, come è stato superato il problema della zona rossa allagabile e come ci si comporterà in caso di allerte meteo”.
E’ l’ennesima battaglia di Ascom e Civ, stavolta con il partner d’eccezione, il M5S. “Se proprio ‘Gulliver’ dovrà essere – invita Roggero – chiediamo almeno che quei trecentomila euro pronta cassa vengano immediatamente reinvestiti a favore del nostro settore. Magari per realizzare quelle opere nel centro storico che aspettiamo da oltre sette anni. Nelle campagne elettorali, tutti i candidati si riempiono la bocca e riempiono i programmi dicendo che i negozi sono l’anima di Chiavari, la principale industria cittadina. Poi gli impegni vengono puntualmente disattesi. Il panorama del commercio in città è in continuo cambiamento, e quasi sempre a scapito delle piccole imprese e attività familiari”.
Per questo, il presidente di Ascom coglie l’occasione per rilanciare i patti d’area: “Se non vogliamo che il caruggio sia invaso da catene e negozi in franchising, se non vogliamo che una passeggiata sotto i portici a Chiavari sia esattamente identica all’outlet o ad altre città, allora occorre riprendere e rilanciare quello strumento che consente di avere affitti adeguati e sostenibili per gli esercenti e corrispondenti sgravi fiscali da parte del Comune, destinati ai padroni degli immobili”.
L’assessore Ratto: è una questione meramente tecnica
Tanti temi sul piatto. La scrivania dell’assessore Ratto ha un bel carico di lavoro e di proposte. Lui, commerciante di professione e impegnato in politica da parecchi anni (nel suo profilo si definisce con orgoglio ‘liberale’ e ‘liberista’), è quello che più di tutti, in questi giorni, viene tirato per la giacca dai colleghi negozianti. Una posizione di certo non comoda né semplice. “Ma il mio assessorato – sostiene – rispetto a questo tema è completamente defilato. Parliamo di una pratica principalmente urbanistica che passa dagli uffici e neppure dalla giunta. Se le leggi consentono quest’apertura, non c’è nessun modo per fermarla. Un buon amministratore non può sottrarsi alle regole”.
Ratto si professa super partes: “Io sono un commerciante. Ma sono anche un assessore e devo essere imparziale. Mi rifaccio alle normative vigenti. E mi adeguo. Magari posso non essere d’accordo su certi aspetti, ma le situazioni vanno cambiate in Parlamento e in Regione. Non può certo farlo il Comune di Chiavari”.
A Palazzo Bianco non resta che monetizzare, cercando di trarre il meglio possibile da una situazione sfavorevole: “Sull’uso di quei soldi – prosegue l’assessore al Commercio – sono pienamente d’accordo con Roggero. Devono essere utilizzati a beneficio del comparto commerciale, in termini di illuminazione, arredo urbano, maggiore decoro cittadino. Chiederò personalmente al sindaco e a tutta la giunta che abbiano questa destinazione”.
Impercorribile, invece, l’altra richiesta di Ascom e Civ, ovvero tentar di allargare ulteriormente il perimetro del centro storico. “Ritengo che la vecchia giunta lo abbia portato al massimo possibile. Così ci ha sempre detto Levaggi e la Regione ha dato via libera. Ora non possiamo fare norme ‘ad hoc’ contro qualcuno. Anzitutto perché non passerebbero mai e poi perché non sarebbe legale. Ripeto, c’è una richiesta legittima in corso. Se tutti i pareri tecnici saranno favorevoli, il nuovo supermercato aprirà. Non possiamo farci nulla. Così va in Italia”.
L’intrico di leggi ed enti non pare consentire, secondo Ratto, alcun ulteriore spazio di manovra politico. Sicché le raccolte di firme, gli appelli, le richieste ufficiali e quelle che si ricevono per la strada in via informale, rischiano seriamente di restare ‘vuoti gusci di parole’.
Come cantava Francesco Guccini nel 1983.
Titolo della canzone? ‘Gulliver’, naturalmente.
ALBERTO BRUZZONE