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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Parco nazionale di Portofino, l’assessore Mai: “I confini non si toccano, si può studiare un’integrazione con l’Area Marina”

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di ALBERTO BRUZZONE

Futuro del Parco di Portofino e sua trasformazione da regionale a nazionale: dopo l’incontro che si è tenuto la scorsa settimana al ‘Cenobio dei Dogi’ di Camogli, nel quale lo schieramento di centrosinistra che sostiene il candidato governatore Ferruccio Sansa ha espresso le proprie posizioni in merito, gli amministratori regionali uscenti, avendo raccolto l’invito a replicare da parte di ‘Piazza Levante’, specificano e illustrano la loro posizione.

È un dibattito interessante, fatto di contenuti e di proposte ed è da rimarcare positivamente il fatto che in campagna elettorali si parli di questioni ambientali e, nello specifico, di una questione che interessa la nostra regione e che pare davvero molto importante e strategica in prospettiva futura: non solo ambientale, ma anche lavorativa, turistica e d’indotto.

A parlare è l’assessore regionale uscente, con delega ai Parchi e alle Biodiversità, Stefano Mai, ovvero colui che, nei mesi scorsi, è stato più nel mirino da parte delle opposizioni e da parte di tutto quel movimento associazionistico che preme per la trasformazione del parco da regionale a nazionale attraverso (anche) l’allargamento dei suoi confini.

Secondo Mai, “il Parco di Portofino nazionale deve necessariamente nascere sugli attuali confini. Pretendere di allargarlo a tutti i costi è solamente una forzatura basata su una visione di interesse politico e non sullo studio del territorio. Ampliarlo in modo smisurato, significherebbe snaturarlo. Portofino oggi è un parco regionale con dei confini precisi, perché questi rappresentano una ben precisa area di interesse naturalistico. È impensabile immaginare che la biodiversità che oggi possiamo trovare sul monte del parco, la si possa trovare domani anche in centro città a Rapallo o a Recco”.

Mai ricorda che noi “siamo stati i primi a volere che il Parco di Portofino diventasse nazionale e continuiamo a procedere verso questo obiettivo. Questo processo dev’essere visto come un’opportunità per il territorio, ma non sfruttato per battaglie politiche ideologiche e pretestuose. Come chi, magari, vorrebbe un parco esteso da Nervi fino a Sestri Levante, o magari fino a La Spezia. Un’insensatezza naturalistica abbozzata su preconcetti e non sul governo del territorio per quello che rappresenta”.

In qualità di assessore regionale uscente, Stefano Mai conferma che “l’iter per il parco è in corso. Regione Liguria ha proposto un progetto preciso: confini attuali e unificazione del governo fra Parco di Portofino e Area Marina Protetta; questa sì che rappresenterebbe una vera ottimizzazione. Anche il territorio si è mosso su questa direttiva, perché i Comuni interessati nell’ipotesi di allargamento del territorio, hanno rifiutato di entrarvi. Da parte mia non farò mai qualcosa contro chi vive e governa il territorio locale. Quando siamo arrivati in Regione, abbiamo bloccato il processo di accentramento messo in atto dalla sinistra, che voleva una regia unica per tutti i parchi regionali, togliendo voce a chi vive in quelle aree. Inoltre, mi sono impegnato fermamente per arrestare il taglio dei fondi ai parchi che, negli anni precedenti alla nostra giunta, sono stati letteralmente dimezzati. Anzi, come ho già detto più volte, nel progetto che ho redatto, dopo la nazionalizzazione del Parco di Portofino, gli oltre 700mila euro destinati a questo ente dai fondi regionali, saranno ridistribuiti fra i restanti parchi, incrementando il loro budget annuo”.

Quindi, Mai – che è ricandidato alle prossime regionali nella lista della Lega – risponde alle polemiche: “Alcuni esponenti si stanno spendendo in una battaglia ideologica per un’ipotesi di parco quindici volte più ampio di quello attuale, che voglio ricordare sarebbe da gestire con gli attuali fondi e comprenderebbe anche centri urbani. C’è chi ha affermato che la Regione Liguria non si sarebbe impegnata in una corretta informazione verso il territorio. Peccato che, fin da subito, abbiamo iniziato un dialogo con i Comuni, da cui è proprio emersa la volontà degli amministratori locali di non aderire al parco. Chi fa disinformazione, è chi spaccia uno studio di Ispra eseguito sul territorio dell’area allargata al parco, dedicato alla sola valutazione della biodiversità, come una proposta ministeriale di allargamento del parco che non è mai avvenuta. Parliamo di pura ideologia che, questa sì, non fa bene ai cittadini e alla gestione delle ricchezze di biodiversità che rendono unico il Parco di Portofino. Gli investimenti sul parco si fanno in un altro modo, come la mia decisione di instaurare proprio a Portofino il centro regionale per la gestione delle aree marine protette e la flora mediterranea. È ora di finirla di utilizzare questo parco per fini elettorali. Noi pensiamo davvero al territorio e al suo benessere. Per questo motivo, abbiamo raggiunto un’intesa, che ci permetterà di far ricadere i benefici turistici, economici e sociali del parco nazionale, oltre i suoi confini, coinvolgendo un’area più vasta. Questa è una soluzione di buon senso: un parco con un’identità chiara, un territorio uniforme e ricco di biodiversità, gestibile e con una sua continuità, che sia un volano per tutta l’area del Levante genovese”.

Nessun ritocco dei confini terrestri, quindi, e questa è la posizione – assai chiara – da parte degli amministratori uscenti. L’idea è quella, invece, di creare un ‘sistema’ con l’Area Marina Protetta.

A confermare e suffragare questa linea c’è anche Franco Senarega, consigliere regionale uscente e pure lui ricandidato nella lista della Lega, a sostegno del governatore Giovanni Toti: “Noi non siamo assolutamente contro all’istituzione del parco nazionale, anzi. Come consigliere, posso dire di aver sempre seguito, passo dopo passo, la pratica in aula e nelle varie commissioni. Siamo sempre andati in quella direzione, ma i confini attuali non possono e non devono essere ritoccati, perché non avrebbe senso. L’idea di coinvolgere l’Area Marina Protetta, creando quindi un parco terra-mare, mi pare ottima. Poi, quanto ai Comuni dell’area di cornice, si possono avviare tutte le collaborazioni e le iniziative che si vogliono, volte a rafforzare un’istituzione importante come quella che si verrà a creare. Il parco va visto come un’opportunità, ma non come un vincolo”.

Secondo Senarega, “va trovata una condivisione sugli interessi comuni, mentre certe posizioni ideologiche sembrano solamente andare contro ad interessi specifici”. Quel che è certo, è che l’iter appare ora ‘congelato’, sino all’esito del voto del prossimo 20 e 21 settembre.

A quel punto, su come ripartirà peserà moltissimo il futuro ‘governo’ della Regione Liguria. Sempre sperando che, in un modo o nell’altro, l’iter possa veramente ripartire e che quest’occasione non diventi l’ennesimo treno perso: perché, in quel caso, il danno sì che sarebbe davvero comune a tutti, al di là delle posizioni di sorta.

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